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 Officina delle opportunità, presentazione del rapporto al Vicariato Officina delle opportunità, presentazione del rapporto al Vicariato 

L'Italia del lavoro, 2000 persone aiutate da Officina delle Opportunità a Roma

Presentato al Vicariato il rapporto a tre anni dalla partenza dell'iniziativa, che vede collaborare Caritas diocesana, Campidoglio e Regione Lazio. Obiettivo: contrastare la disoccupazione e l'esclusione sociale, agire contro il lavoro povero. Il cardinale Reina: "Fondamentale la collaborazione tra le istituzioni, abbiamo visto tante storie di giovani, donne sole, adulti in difficoltà che hanno trovato opportunità. Iniziativa da continuare"

Alessandro Guarasci-Città del Vaticano

Istituzioni locali, Vicariato e Caritas di Roma, imprese unite per affrontare la mancanza di lavoro e l’esclusione sociale nella capitale. Dal 2023 al 2025 il network promosso da Officina delle Opportunità ha accompagnato circa 2.000 persone in percorsi specifici di ascolto, orientamento, formazione e inserimento lavorativo. Il metodo è quello della presa in carico: un ciclo di cura che parte dall’accoglienza territoriale, si sviluppa nel bilancio delle competenze e si concretizza in esperienze formative, tirocini e inserimenti in azienda. Forte è stata la collaborazione tra la Chiesa di Roma, la Regione Lazio e il Comune di Roma. Oggi, primo ottobre, al Vicariato è stato fatto il punto su questi tre anni.

Più di 680 persone inserito nel mondo del lavoro

I risultati parlano di 680 persone abilitate all’inserimento nel mercato del lavoro, altrimenti condannate strutturalmente a restare nel mercato nero e 170 inserimenti lavorativi con una progressiva crescita della qualità contrattuale e della retribuzione. La stabilità dei contratti è cresciuta significativamente: dal 28% nel 2023 al 54% nel 2025 dei rapporti con durata superiore ai sei mesi. Parallelamente, la paga oraria media è salita da 6,5–7 € netti/ora nel 2023 a 7,5–8 € nel 2025, segnale di un miglioramento complessivo delle condizioni lavorative. Il 15% è assunto a tempo indeterminato. Caritas di Roma scrive che “ogni persona ha un valore immenso agli occhi di Dio e questi dati soprattutto raccontano storie di dignità ritrovata e comunità più inclusive, grazie alla collaborazione tra parrocchie, volontari, enti del terzo settore, istituzioni e imprese”.

Il cardinale Reina: questo è anche un laboratorio di carità

Negli ultimi tre anni Roma ha vissuto una fase di forte polarizzazione sociale. La pandemia ha lasciato un’eredità pesante: il 49% dei nuovi contratti attivati nel 2023 è durato meno di un mese, solo il 7% è a tempo indeterminato. La missione è accompagnare, orientare e favorire l’inserimento sociolavorativo di persone disoccupate, che vivono un contesto di fragilità. Per il cardinale Baldo Reina “questo non è solo un progetto di inclusione lavorativa, ma anche un laboratorio di carità e affonda le sue radici nella Dottrina Sociale della Chiesa, dando così valore al lavoro. Centinaia di persone hanno trovato nelle comunità parrocchiali accoglienza e ascolto. Decisivo è stato il rapporto con le istituzioni e le tante realtà che hanno preso parte al progetto. E abbiamo visto tante storie di giovani, donne sole, adulti in difficoltà che hanno trovato opportunità. Ma non possiamo fermarci perché in troppi vivono difficoltà, e Officina delle Opportunità deve diventare una iniziativa stabile”.

Il rapporto su Officina delle Opportunità
Il rapporto su Officina delle Opportunità

Tanti Neet tra gli assistiti dall'Officina

Fondamentale è stato l’apporto delle 333 parrocchie e dei 200 centri d’ascolto, grazie all’aiuto di almeno 2.000 volontari.  Le persone prese in carico hanno in media 44 anni e sono: giovani Neet (18–30 anni) che, dopo orientamento e formazione breve, trovano sbocchi in ristorazione, logistica e servizi. Adulti tra i 45–55 anni che rientrano in mansioni operaie o di servizio, valorizzando competenze pregresse. Donne, con una presenza significativa negli inserimenti sociosanitari e scolastici. Persone migranti, spesso con esperienze lavorative che possono essere spese anche in futuro.

Povertà lavorativa e povertà abitativa

Da notare poi, che due persone su dieci di quelle assistite vivono in situazioni di precarietà, e solo una su dieci in casa di proprietà. E il quadro che emerge dalla loro situazione lavorativa è emblematico: Il 65% dei beneficiari è disoccupato, un quarto dei quali in condizione di disoccupazione di lunga durata. Il 18% è occupato in forme precarie (contratti a chiamata, part-time involontari, lavoro informale). Le ultime esperienze lavorative più frequenti riguardano i servizi alla persona (colf, badanti, assistenti familiari), la logistica, la ristorazione, il commercio, l’artigianato e l’edilizia. Si tratta di mansioni poco qualificate, spesso discontinue, che confermano la presenza di un bacino di “lavoratori poveri”. Assistiamo a una lieve prevalenza degli uomini (52%), come degli italiani (52%). Circa un terzo degli assistiti poi vive da solo e fa parte di una famiglia monogenitoriale.

Gualtieri: importante collaborazione. Rocca: rafforzare il rapporto con le imprese

Per il sindaco di Roma Roberto Gualtieri “è incoraggiante verificare come con interventi calibrati si possa creare lavoro, grazie anche alla collaborazione tra le istituzioni. Affiancare investimenti, rete territoriale, istituzioni è un’occasione feconda su cui continuare a lavorare. E questo perché c’è forte connessione tra precarietà abitativa, lavorativa e precarietà relazionale, una connessione che dobbiamo contrastare”. Il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca ha aggiunto che “le istituzioni si sono messe in ascolto, ed è fondamentale l’apporto delle parrocchie e dei suoi volontari formati. Anche io sottolineo la collaborazione tra i vari soggetti. Siamo in una fase espansiva economica nel Lazio, e dobbiamo rafforzare il collegamento tra imprese e necessità formative. Dunque, la Regione continuerà a finanziare questo progetto. In particolare, serve attenzione ai Neet, laddove finora abbiamo fallito”.

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01 ottobre 2025, 12:15