CEI e UCEI, contrastare antisemitismo e pregiudizi con educazione e dialogo
Roberto Paglialonga - Città del Vaticano
La cultura, il dialogo e la conoscenza per contrastare e vincere l’antisemitismo, la falsa informazione, l’odio e i pregiudizi verso chi professa una fede differente. “Il progetto delle Schede per conoscere l’ebraismo è imbevuto dello spirito della Nostra Aetate: un documento che, nell’aprire al dialogo con le altre religioni, ci ha insegnato che la prima grande cosa è conoscere, e conoscere per ri-conoscere”. Ne è convinto monsignor Derio Olivero, vescovo di Pinerolo e presidente della Commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo della Conferenza episcopale italiana, intervenuto ieri sera a Palazzo Borromeo, sede dell’ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, per la presentazione – in occasione del 60° anniversario della dichiarazione conciliare Nostra Aetate – del volume Sedici Schede per conoscere l’ebraismo, un progetto destinato al mondo delle scuole, e realizzato in collaborazione tra Cei e Unione delle comunità ebraiche italiane (Ucei).
Olivero: ci aiutiamo a rispettare la verità dell’altro
Ai media vaticani, a margine del convegno, il presule spiega come “queste schede, preparate insieme da ebrei e cattolici nel corso di vari anni di lavoro, ci possano aiutare ad andare oltre i pregiudizi e rispettare davvero la verità dell’altro”. Ed evidenzia il loro valore per insegnanti e studenti in particolare in due punti: contenuti e metodo. I primi “sono stati approvati direttamente dalle autorità ebraiche e sono, pertanto, autentici e oggettivi, contro il rischio del mondo moderno che è quell’opinionismo, per cui vale solo ciò che si pensa senza aver bisogno di ricercare l’oggettività della verità”. Il metodo, poi, “indica che queste sono state realizzate insieme, nascono da un dialogo. Questo progetto ci insegna pertanto l’importanza della ricerca dell’oggettività e di una posizione dialogica con gli altri”.
L’antisemitismo un virus da combattere
Un percorso che, partito inizialmente da 16 voci, si è nell’ultimo periodo arricchito con altre otto, affrontando i temi peculiari della tradizione ebraica, e che arriva a una nuova fase di maturazione, proprio in un momento di forte tensione geopolitica in Medio Oriente, di ritorno del fenomeno dell’antisemitismo in Europa e di alcune incomprensioni anche tra Chiesa cattolica e mondo ebraico. Il difficile contesto internazionale ha avuto ricadute “anche a livello italiano, ma nonostante qualche cattiva interpretazione e qualche incomprensione, aggiunge Olivero, non sono mai calati il dialogo e la voglia comune di confrontarsi. E queste schede sono lì a testimoniarlo”. A condannare l’antisemitismo sono arrivate alcuni giorni fa anche le parole dure di Papa Leone: “L’antisemitismo è un problema purtroppo, è una brace sempre pronta a divampare. La situazione geopolitica ha riaperto sicuramente le porte a questo virus maledetto, contro cui dobbiamo combattere e contro cui la Chiesa cattolica ha però preso posizione chiara e netta”, conclude il vescovo.
Un pregiudizio strutturato nei secoli
Su questo tema, anche la presidente dell’Ucei, Noemi Di Segni, ai nostri microfoni dice: “Purtroppo il pregiudizio antiebraico esiste e si è strutturato nei secoli, è una caratteristica della società europea. Esso è l’autostrada su cui viaggiano le fake news e le distorsioni, per non parlare di chi scientemente instilla odio per fomentare quella propaganda. L’abitudine a certi registri qui in Europa senza però capire quelli del Medio Oriente consente a questa propaganda di diffondersi, e questo avviene perché c’è un pregiudizio di fatto”. Con l’antisemitismo, attacca, “riemerge ciò che abbiamo vissuto in secoli e secoli e che dal 7 ottobre 2023 si è riproposto anche con una forma di ribaltamento, addirittura abusando dei simboli della Shoah per spiegare Israele e gli ebrei”. Per questo, con il progetto sviluppato insieme alla Cei, “vogliamo dare una risposta attraverso la condivisione dei testi scolastici, e aiutare a distinguere il linguaggio della propaganda e della disinformazione dai fatti che realmente accadono”.
Dopo la scuola, arrivare anche nei contesti meno strutturati
“Finora abbiamo lavorato sul segmento della formazione, che è un canale strutturato. E questo è fondamentale”, ha affermato ancora la presidente dell'Ucei. “Ora però la sfida è sui contesti meno strutturati, capire come arrivare a situazioni dove i ragazzi sono più raggiungibili e si incontrano quotidianamente. Penso per esempio già agli asili, per i più piccoli, dove anche si potrebbe lavorare con attività pratiche; o a tutte le periferie, le parrocchie, le chiese, le sedi lontane, dove ci si ritrova in momenti di convivenza quotidiana. Far capire al mondo cattolico quanto l’ebraismo è fondamento del cristianesimo e del cattolicesimo. Non si tratta solo di insegnare la Shoah, ma aiutare a capire la complessità delle cose, perché dobbiamo preoccuparci di quale sarà la classe dirigente di domani in Italia, così come i suoi cittadini”.
Le voci delle Schede per conoscere l’ebraismo
Le voci delle singole schede sono destinate a entrare nei libri di testo per l’insegnamento della religione cattolica (Irc). Presentate nel corso della conferenza da don Giuliano Savina, direttore dell’Ufficio nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della Cei, e dalla professoressa Livia Ottolenghi, assessora all’Educazione e ai giovani dell’Ucei, sono suddivise in tre grandi aree: i concetti fondamentali (come “Bibbia ebraica” o “Il nome di Dio”); la vita della comunità ebraica, con approfondimenti per esempio su “il calendario ebraico” o “il ciclo della vita”; la storia dell’ebraismo (“Gesù/Yeshua ebreo”, “il popolo d’Israele e la terra d’Israele”). Il percorso lavoro, hanno sottolineato i due relatori, “si è basato su alcune parole chiave: incontro, sinergia, condivisione, coesione sociale, amicizia”. Durante l’evento, dopo i saluti inziali dell’ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede, Francesco Di Nitto, sono intervenuti anche, tra gli altri, il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei; Rav Alfonso Arbib, presidente Assemblea rabbinica italiana, (in videocollegamento); il rabbino capo della Comunità ebraica di Roma, Rav Riccardo Shemuel Di Segni.
Zuppi: sbagliatissimo equiparare “ebreo” alle posizioni del governo israeliano
Anche il cardinale Zuppi, fermandosi con i giornalisti ha ribadito che “sull’antisemitismo non possiamo abbassare la guardia, perché esso si nutre di ignoranza e pregiudizio”. L’intenzione della Chiesa, dunque – ha aggiunto – "non è solo volta ad un corretto rapporto col popolo ebraico ma al rispetto che porta il peso di duemila anni di storia di sofferenza e anche di falsificazione, e le falsificazioni ancora esistono”.
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