Dalle armi allo sport, il boicottaggio di Israele si estende
Pietro Piga - Città del Vaticano
La crescente richiesta di boicottaggio di Israele per quanto sta succedendo a Gaza sembra non avere confini né geografici né settoriali: dalla Francia alla Grecia, passando per l’Italia, nel commercio marittimo come nelle competizioni sportive mondiali e nei concorsi musicali internazionali. L’iniziativa più recente è in corso da questa mattina al porto di Genova, dove i portuali provenienti da diverse parti d’Europa (Cipro, Francia, Germania, Grecia, Slovenia, Spagna) e non solo (Marocco, Turchia), si sono riuniti per organizzare l’interruzione di carico e scarico di armi e munizioni che potrebbero essere impiegate dalle Forze di difesa israeliane (Idf) nella Striscia di Gaza.
La protesta
L’appuntamento fissato dall’Unione sindacale di base (Usb), che si concluderà domani, ha l’obiettivo di coordinare la prima mobilitazione congiunta negli scali europei e mediterranei per bloccare le esportazioni militari verso Israele. In questo modo i porti europei — ha spiegato al portale Politico.eu uno dei membri del direttivo di Usb, Francesco Staccioli — diventerebbero «zone libere da armi». Oltre alla navigazione europea, quest’azione potrebbe condizionare il rapporto commerciale tra l’Unione europea e Israele. L’iniziativa segue quelle in corso nei porti di Trieste, Livorno, Ravenna, Marsiglia e al Pireo, dove dall’alba di oggi ci sono presidi per impedire l’attracco di una nave salpata da Ashdod.
Non solo armi
E dal mare il boicottaggio di Israele sembra estendersi anche al mondo dello sport e dello spettacolo. La settimana prossima, secondo «The Times», il comitato esecutivo della Uefa potrebbe pronunciarsi sull’esclusione della nazionale di calcio israeliana dalle qualificazioni per la Coppa del mondo 2026 in Canada, Messico e Stati Uniti, e del Maccabi Tel Aviv dalla “fase campionato” dell’Europa League. A novembre, invece, l’Unione europea di radiodiffusione (Uer), dopo le pressioni di alcune emittenti radiofoniche europee (Irlanda, Islanda, Paesi Bassi, Slovenia, Spagna), deciderà se far partecipare o meno la stazione radio israeliana Kan al festival musicale “Eurovision Song Contest” dell’anno prossimo.
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