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L'evento svoltosi oggi in Sala Marconi L'evento svoltosi oggi in Sala Marconi 

Cina e cristianesimo, un ponte che si va costruendo

Presentato oggi presso la Sala Marconi il nuovo volume di Chiaretto Yan, “Il mio sogno cinese”. Hanno partecipato Agostino Giovagnoli, padre Spadaro e padre Lombardi, moderati da Gianni Valente. L’autore: “Spero che il Papa possa visitare il mio Paese e che la Cina possa accogliere la luce del Vangelo”

Guglielmo Gallone – Città del Vaticano

«Il mio sogno cinese è essere un ponte tra il cristianesimo e la Cina: io spero che il Papa possa visitare il mio Paese e che la Cina possa accogliere la luce del Vangelo». È da questa immagine e da questo auspicio che prende avvio la testimonianza, rilasciata ai media vaticani, di Chiaretto Yan, focolarino cinese e autore del volume "Il mio sogno cinese. Dialoghi e incontri con il cristianesimo", presentato questo pomeriggio presso la Sala Marconi di Palazzo Pio.

Il mio sogno cinese. Dialoghi e incontri con il cristianesimo

Da dove nasce il sogno

Un sogno nato dalla convinzione secondo cui il cristianesimo non è un corpo estraneo alla cultura cinese, bensì un interlocutore possibile perché, ci racconta Chiaretto, «in ogni uomo vive un desiderio universale di verità, bontà, bellezza e amore, un anelito profondo che attraversa culture e tradizioni diverse e che nel cristianesimo trova la proposta di una relazione personale con Dio. Io da una parte sono un cattolico cristiano – prosegue l’autore – e dall’altra parte sono cinese. La fede cristiana mi dice che Dio ci viene incontro, si è incarnato per amore degli uomini. Questa iniziativa di Dio verso l'uomo è la Rivelazione. E le altre culture, così come le altre religioni, sono anch’esse uno sforzo da parte dell'uomo nel ricercare Dio: perciò credo queste due direzioni s'incontrano, non sono in contraddizione».

Ascolta l'intervista con l'autore del libro, Chiaretto Yan

Una vicinanza d’intenti

Seguendo questo spirito, l'autore ha deciso di puntare su cinque campi di ricerca che potrebbero accumunare l'incontro tra cultura cinese e cristianesimo: filosofia, ecologia, politica, economia e dialogo culturale. «Sono tutti temi di grande attualità – osserva Chiaretto Yan – e sono una sfida comune per l'intera umanità. Lo abbiamo visto nel pontificato di Papa Francesco, nelle encicliche Laudato Si' o Fratelli Tutti, ma lo vediamo anche nel dibattito contemporaneo cinese. L’aspirazione a una vita migliore per la Cina non è solo un obiettivo nazionale, è una ricerca universale, che riguarda tutti e che rimanda al bene comune». Una vicinanza d’intenti che si basa anche sulla tradizione cinese, «il cui pensiero include confucianesimo, taoismo e buddhismo – riprende Chiaretto –. Confucio dice: “Non possiamo saperne abbastanza di questa vita, quindi non approfondisco la conoscenza dell’aldilà”. Laozi dice: “Chi sa non parla, chi parla non sa”. Queste affermazioni non rimandano a un rifiuto del trascendente, bensì a un atteggiamento di umiltà: l’aldilà è un mistero e l’uomo non lo possiede, può solo avvicinarvisi. Si tratta, in fondo, di un atteggiamento di apertura, che riconosce il limite del linguaggio e della ragione, ma che trova un punto di contatto col cristianesimo. Perché se in Occidente la dialettica è spesso stata pensata come conflitto, secondo schemi filosofici come quelli di Hegel, nel taoismo essa assume piuttosto la forma dell’armonia: yin e yang non si oppongono per annullarsi, ma si richiamano e si completano». E in questa logica l’autore vi vede la “dialettica dell’amore” propria del cristianesimo, in particolare il mistero di Cristo sulla croce, che si annienta, fa spazio, accoglie il vuoto per compiere la volontà del Padre. «Anche nel linguaggio filosofico cinese – osserva Yan – il rapporto tra essere e non-essere non è distruttivo, ma generativo: è dalla loro relazione che nasce l’armonia. Ed è qui che il dialogo si fa più profondo, fino a permettere di parlare».

L’evento svoltosi presso Palazzo Pio

E proprio il dialogo è stato al centro dell’evento svoltosi presso la Sala Marconi, cui hanno partecipato il professor Agostino Giovagnoli, docente di Storia contemporanea all’Università Cattolica del Sacro Cuore, padre Federico Lombardi S.I., presidente della Fondazione vaticana Joseph Ratzinger – Benedetto XVI, e padre Antonio Spadaro S.I., sottosegretario del Dicastero per la Cultura e l’Educazione. A coordinare l’incontro è stato Gianni Valente, direttore dell’Agenzia Fides, che ha esordito ricordando la presentazione, avvenuta dieci anni fa, del primo volume di Chiaretto, dal titolo Il Vangelo oltre la Grande Muraglia, non per malinconia bensì perché «quando si parla del rapporto tra Cina e cristianesimo bisogna tenere conto del valore del tempo, dell’importanza di aprire e rispettare i processi». In effetti, ha poi ripreso il professor Giovagnoli, «più importante di ogni accordo, c’è il dialogo, la volontà di trovare una soluzione comune ai problemi e di lasciare aperta una porta alla speranza. Storia e dialogo: sono questi due gli elementi portanti, intrecciati, che ritrovo in questo libro. Il problema è che il contesto storico in cui viviamo oggi, in cui realismo e pessimismo si mischiano, in cui vige la regola del più forte, non sembra essere favorevole al dialogo».

Il coraggio del dialogo

E allora ancor più per questo motivo il libro di Chiaretto diventa coraggioso, come osservato da padre Spadaro, secondo cui «la Cina non è il passato né il presente ma il futuro. E il futuro si declina proprio con la parola sogno. Il sogno di Chiaretto, che in fondo è il nostro sogno. Non è un’utopia astratta o una categoria ideologica: si tratta della possibilità reale di un incontro. Affinché ciò avvenga, è però necessario un cambio di prospettiva. E questa è l’essenza del termine “sinizzazione”: cioè, la consapevolezza secondo cui la Cina può dare un contributo fondamentale al cristianesimo universale. Come la filosofia taoista può plasmare e ripensare il cristianesimo oggi?». Ecco dunque emergere dal libro di Chiaretto non un solo sogno, ha osservato padre Lombardi, «bensì tre sogni: quello del popolo cinese, cioè una ricerca di recuperare la dignità della posizione della Cina nel mondo; il sogno di Papa Francesco, su cui questo libro si muove e su cui Bergoglio, alimentato dalla fede e dalla speranza, spesso si muoveva; infine, c’è il sogno di Chiaretto, che fa dialogare e incontrare queste due dimensioni. Questa prospettiva anima una dimensione troppo spesso dimenticata quando si parla di fede e di Cina, ossia il coinvolgimento delle persone, delle comunità. Ma, allo stesso tempo, questa prospettiva s’inserisce molto bene nell’approfondimento e nell’arricchimento del dialogo che riguarda la Chiesa e il Vaticano, che io vedo come un ponte che si va costruendo».

Un processo paziente

Chiaretto Yan concorda soprattutto sul “primo sogno” individuato da padre Lombardi: questo dialogo tra cultura cinese e cristianesimo, secondo l’autore, non può avvenire senza consapevolezza storica. Anzi, affinché avvenga Yan richiama una memoria storica che in Occidente è spesso sottovalutata: il cosiddetto “secolo dell’umiliazione”, segnato da colonialismo e invasioni, che parte dalla guerra dell’Oppio e arriva all’invasione giapponese. Una ferita che continua a condizionare il rapporto della Cina con l’Occidente. Per questo anche l’annuncio del Vangelo non può essere pensato come un’operazione rapida o lineare. Piuttosto, è un cammino lungo, che richiede rispetto, pazienza e capacità di ascolto. «È importante iniziare il processo invece di arrivare subito all’obiettivo – conclude Chiaretto –. Papa Francesco parlava di cultura dell’incontro. Anche la Cina parla oggi di mutuo rispetto per arrivare a una civiltà comune». Ed è così che la parola “processo” finisce non solo per tenere insieme tutta l’intervista, ma per mescolarsi a una delle virtù cinesi per eccellenza: la pazienza, 忍 (rěn). Che viene espressa con un ideogramma eloquente, che in alto tiene il segno della lama e in basso quello del cuore. È l’immagine di qualcosa che pesa, che ferisce, che grava sull’interiorità, ma che non viene respinto. Resistere, sopportare, attendere.

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16 dicembre 2025, 18:32