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Nigeria, preside di una scuola cattolica sventa un rapimento di massa

L'episodio è accaduto nella diocesi di Makurdi. Grazie al pronto intervento del responsabile dell'istituto di istruzione, che ha spento le luci dell'edificio, i terroristi non sono riusciti a farsi strada. Si valuta la sospensione di tutte le attività didattiche per motivi di sicurezza. Chiesta più protezione alle forze dell'ordine. Petrosillo, ACS Internazionale: i gruppi islamisti hanno allargato i loro attacchi in nuove aree del Paese

Marco Guerra – Città del Vaticano

In Nigeria non si attenua la piaga dei rapimenti. A sventare l’ennesimo tentativo di sequestro di massa di studenti è stata la prontezza e il coraggio di un preside di una scuola cattolica. Secondo quanto rende noto Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS), la notte di martedì 7 maggio un gruppo di estremisti armati ha fatto irruzione in una scuola secondaria nella diocesi di Makurdi, nella cosiddetta cintura centrale della Nigeria, ma il preside dell’istituto, padre Emmanuel Ogwuche, ha immediatamente spostato i ragazzi che stavano dormendo nella struttura e spento le luci dell’edificio, impedendo ai terroristi di farsi strada all'interno della scuola.

La Chiesa chiede più sicurezza alle autorità

Il direttore delle Comunicazioni Sociali della diocesi di Makurdi, padre Moses Iorapuu, ha riferito ad ACS che la scuola è stata comunque colpita con colpi di arma da fuoco che hanno messo in fuga un agente della sicurezza. “Grazie a Dio nessuno studente è stato colpito", ha aggiunto padre Iorapuu, tuttavia la scuola è temporaneamente chiusa e gli studenti sono stati evacuati come “misura preventiva per garantire la sicurezza dei bambini ed evitare quello che avrebbe potuto essere un disastro inimmaginabile”. Il sacerdote ha sottolineato che l'attacco è stato il primo subito di questo genere. “In passato hanno attaccato fedeli, agricoltori e abitanti dei villaggi, ma ora hanno alzato il livello del tiro, attaccando una scuola. Non siamo sicuri di cosa accadrà dopo”, ha detto padre Iorapuu, aggiungendo che la polizia è stata molto lenta nell'intervenire e che la “risposta del governo è stata piuttosto insignificante”. La diocesi non esclude quindi la sospensione della attività scolastiche e si aspetta una reazione degli organi deputati alla sicurezza.

Fenomeno in aumento

L’attacco alla scuola cattolica arriva dopo poche settimane dal decimo anniversario del sequestro delle 276 studentesse, per lo più cristiane, della Government Girls Secondary School di Chibok, nello stato di Borno, da parte di terroristi di Boko Haram. A più di 10 anni da quell’atrocità che scosse l’opinione pubblica mondiale, oltre 90 studentesse di Chibok risultano ancora scomparse. Inoltre, un recente e report dell’Unicef conferma l’aumento del fenomeno dei rapimenti. Secondo l’agenzia dell’Onu per infanzia in questi ultimi 10 anni circa 1.700 minori sono stati rapiti mentre erano a scuola, sono, invece, 180 i bambini e 14 i membri del personale scolastico morti in attacchi ad istituti di istruzione.

Petrosillo (ACS): assalto a scuola segnale preoccupante

“Questo ultimo episodio ci preoccupa perché la cosiddetta middle belt della Nigeria è da molto tempo interessata da attacchi dei pastori islamisti fulani, ma è la prima volta che in questa zona ne avviene uno contro una scuola”, spiega a Radio Vaticana – Vatican News Marta Petrosillo, direttore del Centro studi sulla libertà religiosa di Aiuto alla Chiesa che Soffre Internazionale. “Di solito gli attacchi alle scuole avvengono nel nord della Nigeria - prosegue - territorio interessato dall’attività di Boko Haram e altri gruppi islamisti”. Petrosillo ricorda, poi, che dal 2015 si osserva un aumento delle violenze dei pastori fulani contro i contadini a maggioranza cristiana nella middle belt nigeriana, specificando che “questi attacchi hanno colpito anche le chiese e i vescovi locali sono convinti che c’è un’agenda tesa ad eliminare i cristiani nella regione sostenuta da chi finanzia i terroristi”. I contadini per paura di essere colpiti abbandonano i campi e per questo motivo si è registrata una riduzione del 80% del raccolto.

Ascolta l'intervista a Marta Petrosillo

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14 maggio 2024, 15:02