Teheran, il cardinale Mathieu: l'immagine della Vergine nella metro, segno di pace
Federico Piana - Città del Vaticano
Vedere l’immagine della Vergine con le mani giunte in preghiera collocata in un bassorilievo in una stazione della metropolitana di Teheran non è una cosa di tutti i giorni. Ed è molto sorprendente venire a sapere che, pochi giorni fa, quella stazione della capitale della Repubblica islamica dell’Iran è stata dedicata alla Madonna con il titolo di Maryam-e Moghaddas, che in sostanza significa "Santa Maria".
Aperture positive
Anche il cardinale Dominique Joseph Mathieu, arcivescovo di Teheran-Ispahan — arcidiocesi che si prende cura dei cattolici di rito latino di tutto il Paese — è positivamente sorpreso. Quando lo incontriamo a Roma, non esita a mettere in evidenza che in questo evento si celano due dimensioni, quella del dialogo e quella della pace: «C’è sicuramente l’interesse di mostrare, alla comunità nazionale e al mondo intero, l’apertura di un Paese nel quale non c’è libertà religiosa ma una libertà di culto che si concretizza dentro il quadro di leggi che vanno rispettate».
Atmosfera di raccogliemento
Chi, come il cardinale, ha avuto modo di visionare le foto e le informazioni che hanno fatto rapidamente il giro del web, racconta che i binari della stazione si trovano ad oltre 30 metri di profondità e che per raggiungerli, utilizzando le scale o le scale mobili, ci si imbatte in una prima scritta di augurio, benedizione, a Dio. «È molto interessante perché non è solo in persiano, la lingua ufficiale, ma anche in arabo, armeno ed inglese. Mentre si scende, alle pareti dei livelli intermedi si notano degli archi sopra i quali è stato posto un cielo bianco ed azzurro, colori usati anche per la Madonna. Ne viene fuori un’atmosfera che sa proprio di raccoglimento, di chiesa». Scendendo ancora, gli altri testi vergati sulle pareti sono quelli della Guida suprema e frasi che presentano Gesù principalmente come un profeta e come un rivoluzionario. «C’è una placca in metallo — aggiunge il cardinale — che fa riferimento al brano coranico sulla gente del Libro nel quale si dice che bisogna considerare in questo modo Gesù mentre Maria viene definita madre del profeta».
Vari livelli
La grande hall, la cui volta ricorda anche in questo caso un cielo illuminato da molte lampadine, si trova al termine della discesa e porta ad alcune scale che conducono ai binari. È a questo livello, e a quello successivo dei binari, che sono stati installati alcuni bassorilievi che l’arcivescovo di Teheran descrive in modo minuzioso: «Uno di questi, riprendendo un brano coranico, ovviamente differente da quello del Vangelo, mostra un Gesù molto bello che cammina sulle acque. Di fronte a lui, però, non ci sono delle persone ma è stato posto il testo di una poesia che parla delle difficoltà della vita. Anche se Gesù viene messo in relazione con la poesia persiana questa immagine può essere ben riconosciuta dai cristiani».
Palpebre chiuse
Il bassorilievo con l’immagine di Maria si trova, invece, nel lato opposto. «A destra e a sinistra della sua figura si vedono dei tulipani, che solo ora ho scoperto essere dei fiori iraniani che si offrono a persone importanti. Maria ha le mani giunte e un’aureola discreta, che non prende nessun colore». Quello che ha colpito particolarmente il cardinale Mathieu è il fatto che sia Gesù che la Vergine sono raffigurati con le palpebre chiuse: lo sguardo con il viaggiatore c’è ma manca quel contatto diretto, intimo, che si sprigionerebbe se le pupille potessero incontrarsi. «È una visione molto chiara dell’Islam su Maria, su Gesù, ma rimane pur sempre un simbolo di dialogo che desta interesse». La stazione della metropolitana si trova esattamente al centro della linea 6 e sorge in un parco già dedicato alla Madonna e nel quale sono situati la cattedrale dei cristiani armeni apostolici, san Sarkis, ed il loro centro culturale.
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