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La presidente della Moldova, Maia Sandu La presidente della Moldova, Maia Sandu

Elezioni in Moldova, il partito europeista si conferma al potere

Le forze politiche pro Unione europea si riconfermano alla guida del Paese dell'Europa orientale: con il 50,03% delle preferenze assegnate, il Partito d’azione e solidarietà della presidente Maia Sandu – stando ai risultati ufficiali appena pubblicati – resta alla guida del piccolo Paese incastonato tra Ucraina e Romania dove si è svolta una tornata elettorale piuttosto movimentata

Roberta Barbi – Città del Vaticano

Dopo una campagna elettorale piuttosto tesa, a spuntarla alle elezioni politiche appena svoltesi in Moldova è stato l’europeista Partito d’azione e solidarietà (Pas) della presidente Maia Sandu con il 50.03% delle preferenze. Si tratta di una conferma al potere per lo schiermento europeista, mentre il Blocco patriottico, formazione filorussa guidata dall’ex presidente Igor Dodon, si è fermato al 28,2%: questa la fotografia della situazione con il 99.5% delle schede scrutinate.

I risultati finali

Un voto che ha registrato ai seggi un’affluenza record, pari al 51,9%, e che stando agli scrutini fotografa la seguente situazione delle altre forze in campo: al Blocco alternativo pro-europeo va il 9.22% dei voti, seguito da Il Nostro partito al 6,35 e da Democrazia in Patria (5,72). Inizialmente il Blocco patriottico aveva rivendicato la vittoria dell’opposizione – che nel complesso ha ottenuto il 49.54% delle preferenze – e organizzato manifestazioni nei pressi della sede della Commissione elettorale, chiedendo che si evitassero “falsificazioni”.

Le ombre di interferenze da parte russa

Le elezioni che si sono appena svolte in Moldova hanno molto significato non solo per la politica interna del piccolo Paese tra Ucraina e Romania, considerato lo scenario internazionale dell’area con il conflitto russo-ucraino in corso. E proprio di interferenze nel voto da parte russa si è parlato molto in queste ore: oltre a falsi allarmi bomba e cyberattacchi, i sospetti maggiori riguardano alcuni movimenti nei 12 seggi speciali riservati agli elettori della Transnistria e aperti nella capitale, nelle città di confine e in alcuni villaggi della cosiddetta “zona di sicurezza”. La Transnistria è la regione separatista filorussa a est del fiume Dniester dove Mosca schiera ancora 1.500 soldati dopo il breve conflitto di metà anni Novanta. Episodi analoghi sarebbero avvenuti anche nella Gaugazia autonoma.   

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29 settembre 2025, 08:19