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Papa Francesco e l'Imam Al-Tayeb di Al-Azhar a Abu Dhabi per la firma del documento sulla fratellanza umana, 4 febbraio 2019 Papa Francesco e l'Imam Al-Tayeb di Al-Azhar a Abu Dhabi per la firma del documento sulla fratellanza umana, 4 febbraio 2019

Dalla CEI e dal Pisai undici schede per conoscere l’islam e favorire la pace

Presentato a Roma il progetto di Conferenza Episcopale italiana e Pontificio istituto di Studi arabi e d'islamistica a sostegno della conoscenza reciproca tra cristianesimo e mondo musulmano

Luisa Locorotondo - Città del Vaticano

La firma da parte del Papa e del Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad al-Tayyeb, ad Abu Dhabi il 4 febbraio 2019, del Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune è stato l’ultimo atto di un percorso di incontri, condivisione, studio comune tra cristiani cattolici e musulmani. Una volontà di conoscenza e dialogo ha portato a elaborare un testo come invito all’umanità intera a una conversione alla fratellanza.

Guardando al Documento sulla fratellanza umana

Non certo con la medesima notorietà e portata, ma quanto è accaduto lunedì 10 novembre, a Roma, presso il Pontificio istituto di studi arabi e di islamistica (Pisai) è un fatto simile a quello di Abu Dhabi. Infatti, dopo un percorso di alcuni anni, un gruppo costituito da cattolici e musulmani, ha scritto delle schede — per il momento 11 — di presentazione della religione musulmana, confluite nel volume scaricabile online “Schede per conoscere l’Islam”. L’iniziativa giunge a compimento in modo analogo alla precedente realizzazione di alcune schede sull’ebraismo e si colloca proprio nell’anno in cui si celebrano i 60 anni della Dichiarazione conciliare Nostra aetate. L’egida di tale impresa è quella di due uffici della Conferenza episcoplae italiana (Cei): quello per la scuola, l’educazione e l’università e quello per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, ma con il fondamentale apporto del Pisai. 

L'apporto del Pisai

Numerose sono state le voci intervenute alla presentazione, tra cui il preside del Pisai, Wasim Salman e il segretario generale della Cei, monsignor Giuseppe Andrea Salvatore Baturi, entrambi firmatari dell’introduzione all’opuscolo. «Queste schede — ha detto Baturi — sono dei ponti. I ponti servono per essere attraversati, per unire sponde diverse, per favorire che le parti non siano rivali, ma strumenti di pace e comunicazione». Hanno preso la parola poi i quattro estensori dei testi, due cattolici — don Valentino Cottini e Anna Canton — e due musulmani — Adnane Mokrani e Nadjiia Kebour. Tutti hanno messo in evidenza la bellezza e l’arricchimento reciproco vissuti nel portare avanti la scrittura delle schede. 

Demolire pregiudizi e paure

Mokrani ha condiviso l’importanza che molti genitori musulmani danno sia alle scuole cattoliche sia all’insegnamento della religione cattolica in classe. Infatti, sono numerosi gli alunni musulmani che partecipano alle lezioni, proprio perché tale opportunità sostiene l’esperienza religiosa.  Nadjiia Kebour, originaria dell’Algeria, ma da molti anni in Italia, ha sottolineato con forza l’importanza enorme del lavoro compiuto per demolire pregiudizi e paure che rendono la percezione dell’islam un problema e una minaccia, oscurando completamente la sua vera fisionomia. È stato un atto di responsabilità e di verità la scrittura delle schede, “Dio non ama la falsità”, sentenzia con vigore Kebour.

Testimonianze preziose

Assai significativi i tre interventi dei rappresentanti delle associazioni musulmane italiane: Massimo Abdallah Cozzolino, presidente della Confederazione islamica italiana (Coii), per il quale le schede sono sia un eccellente esempio di metodo sia un  dono al servizio di quell’importante esperienza che è la scuola; poi Mustafa Roma, Segretario della Comunità religiosa islamica italiana (Coreis), il quale, dopo aver condiviso che i suoi figli frequentano l’ora di insegnamento della religione cattolica, proprio perché essa è una possibilità importante di crescita dove gli studenti possono imparare a conoscersi reciprocamente anche nella loro dimensione religiosa che resta una dimensione antropologica fondamentale e irrinunciabile, ha auspicato che il lavoro condiviso per le schede possa continuare anche con un sempre maggiore coinvolgimento diretto delle associazioni musulmane.  Infine, Abdelhafid Kheit, vicepresidente dell’Unione comunità islamiche italiane (Ucoii), tra le varie considerazioni ha chiosato il suo intervento con una bella citazione di Andrea Camilleri: «Non bisogna avere paura dell’altro, perché tu rispetto all’altro, sei l’altro».

Un nuovo tassello nel dialogo tra le fedi

L’incontro, svoltosi all’interno della biblioteca del Pisai, si è concluso con due consegne simboliche e generative. La prima è stata ad alcuni editori invitati, i quali terranno in considerazione le schede nella produzione dei libri di testo scolastici. La seconda consegna al preside del Pisai che ha inserito — con un gesto simbolico —  l’opuscolo tra i numerosi volumi della prestigiosa biblioteca. Ai delegati del dialogo interreligioso ed ecumenico adesso è affidata la missione di portare nei territori la diffusione delle schede affinché si possano avviare percorsi di formazione a partire da esse e rispondere a bisogni pastorali e sociali. Questo lo scopo del protocollo messo in atto dagli uffici della Segreteria generale della Conferenza episcopale italiana Cei (Ufficio nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso Unedi, Ufficio nazionale per l’educazione, la scuola e l’università Unesu; Servizio nazionale per l’insegnamento della religione cattolica Irc)  che mira a sostenere i territori nelle proposte formative che possono essere avviate e a implementare e rafforzare quelle relazioni tra credenti di varie fedi che si impegnano per la coesione sociale, il bene comune e la pace.

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11 novembre 2025, 16:06