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La presentazione del Rapporto a Roma La presentazione del Rapporto a Roma

Caritas: povertà multidimensionale in aumento in Italia

Presentato a Roma il Rapporto 2025 "Fuori campo. Lo sguardo della prossimità" con focus su violenza contro le donne e sulla pratica dell’azzardo. Don Marco Pagniello: bisogna stabilire una relazione con le persone che vengono a chiedere aiuto, per costruire percorsi di fraternità

Beatrice Guarrera - Città del Vaticano

Oltre 5,7 milioni di persone e 2,2 milioni di famiglie in Italia vivono in condizioni di indigenza assoluta, a cui si affianca sempre più spesso un’ampia vulnerabilità sociale e relazionale. È quanto emerge dalle ultime rilevazioni di Caritas italiana, che hanno approfondito e ampliato i  dati diffusi da Istat il 14 ottobre. Il Rapporto 2025 su povertà ed esclusione sociale in Italia, dal titolo "Fuori campo. Lo sguardo della prossimità" —  presentato oggi, venerdì 14 novembre, presso il dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi Roma Tre — si è concentrato, infatti, non solo sui numeri delle persone in ristrettezza economica, ma anche sui fenomeni di disagio sociale e di mancanza di senso, ad esso collegati. Lo ha sottolineato don Marco Pagniello, direttore di Caritas italiana, parlando ai media vaticani: «Il Rapporto  ci dice ancora una volta come la povertà è crescente in Italia», «come aumentano le disuguaglianze nel Paese e come soprattutto la povertà si presenta: è multidimensionale e multiforme. Cioè le persone, le famiglie che si rivolgono ai nostri centri di ascolto portano due o più bisogni con loro».

Violenza contro le donne

Tra le «fatiche», che la miseria porta con sé — spiega don Pagniello —  l’organizzazione caritativa quest’anno ha scelto di puntare  l’attenzione sul tema del sovraindebitamento, e quindi sulla pratica dell'azzardo, e «di investigare sempre di più sul tema  della violenza domestica,  e quindi della violenza sulle donne». «Un fenomeno — continua il direttore di Caritas italiana — che, come sappiamo bene tutti, è crescente e che trova sempre di più dei nessi con quella che è la povertà, anche economica, relazionale che si vive all'interno di tante famiglie. Questo per noi rappresenta una sfida nei  centri di ascolto», perché  «quando una donna si rivolge a noi», si possa arrivare a capire «qual è il vero problema che si porta dentro». Nel 76% dei casi le donne che accedono ai centri antiviolenza, per esempio, non sono economicamente autonome. Quindi, oltre all'aspetto materiale, vanno intercettate le potenziali situazioni di disagio che affrontano. Un altro dato che emerge dal Rapporto, è che quella psicologica si conferma la forma di violenza contro le donne più diffusa, seguita da quella fisica e sessuale. 

Crescono le disparità sociali

Negli ultimi dieci anni, a fronte dell’aumento  del 43,3% delle famiglie in condizione di indigenza assoluta in Italia, anche il numero delle persone che si è rivolto ai centri Caritas ha visto un’impennata: + 62,6% rispetto al 2014.  Nel 2024 l’organizzazione caritativa ha sostenuto 277.775 famiglie, pari al 12% di quelle in indigenza assoluta, con un aumento del 3% rispetto al 2023.  La Chiesa, dunque, continua a farsi carico degli esclusi: «Ce ne occupiamo noi — ha aggiunto don Pagniello — perché crediamo nella giustizia sociale, perché pensiamo che sia importante offrire a tutti le stesse occasioni di crescita, di sviluppo», in un Paese dove crescono sempre più le disuguaglianze. Le disparità continuano sul piano educativo, sanitario — dove soprattutto gli anziani rinunciano a  curarsi per la difficoltà di accesso al sistema di cura —  e sul piano energetico, viste le tante persone che si rivolgono a Caritas perché fanno fatica a pagare le bollette di casa.

Ascolta l'intervista a don Marco Pagniello

Prevenzione contro l'azzardo

Tornando sul tema dell'azzardo, don Pagniello ha sottolineato che «non è un gioco, ma è una pratica che porta tante persone poi a scivolare anche nella piaga dell’usura». Il volume monetario del gioco d’azzardo mostra una crescita inarrestabile, secondo Caritas: dai 35 miliardi di euro giocati nel 2006 siamo giunti ai 157 miliardi giocati nel 2024 (+349%). «È impressionante il numero di ore che gli italiani hanno impegnato in questa pratica. Un tempo che viene tolto alle relazioni in famiglia, alle relazioni amicali», osserva il sacerdote: «Su questo abbiamo bisogno di fare tanta educazione, di parlarne chiaramente, di dare un nome al fenomeno sempre più chiaro e di mettere in allerta anche i giovani».

Costruire fraternità

A quasi trent’anni di distanza dalla prima edizione ("I bisogni dimenticati", 1996), il Rapporto povertà di Caritas italiana continua dunque a soffermarsi su una serie di fenomeni sociali lontani dall’agenda politica e comunicativa. Sono fenomeni “fuori campo”, come il titolo dato alla ricerca del 2025, che costituisce anche un invito agli operatori a stabilire una relazione con le persone che vengono a chiedere aiuto per costruire percorsi di fraternità. «Questa credo che sia la grande sfida ed è anche il segno di quella fedeltà al Vangelo che ci chiede di amare l’altro nella sua completezza, rispondendo anche a quei bisogni di senso e bisogni spirituali», conclude don Pagniello.

Un invito a una conversione comunitaria

Alla presentazione del Rapporto 2025, è intervenuto anche Carlo Roberto Maria Redaelli, arcivescovo di Gorizia e presidente di Caritas italiana, che ha voluto leggere alcuni passaggi dal Messaggio di Papa Leone XIV per la IX Giornata mondiale dei  poveri, in programma domenica. È  forte, in questo tempo, ha detto l’arcivescovo, la necessità di una cultura che promuova la fraternità, perché «la povertà non si contrasta da sola, si affronta insieme. Nessuna legge basta se non è animata da una visione comune di giustizia e fraternità». Il Rapporto, ha concluso Redaelli, si trasforma così in un invito a una «conversione comunitaria».

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14 novembre 2025, 14:23