India, l'arcidiocesi di Bangalore apre un nuovo centro per i migranti
Vatican News
L’arcidiocesi di Bangalore, in India, ha inaugurato il Pope Francis Migrant’s Centre & Short Stay Home, un centro per migranti realizzato in collaborazione con i Missionari Scalabriniani. L'iniziativa mira a coniugare la cura pastorale con la convinzione condivisa che ogni migrante meriti sicurezza, dignità e un luogo da chiamare casa. La cerimonia di apertura, svoltasi ieri, 3 dicembre, ha incluso la benedizione dei vari piani dell'edificio e l'esposizione della pietra inaugurale, alla presenza del cardinale Silvano Tomasi, dell'arcivescovo di Bangalore Peter Machado e dei vescovi ausiliari Arokiaraj Sasi Kumar e Joseph Susainathan.
Accoglienza come "Vangelo vivente"
Nel suo intervento, il cardinale Tomasi ha richiamato la missione perenne della comunità ecclesiale in un mondo in rapido cambiamento. «La Chiesa è viva qui e ora ogni volta che si china a prendersi cura dei migranti. Ogni gesto di accoglienza è un Vangelo vivente», ha affermato, elogiando la collaborazione tra l’arcidiocesi e gli Scalabriniani e sottolineando che il nuovo centro rappresenta una concreta espressione di fede: un rifugio per gli affaticati, un ponte per gli sfollati e una fonte di speranza per tutti coloro che varcheranno le sue porte.
La vicinanza del Governo
È intervenuto poi il ministro dell'Energia del Karnataka, dove si trova Bangalore, Shri K.J. George, che ha condiviso la storia migratoria della propria famiglia, ricordando come i suoi antenati si fossero spostati dalla Siria al Kerala circa 1.600 anni fa, e come egli stesso si fosse trasferito a Bangalore in cerca di opportunità e crescita. Esprimendo apprezzamento per l’impegno della Chiesa nel servizio umanitario, ha aggiunto: "Il Governo sarà sempre al fianco della Chiesa cattolica nei suoi sforzi per costruire una società in cui tutti — migranti o locali — possano vivere con dignità e fiducia".
La pastorale dei migranti
I presenti hanno poi ascoltato i messaggi di diversi leader ecclesiali impegnati nella pastorale dei migranti. Il presidente della Commissione CCBI per i Migranti, monsignor Victor Henry Thakur, ha ricordato che ogni migrante "non dovrebbe mai sentirsi solo" e che la Chiesa "deve essere una casa che ascolta, protegge e cammina con loro". L'arcivescovo metropolita di Ranchi e segretario generale della CCBI, Vincent Aind, ha invece riflettuto sulle sfide pastorali poste dalla migrazione moderna, affermando che "la mobilità umana ci invita a essere creativi, compassionevoli e coraggiosi nella nostra risposta. La presenza di questo Centro è un segno che la Chiesa è attenta e pronta a rispondere".
La missione degli Scalabriniani
Padre Leonir Chiarello, superiore generale degli Scalabriniani, ha ricordato che da oltre cent’anni "la nostra missione è accompagnare i migranti con compassione e professionalità. Questo Centro continua tale missione, assicurando che nessun migrante sia trascurato o lasciato senza supporto". A completamento di questa visione collaborativa è intervenuto padre Ignacio Gutiérrez, superiore provinciale, che ha illustrato i principi guida del loro lavoro: comunicazione, collaborazione, cooperazione e coordinazione. "Queste quattro C", ha spiegato, "ci ricordano che il servizio ai migranti è una missione condivisa. Quando uniamo cuore e mani, il nostro impatto diventa trasformativo".
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