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Persone in raccoglimento davanti ai fiori per le vittime dell'attentato di Bondi beach Persone in raccoglimento davanti ai fiori per le vittime dell'attentato di Bondi beach  (REUTERS/Hollie Adams)

Sydney, il dolore per l'attentato e gli appelli alle religioni a difendere la pace

Le Chiese cristiane invocano il ripudio della violenza. La Cei, in un messaggio ai rappresentanti della comunità ebraica, esorta a "costruire una società riconciliata". Il presidente dei vescovi Usa, arcivescovo Paul Stagg Coakley, evidenzia come "l'intervento altruistico di un musulmano che ha disarmato un attentatore" sia "un segno di speranza", mentre i patriarchi e i capi delle Chiese di Gerusalemme sollecitano le fedi a difendersi l'una l'altra

Vatican News

Dolore e sdegno «per il vile attentato che a Bondi Beach, in Australia, ha insanguinato l’Hanukkah» sono stati espressi dalla Conferenza episcopale italiana in un messaggio inviato dal cardinale presidente Matteo Maria Zuppi e dal vescovo presidente della Commissione per l’ecumenismo e il dialogo, Derio Olivero, a rav Arbib, presidente dell’Assemblea rabbinica italiana, e a Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane. La Cei — sottolineando «il vincolo con cui il popolo del Nuovo Testamento è spiritualmente legato con la stirpe di Abramo» — ribadisce la propria «ferma condanna dell’antisemitismo, esortando i cattolici italiani a ripudiare ogni forma di violenza, sia verbale sia fisica». L’impegno comune e a «diffondere una cultura della pace» e a costruire una società riconciliata.

L'esempio di Ahmad al-Ahmad

Condanna, dolore, vicinanza, ma anche speranza rappresentata dall’azione eroica del cittadino musulmano intervenuto per disarmare uno dei criminali, salvando probabilmente altre vite: alcune reazioni all’attentato antisemitico compiuto a Sydney da due terroristi legati al sedicente “Stato islamico” sottolineano l’esempio dato da Ahmad al-Ahmad. «Dobbiamo andare oltre il rispetto, siamo chiamati a cercare modi per aiutarci», scrivono in un messaggio i patriarchi e i capi delle Chiese di Gerusalemme: «Le persone di fede sono chiamate a difendersi a vicenda, proprio come ha fatto Ahmad». Anche il presidente della Conferenza episcopale statunitense, arcivescovo Paul Stagg Coakley, in una lettera inviata ai leader della comunità ebraica americana, afferma che «l’intervento altruistico di un musulmano che ha disarmato uno degli attentatori è un segno di speranza che la compassione per gli altri possa ancora prevalere». Poiché la celebrazione di Hanukkah di quest’anno coincide con il periodo di Avvento, osserva il presule, «ebrei e cattolici condividono la promessa che la luce e la speranza prevalgano sulle tenebre. Possano queste celebrazioni rafforzare i nostri cuori, onorare la memoria di coloro che sono stati uccisi e feriti e aiutarci a costruire un mondo plasmato da giustizia, compassione e pace».

Il cordoglio di altre chiese

Il patriarca ecumenico Bartolomeo ha scritto all’arcivescovo greco-ortodosso di Australia, Makarios, assicurandogli di pregare incessantemente «per la fratellanza delle persone, dei popoli, delle religioni e delle culture», e di sostenere e partecipare «a tutti i dialoghi bilaterali e multilaterali in questa direzione». Il presidente della Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles, cardinale Vincent Gerard Nichols, ha inviato una lettera al rabbino capo del Regno Unito, Ephraim Mirvis, parlando di «violenza insensata» e di «dolore che coinvolge tutte le fedi e le nazioni». La speranza è che «troviate forza e conforto nella solidarietà delle persone che si schierano al vostro fianco contro la violenza e l’antisemitismo».  

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16 dicembre 2025, 14:47