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Autorià religiose delle Chiese ortodosse e relatori durante i lavori del convegno di Salonicco Autorià religiose delle Chiese ortodosse e relatori durante i lavori del convegno di Salonicco

Salonicco, sempre più necessario il dialogo tra scienza e fede

Con il concerto "Insieme dai Balcani per l'Ecumene" si è chiuso il primo ottobre, alla presenza del patriarca ecumenico Bartolomeo, il convegno internazionale su teologia e tecnologia, un’occasione di confronto tra Chiese ortodosse e studiosi

Beatrice Guarrera - Salonicco

Teologia ortodossa e ontologia della tecnologia: la discussione su questo tema utile per affrontare le sfide del presente ha animato il dibattito del II convegno per il centesimo anniversario della rivista «Theologia», che si è concluso ieri, mercoledì primo ottobre a Salonicco. Una questione di cruciale importanza, secondo Alexandros Katsiaras, direttore della rivista che ha organizzato l’evento. "Fino ad oggi — spiega ai media vaticani — tutte le istituzioni globali hanno sollevato la questione della tecnologia solo a livello di uso buono e cattivo, credendo di poter stabilire regolamenti e leggi per proteggerci dai suoi effetti negativi". Vista la difficoltà di mettersi d’accordo nello stabilire questi termini, anche "perché lo sviluppo della tecnologia è vertiginoso", l'unica speranza  "è comprendere a livello cognitivo qual è l'essenza della tecnologia, che va oltre gli strumenti stessi. Gli strumenti stessi, in altre parole, si riferiscono a una filosofia di vita che influenza il nostro rapporto con Dio, con il prossimo e con l'ambiente". 

La parola ad Alexandros I. Katsiaras, direttore della rivista "Theologia"

Insieme, dai Balcani per l’Ecumene

Il convegno, che ha visto la partecipazione del patriarca ecumenico Bartolomeo e dei delegati delle Chiese autocefale, si è concluso nella serata di ieri con un concerto a Salonicco dal titolo: “Insieme, dai Balcani per l’Ecumene”. La conferenza è stata, infatti, anche un’importante occasione di dialogo tra i rappresentanti dell’ortodossia e tra gli studiosi, caratteristica che appartiene alla stessa «Theologia». Negli anni la rivista ha, infatti, "ospitato diversi articoli di teologi non solo ortodossi, ma anche cattolici — spiega Dimitrios Keramidas, docente alla Pontificia Università San Tommaso d’Aquino — che, con una posizione critica ma accademicamente valida, hanno affrontato tematiche del dialogo teologico e dialogo della vita cattolico-ortodossa e questo dialogo continua fino ad oggi". 

Ascolta l'intervista al prof Keramidas

Un confronto aperto

Riguardo al tema del convegno, sostiene il docente della Pontificia Università San Tommaso d'Aquino, è "bene che ci sia questo confronto tra fede e teologia e nuove scienze, che riguardano il nuovo universo tecnologico che si sta rapidamente evolvendo", un dialogo che le Chiese ortodosse hanno dimostrato di essere aperte a intraprendere. Le prospettive e anche le sfide pastorali, ecumeniche e sociali che si spalancano sono molteplici, tra cui la necessità di plasmare l’educazione dei giovani e di definire il rapporto tra le scienze e le altre discipline.

Il punto di vista di Gregorios, metropolita di Peristeri

Sacro e Profano

Si entra così in un terreno di scontro secolare, da sempre identificato come quello tra il sacro e profano. Ne parla ai media vaticani Gregorios (Papathomas) metropolita di Peristeri. "Quella tra sacro e profano è una disputa antica. Quando Cristo è arrivato, ha provocato tensioni nell’umanità perché ha offerto all'umanità cose nuove, una nuova prospettiva ontologica. Quindi quando abbiamo questo incontro - tra il sacro, rappresentato da Cristo, e dall'altro lato questo profano, incarnato dalla secolarizzazione della nostra epoca e anche dalla tecnologia -  è molto interessante per la Chiesa, per la teologia e molto interessante anche per la tecnologia". Sembra infatti a molti che la tecnologia, con la secolarizzazione, cerchi di dominare il messaggio di Cristo, un messaggio che comunque, attraverso di essa, può essere offerta all'umanità. "Non siamo contrari come cristiani, come teologi - osserva Gregorios  - ma allo stesso tempo dobbiamo ispirare questa tecnologia" e "offrire prospettive che siano utili per l'umanità, per l'uomo".

Dare speranza alla società

Visto che "la nostra società, la società contemporanea, pone molte sfide, riguardo a questioni scientifiche e soprattutto tecnologiche", dovrebbe essere "un dovere fondamentale della Chiesa trovare la sua parola su questo". Lo afferma Petros Panayiotopoulos, professore associato presso l'Università Aristotele di Salonicco, con una formazione scientifica, essendo laureato in Fisica. "Molte persone, credenti o meno, si preoccupano della nuova società, che sta prendendo forma grazie alle nuove tecnologie, soprattutto nel campo dell'intelligenza artificiale. Quindi - conclude il docente - i chierici,  i vescovi, i preti o i teologi devono incontrarsi, ovviamente, incontrarsi frequentemente, per trovare le loro soluzioni, le loro risposte, la speranza che devono dare alla società odierna".

Il professor Panayiotopoulos sulle sfide tecnologiche e la Chiesa

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02 ottobre 2025, 10:44