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Una postazione meccanizzata israeliana Una postazione meccanizzata israeliana  (AFP or licensors)

Gaza operazioni militari in atto. L'Onu denuncia la carestia provocata da Israele

Proseguono le operazioni militare israeliana per prendere il controllo totale della Striscia di Gaza. Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha fatto sapere di aver approvato, in via definitiva, il piano d’occupazione di Gaza City aprendo a possibili negoziati, ma non prima della totale sconfitta di Hamas. E dall'Onu per la prima volta un rapporto attribuisce la carestia a Gaza al blocco imposto da Israele

Silvia Giovanrosa – Città del Vaticano

L’esercito israeliano ha avviato le operazioni preliminari per occupare il territorio di Gaza City, con le truppe che già hanno preso il controllo della periferia della città e che continuando ad avanzare. I bombardamenti si sono susseguiti durante la nottata di ieri giovedì 21 agosto, le forze di difesa israeliane hanno avvertito ospedali e organizzazioni umanitarie nel nord della Striscia di organizzare l’evacuazione. Secondo fonti dei media israeliani, l’operazione contro la città di Gaza comincerà appunto con l’evacuazione dei civili. Poi l’esercito circonderà tutta la città e comincerà a occuparla gradualmente, attaccando anche le zone e i quartieri dove i soldati non sono ancora entrati. Nella mattinata è giunta anche la dichiarazione del ministro della Difesa israeliana, Israel Katz, sull'approvazione del piano di evacuazione di Gaza City che, con parole durissime, ha intimato ad Hamas il disarmo e la liberazione degli ostaggi:” Se Hamas non si arrende, Gaza City si trasformerà in una Rafah o Beit Hanoun", ha detto, citando le due città della Striscia, a sud e a nord, rispettivamente, distrutte dai raid di Israele.

Nuovo appello di padre Romanelli

Il parroco di Gaza ha affidato questa mattina ai social network la testimonianza di quanto sta accadendo: "si continuano a sentire bombardamenti ininterrottamente. Alcuni lontani, altri più vicini". Il sacerdote ha ancvhe allegato ai suoi messaggi le fotogerafie dei bombardamenti in corso nella zona sud del quartiere di Zeytoun, a circa 500 metri dalla parrocchia. "I bisogni di ogni tipo per tutta la popolazione civile di Gaza sono urgenti". Ribadisce padre Gabriel Romanelli, che sottolinea come finora non ci sia stato alcun ordine di evacuazione dal quartire in cui si trova la chiesa latina.

Le ultime dichiarazioni di Netanyahu

La sconfitta di Hamas e la liberazione degli ostaggi sono i termini irrinunciabili per un possibile accordo di tregua da parte israeliana. Questa la risposta di Netanyahu all'ultima proposta di cessate il fuoco elaborata da Egitto e Qatar. Il premier ha inoltre chiarito, durante un’intervista a Sky News Australia che anche se Hamas dovesse accettare la tregua all’ultimo minuto, Israele prenderà comunque il controllo della Striscia. "Lo faremo, non c'è mai stato dubbio che non lasceremo Hamas lì", ha detto ed ha poi aggiunto che la guerra potrebbe finire in poco tempo se il gruppo islamico accettasse il disarmo completo e la restituzione dei 50 ostaggi, 20 dei quali si presume siano ancora in vita.

L'Onu denuncia carestia a Gaza

"E' un crimine di guerra usare la fame come metodo di guerra". Lo dichiara l'Alto commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite, Volker Turk, dopo che per la prima volta è stata confermata la carestia a Gaza City e nell'area circostante con il rapporto dell'Ipc. Il sistema globale di mitoraggio della fame sostenuto dall'Onu certifica che la carestia a Gaza è "interamente provocata dall'uomo" e le vite di 132.000 bimbi sotto i cinque anni sono a rischio a causa della malnutrizione. L'Onu punta direttamente il dito contro il blocco degli aiuti da parte di Israele e ribadisce: "Il tempo del dibattito e dell'esitazione è passato, la fame è presente e si sta diffondendo rapidamente".

rapporto. La divisione della Cisgiordania

E sulla decisione del governo israeliano di aprire nuovi insediamenti in Cisgiordania pesa la dichiarazione di 21 Paesi tra cui Gran Bretagna, Francia, Australia, Canada e anche l'Italia, che ne chiedono "l'immediata revoca" condannandola come una inaccettabile violazione del diritto internazionale. Anche l’Unione Europea ha esortato Israele a desistere dal portare avanti questa decisione. Il governo israeliano ha infatti approvato in via definitiva il progetto di costruzione di una nuova colonia che dividerebbe in due la Cisgiordania, cioè uno dei territori, assieme alla Striscia di Gaza, su cui si dovrebbe basare un eventuale stato palestinese. Secondo la comunità internazionale la divisione della Cisgiordania comprometterebbe dunque la possibilità futura di una risoluzione delle ostilità con la creazione di due Stati indipendenti.

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22 agosto 2025, 10:52