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La tutela dei diritti dei minori, specie i piccoli migranti La tutela dei diritti dei minori, specie i piccoli migranti  (ANSA)

Caritas Roma: cura e amore per migliorare la condizione dei minori

Una giornata di studio intitolata ‘Coltivare il diritto alla speranza’ presso il polo ‘Don Pino Puglisi’ per ribadire la necessità di agire a favore dei più piccoli in occasione della Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza

Eugenio Bonanata – Città del Vaticano

C’è ancora tanto da fare per la tutela dei diritti dei minori. La situazione è davvero allarmante anche nel territorio della Diocesi del Papa, soprattutto nei quartieri periferici della città di Roma. Questo è quanto ribadito nel corso di un incontro organizzato dalla Caritas diocesana in occasione dell’odierna Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. "Coltivare il diritto alla speranza", il titolo dell’appuntamento che si è svolto presso il Polo della Carità "Don Pino Puglisi".

Il problema dell'affidamento dei minori

Giustino Trincia, direttore della Caritas diocesana di Roma -  sulla scia del recente rapporto di Save the Children ‘XVI Atlante dell'Infanzia (a rischio) - Senza Filtri’ - ha parlato di un quadro davvero impressionate segnato dal costante aumento di fenomeni che interessano l’infanzia e l’adolescenza. Tra questi Trincia ha ricordato la salute mentale, le dipendenze (non solo da sostanze stupefacenti e alcool, ma anche dalle scommesse e dal gioco d’azzardo, soprattutto on line) e lo sfruttamento minorile (quindi prostituzione, lavoro in nero, microcriminalità). “Nel 2022, solo a Roma, sono stati ben 2.208 i bambini e gli adolescenti dimessi dagli ospedali dopo un ricovero in neuropsichiatria infantile”, ha precisato Trincia che ha elencato altre criticità. “Abbiamo un enorme problema che riguarda l’affidamento di minori ai servizi sociali. Stiamo parlando di migliaia e migliaia di casi per singolo Municipio”.

A completare il quadro ci sono altri dati in merito alla percentuale di minori che vivono in stato di povertà relativa o che sono rischio di povertà ed esclusione sociale. E destano particolare preoccupazione anche i numeri sulle condizioni abitative. “Nel 2023 – ha sottolineato il direttore di Caritas Roma - il 49,6% dei minori viveva in situazioni di sovraffollamento abitativo, mentre il 23,4% viveva in abitazioni con problemi strutturali o di umidità”. In tutto questo non meraviglia il anche un altro dato  evidenziato dall’intervento di Trincia: “Solo il 52,4% dei bambini e dei ragazzi tra i 6 e i 17 anni ha l'abitudine della lettura di libri”.

La famiglia del Centro "Don PIno Puglisi"

Ci sarebbe anche da ricordare che ci sono anche giovani in possesso della sola licenza media e altri che non studiano e non lavorano. Ma la domanda è: cosa fare di fronte a tutto questo? Per Trincia “occorre dare testimonianza di un rapporto di amore gratuito e professionale dei confronti dei minori, di qualunque nazionalità e appartenenza etnica e religiosa essi siano”. Ed è quello che si cerca di fare nel centro "Don Pino Puglisi’" una struttura della Caritas diocesana che attraverso diversi servizi offre accoglienza a giovani, famiglie, stranieri, vittime di violenza e torture, persone in difficoltà sul fronte lavorativo. “Qui - ha spiegato Trincia - si colloca ogni forma di sostegno che occorre dare alle famiglie, alle madri e ai padri, non di rado alle prese con una molteplicità di problemi e di carenze che finiscono per causare disagi e dolori proprio ai loro figli, oltre che a loro stessi”.

Dare testimonianza significa anche promuovere consapevolezza, come nell’ambito dell’incontro che ha visto la presenza degli studenti delle scuole ubicate nel quartiere. “Formazione e informazione sono fondamentali”, ha detto il direttore sottolineando l’importanza delle testimonianze all’insegna dell’ascolto e dell’accoglienza fornite da operatori e ragazzi ospiti delle strutture che si sono susseguite durante la mattinata.

Pietro, il medico di Lampedusa

I cuori di tutti i presenti sono stati profondamente toccati dalla testimonianza di Pietro Bartolo, il medico che per anni ha operato a Lampedusa – in qualità di responsabile del poliambulatorio dell’isola - al fianco dei migranti appena sbarcati. Le sue parole, suffragate da foto e filmati, hanno fatto commuovere. Ed è difficile riassumerle in poche righe. Di certo servite a far capire la necessità di rimuovere pregiudizi e ignoranza quando si parla del tema dell’immigrazione e delle traversate. “Si dicono tante bugie su questo tema”, ha ripetuto lamentando una narrazione parziale nonché il silenzio su tanti aspetti che invece denotano una grande sofferenza vissuta da queste persone costrette ad abbandonare le proprie case per mancanza di sicurezza e di prospettiva. “Non c’è un’invasione, non rubano il lavoro e non portano malattie gravi”, ha affermato. Da qui una richiesta precisa agli studenti: “Ragazzi informatevi e non fatevi ingannare dal racconto che presenta queste persone come dei mostri!”.

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24 novembre 2025, 17:42