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Il messaggio della CEI per la Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei Il messaggio della CEI per la Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei 

Giornata per il dialogo tra cattolici ed ebrei, la CEI: "Uniti nella stessa benedizione"

Il messaggio della Chiesa italiana per la ricorrenza del prossimo 17 gennaio sottolinea l'importanza di superare le divisioni per porre alcuni punti fermi nei rapporti. "Lottare con forza contro ogni tipo di antisemitismo e di antigiudaismo"

Giovanni Zavatta - Città del Vaticano

«Diversi, a tratti distanti, a volte in conflitto. Eppure raccolti dentro la stessa benedizione». La benedizione di Dio. Si fonda su questa certezza il legame indissolubile fra cristiani ed ebrei descritto dalla Conferenza episcopale italiana nel messaggio per la 37ª Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei (17 gennaio 2026), dal titolo «Uniti nella stessa benedizione. “In te si diranno benedette tutte le famiglie della terra” (Genesi, 12, 3)». La stessa benedizione, per Abramo, per tutti i suoi discendenti, scrive la Cei, «raccolti dentro la medesima Alleanza. Alleati dello stesso Alleato. Che benedice, cioè fa vivere». I vescovi italiani quindi invitano a «ripartire da questa certezza, anche dopo le crisi, anche nei momenti di crisi».

La dichiarazione conciliare Nostra aetate 

Nel messaggio si ricorda il recente sessantesimo anniversario della dichiarazione conciliare Nostra aetate sulle relazioni della Chiesa con le religioni non cristiane, in occasione del quale «abbiamo guardato con gratitudine al cammino percorso in questi anni nel dialogo ebraico-cristiano». La Cei tuttavia non nasconde che lungo il cammino, sopratutto negli ultimi tempi, «si sono vissuti momenti di tensione» a causa di discorsi, iniziative, prese di posizione che hanno creato incomprensione e distanza. Come si riserva d’altronde «la libertà e la possibilità di esercitare uno sguardo critico sulle scelte dei governi israeliani, come peraltro facciamo con i governi di altri Paesi e verso il nostro stesso governo». Ciò non toglie la volontà di riaffermare “il vincolo”, ricordato da Nostra aetate, con cui il popolo del Nuovo Testamento è spiritualmente legato con la stirpe di Abramo, di «chiarire i fraintendimenti, stimolare il confronto nel territorio fra le comunità cristiane e quelle ebraiche e porre alcuni punti fermi del rapporto ebraico-cristiano».

Le schede per conoscere l'ebraismo

È Gesù Cristo che «ci lega al popolo ebraico». L’identità cristiana non può fare a meno della sua storia e della sua spiritualità: «Sono i nostri fratelli maggiori. Siamo in debito verso di loro. Siamo rami diversi che spuntano dalla stessa radice santa». Differenti «ma fratelli e sorelle nell’unico Dio» e  «come tali desideriamo rispettarci e riconoscerci nelle nostre identità». Al riguardo i vescovi ritengono fondamentale il comune lavoro sulle 16 schede per conoscere l’ebraismo e la sua continuazione con ulteriori approfondimenti «per creare una corretta conoscenza», favorendo la formazione permanente di insegnanti e responsabili di gruppi e associazioni. Come importante è il testo Decostruire l’antigiudaismo cristiano, recentemente tradotto in italiano per volontà della Cei. L’auspicio è di promuovere, a livello territoriale, ulteriori momenti di confronto e di studio per costruire una “via italiana” di dialogo interreligioso.

Combattere l'antisemitismo

Il messaggio, datato 24 novembre, è stato redatto prima della strage compiuta a Sydney, ma fa lo stesso più volte esplicito riferimento al desiderio della Chiesa cattolica di «lottare con forza contro ogni tipo di antisemitismo e di antigiudaismo», facendo proprie le parole pronunciate da Papa Leone XIV nell’udienza generale del 29 ottobre scorso, all’indomani del sessantesimo anniversario di Nostra aetate: «Da allora  tutti i miei predecessori hanno condannato l’antisemitismo con parole chiare. E così anch’io confermo che la Chiesa non tollera l’antisemitismo e lo combatte, a motivo del Vangelo stesso». 

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16 dicembre 2025, 13:51