Nigeria, il grande imam di Al-Azhar condanna il rapimento in una scuola cattolica
Federico Piana - Città del Vaticano
Una decisa e forte condanna accompagnata da un’inequivocabile solidarietà alle famiglie delle vittime. È quella che oggi è stata espressa dal Consiglio musulmano degli anziani presieduto dal grande imam di Al-Azhar, Ahmed Al-Tayeb, per deplorare il rapimento, in Nigeria, di oltre 300 tra studenti ed insegnanti avvenuto venerdì scorso nella scuola cattolica St. Mary’s School di Papiri, nella zona centro settentrionale di Agwara. Il Consiglio musulmano ha inoltre chiesto un’azione “internazionale urgente e unitaria per l'immediato rilascio di tutti gli ostaggi, il rafforzamento della protezione delle istituzioni educative e la garanzia che crimini così orribili non si ripetano”.
Liberati altri ostaggi
Ieri il presidente, Bola Tinubu, che aveva disdetto tutti gli appuntamenti internazionali per seguire da vicino l’escalation di sequestri ed uccisioni, ha confermato che 50 studenti della St. Mary’s School sono riusciti a fuggire durante l’incursione delle bande armate mentre ha rivelato che le forze dell’ordine sono riuscite a liberare una trentina dei fedeli rapiti martedì scorso nella chiesa apostolica Christ Church di Eruku, nello Stato di Kwara, nell'ovest del Paese. “Il mio governo è determinato reprimere il terrorismo ed il banditismo” ha dichiarato Tinubu.
Criminali comuni
“I rapitori sono quasi sicuramente dei criminali che cercano un guadagno illecito chiedendo un riscatto per liberare i ragazzi che hanno catturato” ha fatto sapere, in una nota inviata all’agenzia Fides, monsignor Bulus Dauwa Yohanna, vescovo di Kontagora, la diocesi nella cui giurisdizione ricade la St. Mary’s School. “Siamo impegnati a fondo – ha concluso il vescovo- perché tutti coloro che sono rapiti possano tornare a casa sani e salvi. Continuiamo a collaborare con le forze di sicurezza e tutte le parti interessate, e invitiamo la popolazione a rimanere calma, di continuare a pregare e di supportare le azioni per il ritorno dei sequestrati”.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui