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Elettori sloveni ai seggi per il referendum sul fine vita Elettori sloveni ai seggi per il referendum sul fine vita

Slovenia, no alla legge sul suicidio assistito. I vescovi: ogni vita è preziosa

Respinta con un referendum la legge, approvata a luglio, sul fine vita. Oltre il 53% i no e un'affluenza alle urne di quasi il 40,94 per cento. La norma respinta avrebbe dato a un paziente adulto capace di intendere e di volere il diritto di porre fine volontariamente alla propria vita in caso di sofferenza insopportabile a causa di una malattia

Giovanni Zavatta - Città del Vaticano

"Siamo lieti che abbia trionfato la consapevolezza che ogni vita umana è preziosa e inviolabile e che dobbiamo impegnarci a proteggerla come il valore più alto, indipendentemente dalle circostanze": non nasconde la soddisfazione il vescovo di Novo Mesto, Andrej Saje, presidente della Conferenza episcopale slovena, che in una dichiarazione accoglie "con gratitudine" l’esito del referendum svoltosi ieri, 23 novembre, nel quale la maggioranza dei cittadini ha votato contro la legge sul suicidio assistito. I No sono stati il 53,44 per cento, i Sì il 46,56 per cento, l’affluenza alle urne del 40,94 per cento. Gli elettori sloveni hanno dunque deciso di respingere la legge sulla fine volontaria assistita della vita, approvata a luglio, che avrebbe dato a un paziente adulto capace di intendere e di volere il diritto di porre fine volontariamente alla propria vita in caso di sofferenza insopportabile a causa di una malattia incurabile o di altri gravi problemi di salute permanenti.

Un voto che rispetta la dignità umana

Il risultato, ha detto monsignor Saje, significa che "abbiamo scelto il rispetto della dignità umana e la strada della protezione della vita in tutti i suoi periodi, fino alla morte naturale inclusa. La campagna referendaria ci ha unito. Ha risvegliato le nostre comunità e i singoli individui". In numerose parrocchie e comunità religiose, "abbiamo riscoperto l’importanza di questioni esistenziali fondamentali come la vita, la malattia, la sofferenza, la cura dei malati, la morte. È stato prezioso aver agito uniti e insieme in difesa della vita. Questo dibattito ci ha incoraggiato a riflettere su cosa significhi la vulnerabilità umana e su come accompagnare responsabilmente una persona nelle prove, in cui la fede in Dio ha un posto insostituibile".

Il ruolo dell'associazionismo

Il presidente dell’episcopato ringrazia in particolare il Movimento per la vita, l’Associazione dei medici cattolici sloveni, il portale Pridi.com dell’arcidiocesi di Ljubljana e tutti coloro che "hanno difeso pubblicamente le posizioni cattoliche sul suicidio assistito", che "hanno contribuito con impegno a sensibilizzare sul valore della vita umana e sull’inammissibilità di interventi volti a porre fine alla vita con violenza" e anche quanti "hanno pregato con insistenza". Come comunità e come cittadini, «"bbiamo ricevuto un’esperienza preziosa, una consapevolezza più profonda che la vita è un dono e che siamo chiamati alla solidarietà reciproca, soprattutto verso chi soffre o è solo".

Puntare sulle cure palliative

Secondo monsignor Saje, il risultato di ieri è "un chiaro segnale al Paese e all’intera comunità sociale: dobbiamo impegnarci di più per sviluppare e rendere accessibili cure palliative di qualità, rafforzare il sistema sanitario, alleviare il carico di lavoro degli operatori sanitari e creare condizioni migliori per lavorare e prendersi cura dei più vulnerabili, degli anziani e dei sofferenti. Solo una società che sa prendersi cura dei più deboli può costruire un futuro basato sulla compassione, sulla giustizia e sul vero rispetto per le persone", conclude il presule.

Provvedimento sospeso

Dopo l’approvazione di quest’estate, un comitato promotore di cittadini aveva raccolto più di 40.000 firme contro la legge ottenendo l’indizione del referendum. L’esito di ieri ha di fatto sospeso il provvedimento. I sostenitori del suicidio assistito si sono detti delusi pur esprimendo la convinzione che in futuro verrà approvata una nuova misura. Il primo ministro Robert Golob (favorevole al suicidio assistito) ha dichiarato che, sebbene l’attuale disegno di legge sia stato respinto, "la sfida che stiamo affrontando rimane. Non si tratta di una questione politica; è sempre stata una questione di dignità, diritti umani e scelta individuale" poiché la legge "offre alle persone la possibilità di morire con dignità e di decidere autonomamente come e quando porre fine alle proprie sofferenze".

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24 novembre 2025, 11:58