Haiti, i vescovi: "Il Natale è speranza nonostante caos e violenze"
Federico Piana- Città del Vaticano
«Le festività si avvicinano. Contempliamo già il mistero dell'Incarnazione con lo sguardo rivolto al nostro popolo provato, che cammina nella notte oscura dell'incertezza e del dolore». I vescovi di Haiti, con il loro messaggio per il prossimo Natale diffuso ieri nella solennità dell’Immacolata, spronano tutti gli uomini di buona volontà, che stano vivendo il dramma delle violenze delle gang e della costante ed estrema povertà, a non perdere la speranza nel Figlio di Dio incarnato, unica e vera promessa di liberazione: «E questa promessa è anche per noi haitiani. Attendiamo la sua piena realizzazione nella nostra storia e nella nostra vita».
Prove difficili
Ribadendo che «le prove che il Paese sta attraversando hanno ferito profondamente la nostra anima collettiva», la Conferenza episcopale esige con forza dalle istituzioni, che vengono giudicate troppo deboli, un maggiore impegno per la pace, superando ogni interesse di parte. Inoltre, per cercare di contenere il caos che genera instabilità politica e sociale, i vescovi chiedono al governo il rispetto della Costituzione del 1987 mentre in merito alle elezioni generali e presidenziali, previste per il 2026, auspicano che «esse si possano svolgere in sicurezza, elemento essenziale per garantirne la democrazia, l’inclusione e la trasparenza».
Nuova leadership
Sulla strada che deve condurci alla pace e alle elezioni – scrivono i vescovi - invochiamo «una nuova leadership, fatta di probità, servizio e abnegazione. Un vero impegno civico può arrivare fino a una forma di martirio, non attraverso la morte fisica, ma attraverso la verità che costa e il coraggio di rinunciare ai privilegi per servire il popolo. Haiti ha bisogno di uomini e donne capaci di rinunciare alla corruzione, di resistere al denaro facile, di rifiutare la manipolazione delle masse e di diventare servitori del bene comune».
Ordine e giustizia
È quindi necessario ed urgente, spiegano ancora i vescovi, rendere funzionanti le istituzioni democratiche e lavorare alla costruzione di uno Stato in cui regnino l'ordine, la giustizia e la pace. Un percorso, quello della pacificazione, che deve riguardare davvero ogni cittadino: «Invitiamo quindi tutti, secondo la propria vocazione e responsabilità, a diventare artefici di pace: sacerdoti, religiosi, religiose, laici, giovani e adulti. Che ciascuno sia un raggio d'amore e un segno di fratellanza nel cuore delle difficoltà attuali! Il recente esempio della qualificazione della nostra nazionale di calcio – che congratuliamo e incoraggiamo – ci dimostra che, anche nelle avversità, il nostro popolo possiede una notevole capacità di superare se stesso quando sceglie l'unità e la solidarietà. Questo successo ci ricorda che nessuna oscurità è invincibile».
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui