Ghenesia, un libro fantasy sulla libertà dell’uomo e il suo destino
Debora Donnini – Città del Vaticano
Un mondo fantastico, dove le avventure e la missione del protagonista Gherson, che ha perso moglie e figlio in drammatiche circostanze e conduce una vita da sconfitto, lo porteranno a incrociare il destino di tanti personaggi e dello stesso genere umano. È quello che vive nella quadrilogia di Gian Paolo Lorenzelli, di cui sono stati finora pubblicati i primi tre libri “Vartaxar”, “Elazar” e “Ghenesia” - quest'ultimo appena uscito - dalla casa editrice Black Wolf Edition & publishing Ltd.
Gherson si trova in una valle sperduta dove vive da sette anni come pastore. Non riesce a capire alcuni alcuni fatti drammatici della sua vita come, ad esempio, la perdita di sua moglie e di suo figlio: erede al trono del suo popolo di Urwan, è stato spodestato. Una notte arriva uno sconosciuto, che lo esorta a non guardare più al passato ma a iniziare un cammino che dapprima lo porterà in quella che era una città nemica del suo popolo, Elevar, per aiutarla. Gherson si fida, parte e da qui nascono avventure infinite, che gli permetteranno anche di comprendere quelli che erano i punti interrogativi del suo passato. La storia si dipana fra i pianeti di Arvheia e Ghenesia. Quest’ultimo è una sorta di paradiso primordiale dove l’uomo è stato creato, ed è popolato da elfi, nani, uomini del mare. Dopo essere stato ingannato dall’angelo ribelle Darkos, l’uomo venne allontanato da Ghenesia per decisione del creatore del mondo.
L'ispirazione biblica e all'opera di Tolkien
Riecheggiano spunti alla narrazione biblica nell’opera di Gian Paolo Lorenzelli, medico, sposato, padre di quattro figli, che nell’intervista a Radio Vaticana – Vatican News si sofferma sull’ispirazione chiara all’opera del grande scrittore inglese John Ronald Reuel Tolkien, autore de “Il Signore degli anelli”.
“Ho letto per la prima volta ‘Il Signore degli Anelli’ quando avevo 10 anni, nel 1978, e mi ha folgorato perché ero abituato a leggere romanzi di avventura. Tolkien però mi ha colpito molto per la ricchezza dei suoi paesaggi e la varietà delle creature, per il modo di raccontare. Soprattutto perché era chiaro questo discorso sulla lotta tra il bene e il male e sul dover stare continuamente attenti quando si prendono decisioni perché il male può ingannare. Sicuramente - sottolinea l’autore - con Ghenesia, con questo terzo libro, ho cercato di creare un mondo fantastico con dei personaggi con caratteristiche ben specifiche. Le storie si intersecano e si vanno, poi, a relazionare l’una con l’altra. In questo senso ho cercato di rifarmi a Tolkien, certamente non con la stessa complessità”.
Tra speranza e libertà
Il libro è diretto a tutti, giovani e adulti, piacevole da leggere, e Lorenzelli spiega di averlo scritto per “per dare un messaggio di speranza”. “È un testo - afferma - che fa anche sognare per certi versi e magari desiderare di poter essere lì. È soprattutto un libro che parla molto di noi, delle nostre difficoltà, dei nostri problemi, e cerca di dare una risposta e soprattutto parla del problema della libertà dell'uomo. Penso che Dio ci abbia donato la libertà per un motivo fondamentale che è quello di amare gli altri – “Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato” – però non sempre è quello che facciamo. In questo libro si vedono molto chiaramente quali sono le conseguenze del comportarsi o non comportarsi in questo modo”. La caratteristica infatti del personaggio di Darkos, l’angelo ribelle, è proprio quella di rivendicare un’autonomia, decidere lui cosa sia buono e cosa non lo sia, spiega poi l’autore. “Questo si riverbera anche su di noi. La libertà è bellissima ma allo stesso tempo può diventare tragica per noi e per gli altri quando devono subire il nostro egoismo”, spiega.
I diversi personaggi poi manifestano una complessità esistenziale, che passa a volte attraverso la tentazione, anche la caduta, ma poi esiste la possibilità del perdono e in qualche modo di ritornare a un rapporto con Dio. Lorenzelli sottolinea che “esiste la libertà della persona di poter sbagliare e di poter ritornare. Gherson da questo punto di vista è il protagonista principale, ma molto spesso è lo spettatore delle storie di questi personaggi. Una fra tutte Malion, questo angelo che prima lascia tutto e va dietro a Darkos, e poi si converte”.
Infine, l’autore fa anche un’anticipazione sull’ultimo libro della quadrilogia. “Quello che è importante che si nota in Ghenesia e che si ritroverà ancora di più nell’ultimo libro ambientato su Arvheia, è che la libertà dell’uomo, che è anche possibilità di fare del male, non solo può distruggere chi ti sta di fronte, come essere fisico, ma distrugge anche la natura, che si ammala. Perché gli errori dell’uomo, il peccato, ha delle conseguenze non solo su di noi ma su tutta la creazione che ci circonda”, nota Lorenzelli.
Un libro avvincente, dunque, che seppure ci porta lontano, con la fantasia, per sognare, in realtà ci conduce anche dentro e intorno a noi, per rispecchiarci in quel combattimento che tutti ci aspetta.
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