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Sfollati palestinesi in fuga da Gaza City dopo gli ordini di evacuazione dell'esercito israeliano (Reuters) Sfollati palestinesi in fuga da Gaza City dopo gli ordini di evacuazione dell'esercito israeliano (Reuters) 

Gaza City, oltre 450 mila persone in fuga sotto le bombe

Sono già oltre 450 mila le persone in fuga da Gaza City, mentre l'Idf aumenta la pressione militare sul principale luogo urbano della Striscia. Dall'alba di stamattina almeno 36 i morti a causa dei raid, tra cui anche bambini. Il cardinale Pizzaballa dice: "I combattimenti si avvicinano anche alla parrocchia della Sacra Famiglia, ma noi sosterremo chi decide di rimanere". La prossima settimana 10 Paesi occidentali (tra cui Francia e Gran Bretagna) riconosceranno lo Stato palestinese

Roberto Paglialonga - Città del Vaticano

A Gaza City è fuga di massa sotto le bombe. Sono ormai oltre 450.000 le persone fuggite dalla principale città della Striscia, e dirette verso il sud del territorio dalla fine di agosto, quando Israele ha lanciato la nuova offensiva, intensificatasi negli ultimi giorni. Numeri impressionanti, riferiti da Mohamed al-Mughayir, funzionario della protezione civile nell’enclave palestinese, che vanno ad aggravare una situazione già al collasso. Uomini, donne, anziani, bambini, intere famiglie che, nella polvere e fra le macerie, si trascinano dietro carretti e animali, cercando di portare con sé quanto riescono dalle proprie case, dalla propria vita, che non sarà mai più come prima.

Israele intensifica l'offensiva: 36 morti stamattina

Gli ordini di evacuazione da parte dell’esercito israeliano proseguono e l’Idf intensifica costantemente bombardamenti e incursioni. "Useremo una forza senza precedenti", aveva avvertito Avichay Adraee, portavoce militari. E anche stamattina "un anello di fuoco" ha colpito "in diverse aree", riportano media israeliani: numerorissime le esplosioni registrate, con 36 morti accertati (almeno 43 nella giornata di ieri), di cui 31 a Gaza City. Qui due bambini sono stati uccisi nell’attacco a una scuola-rifugio, secondo fonti dell’ospedale al-Shifa.

Pizzaballa: sosterremo chi decide di rimanere

"I combattimenti si stanno avvicinando anche alla nostra zona (dove si trova la parrocchia della Sacra Famiglia, n.d.r.)", avverte il cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme dei latini, intervenendo in video al festival di Open, apertosi ieri a Parma. "Noi siamo proprio nel cuore della città vecchia, i bombardamenti ci sono, la distruzione pure, Internet va e viene, le comunicazioni sono molto problematiche e sono importantissime perché sono l’unico appiglio per il mondo", mentre naturalmente "il cibo scarseggia e, insomma, la situazione resta molto difficile", aggiunge. Anche se ognuno è "libero di partire" (ma solo una decina ha deciso di farlo), rimane il fatto — ribadisce — che ci sono malati impossibilitati a farlo, "e quindi si resta con loro". Quelli che decidono di rimanere "noi li sosterremo".

Sono 440 i morti per fame dall'inizio della guerra

Ma non sono solo le armi il problema, perché per malnutrizione, nella Striscia, sono morte altre quattro persone nelle ultime 24 ore, tra cui un piccolo. Sale così a 440 il totale delle vittime per fame dall’inizio della guerra, compresi 147 bambini, affermano le autorità sanitarie palestinesi.

Guterres: orribile quanto avviene a Gaza

Cresce la condanna generale per quanto accade. Il segretario generale dell’Onu, António Guterres, dichiara che il mondo non dovrebbe lasciarsi "intimidire" da Israele "nell’intraprendere azioni contro la sua guerra". Perché "quello a cui stiamo assistendo a Gaza è orribile", denuncia, "il peggior livello di morte e distruzione che abbia mai visto, e la sofferenza del popolo palestinese è indescrivibile: carestia, totale mancanza di un’assistenza sanitaria efficace, persone che vivono senza rifugi adeguati in enormi aree di concentrazione".

In settimana 10 Paesi occidentali riconosceranno la Palestina

Le parole di Guterres giungono prima della settimana di alto livello delle Nazioni Unite, durante la quale 10 paesi (tra cui Francia e Gran Bretagna) riconosceranno uno Stato palestinese. L’Italia, con il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha espresso parere negativo, perché la Palestina in questo momento "non esiste". Secondo alcune fonti, Israele avrebbe minacciato di annettere la Cisgiordania se le nazioni occidentali porteranno avanti il piano di riconoscimento.

Usa pronti a vendere nuovi equipaggiamenti militari a Israele

Il presidente degli Usa, Donald Trump, risponde indirettamente alle conclusioni della commissione d’inchiesta internazionale delle Nazioni Unite, che per la prima volta ha accusato di "genocidio" Israele, sostentendo che, in realtà, il genocidio è "quello commesso da qualcuno il 7 ottobre", in riferimento al brutale attacco compiuto da Hamas e Jihad Islamica contro villaggi israeliani al confine con la Striscia, nel quale sono state provocate oltre 1.200 vittime. E mentre l’amministrazione Usa vorrebbe vendere nuovi equipaggiamenti militari a Israele per un valore stimato di circa sei miliardi di dollari, scrive "The Wall Street Journal" citando fonti informate, si moltiplicano le proteste della società civile per la fine della guerra. In Italia, ieri sera in centianaia si sono riuniti davanti a Montecitorio, in una manifestazione organizzata dal sindacato della Cgil.

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20 settembre 2025, 12:01