Italia, approvato il Ddl contro la violenza sulle donne
Roberta Barbi – Città del Vaticano
Pene più severe per chi commette violenza contro le donne: dall’arresto in flagranza differita alle vie prioritarie per i processi. Sono solo alcune delle misure contenute nel disegno di legge già approvato all’unanimità alla Camera e ieri, 22 novembre, passato anche al Senato, dove l’assemblea ha accolto la nuova legge con un applauso. "Sì" bipartisan anche alla mozione che accelererà la discussione in Aula sui corsi antiviolenza nelle scuole. Il progetto “Educare alle relazioni”, stando a quanto spiegato dal ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, affronterà il tema del machismo e della violenza psicologia e fisica sulle donne. Stanziati, infine, 6 milioni di euro in più dal 2024 destinati al Fondo per il reddito di libertà per le donne vittime di violenza. “Ora servono pari opportunità anche nel lavoro come prevede la Carta Costituzionale”, ha ricordato il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella.
Guterres: violenza sulle donne è violazione dei diritti umani
Sul tema, a tre giorni dalla celebrazione in tutto il mondo della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, è intervenuto anche il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, che ha definito il fenomeno “una terribile violazione dei diritti umani, una crisi sanitaria pubblica e un grave ostacolo allo sviluppo sostenibile”. Un fenomeno “persistente, diffuso e in peggioramento”, ha aggiunto Guterres: “Dagli abusi sessuali al femminicidio assume molte forme – ha detto – ma tutte affondano le loro radici nell’ingiustizia strutturale, cementata da millenni di patriarcato”. Tuttavia il segretario generale dell'Onu lascia spazio alla speranza: “Un mondo diverso è possibile – ha auspicato – sostenere le leggi che rafforzano la tutela dei diritti delle donne a tutti i livelli, aumentare gli investimenti nella prevenzione e nel sostegno delle organizzazioni per i diritti delle donne, ascoltare le sopravvissute e porre fine all’impunità dei colpevoli”.
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