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Sfollati palestinesi in fuga da Gaza City (Reuters) Sfollati palestinesi in fuga da Gaza City (Reuters) 

Gaza City, tank israeliani a pochi chilometri dal centro urbano. Quasi 640 mila persone in fuga

Ancora pesanti raid israeliani sulla Striscia. Tra la notte e la mattina odierna oltre 50 morti. Tank dell'Idf a pochi chilometri dal centro della città di Gaza. Oggi Trump vede alcuni leader arabi e musulmani per parlare della fine della guerra. Nuovo video del parroco della Sacra Famiglia, padre Romanelli: "Cerchiamo di salvare il maggior numero di vite, nel corpo e nello spirito"

Roberto Paglialonga - Città del Vaticano

Si alza di ora in ora il livello dell’escalation militare israeliana a Gaza. Con effetti devastanti sulla popolazione civile e, in particolare, sulla condizione dei più fragili. Almeno 37 i morti nella notte a causa dei raid dell’Idf nell’ambito dell’operazione “Carri di Gedeone 2”, riferisce l’emittente libanese Al Mayadeen, mentre stamattina — riporta Al Jazeera — si registrano già 17 vittime, 15 delle quali nella sola Gaza City, dove ha perso la vita nel corso di combattimenti anche un ufficiale dell’esercito israeliano. Carri armati di Israele sarebbero in marcia lungo la strada Shifa nel quartiere Rimal della città, a circa 3 chilometri dal centro. A riferirlo il sito Ynet.

Quasi 640 mila gli evacuati

I bombardamenti e gli ordini di evacuazione hanno spinto, al momento, oltre 640.000 persone ad abbandonare le proprie abitazioni nel territorio del maggiore centro urbano dell’enclave per dirigersi verso sud. Chi scappa lo fa prevalentemente a piedi o a bordo di carretti di fortuna, trascinandosi figli, borse, effetti personali, animali: si dorme per strada, in mezzo alle macerie, senza cibo, medicine e un posto sicuro dove trovare riparo.

Due ospedali chiusi a Gaza City

Nelle ultime ore sono stati chiusi due ospedali della città: si tratta dell’istituto pediatrico Al-Rantissi, gravemente danneggiato qualche giorno fa da un raid israeliano, e del vicino ospedale oculistico.

Unrwa: colpite 12 strutture da inizio settembre, in due mesi oltre 28 mila casi di malnutrizione

Da inizio settembre, poi, sono colpite 12 strutture dell’Unrwa, di cui nove scuole e due centri sanitari, scrive un rapporto redatto dall’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi. E alle bombe si aggiunge anche la fame: lo stesso dossier evidenzia come tra luglio e agosto si siano verificati circa 28.000 casi di malnutrizione acuta tra i bambini di età inferiore ai 5 anni, superando dunque il totale di casi della prima metà dell’anno.

Padre Romanelli: cerchiamo di salvare il maggior numero di vite

In un video pubblicato su Instagram, il parroco della Sacra Famiglia a Gaza, padre Gabriel Romanelli, ha inviato un’altra testimonianza della situazione drammatica vissuta nella Striscia anche da chi viene ospitato nel complesso della parrocchia. Romanelli racconta della tristezza che si legge negli occhi dei bambini, molti dei quali — dice — per la loro giovanissima età hanno potuto vedere solo le atrocità della guerra, e già ricordano parenti, vicini e piccoli amici rimasti uccisi. "Qui cerchiamo di salvare la vita al maggior numero di persone, nel corpo e nello spirito, assistendo i malati, gli anziani e i piccoli. A loro proviamo a portare qualche momento di allegria", come testimonia il video. "Ciò che si fa è una goccia nell’oceano, ammette, ma come diceva madre Teresa di Calcutta, senza di noi l’oceano avrebbe una goccia di meno".

Oggi un vertice tra Trump e leader arabi e musulmani

Sul fronte diplomatico, il presidente degli Usa, Donald Trump, ha chiesto una riunione, a margine dell’assemblea generale dell’Onu, a un gruppo ristretto di leader arabi e musulmani per discutere del cessate-il-fuoco e di un piano per la fase post bellica. Stando a fonti raccolte da Axios, dovrebbero parteciparvi rappresentanti di Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Qatar, Egitto, Giordania e Turchia. Nell’occasione questi dovrebbero chiedere a Trump di fare pressione su Netanyahu affinché ponga fine alla guerra nella Striscia e si astenga dall’annettere parti della Cisgiordania, come insistentemente stanno chiedendo i ministri della destra religiosa estremista, Itamar Ben-Gvir e Bezalel Smotrich. Gli Emirati Arabi Uniti avrebbero già chiarito alla Casa Bianca che l’annessione potrebbe portare alla fine dei cosiddetti “Accordi di Abramo”, firmati nel 2020.

Il ministro israeliano Sa'ar: la Global Sumud Flotilla legata ad Hamas

Intanto, si accende la polemica attorno alla “Global Sumud Flotilla”, diretta con aiuti umanitari verso le coste di Gaza. La missione "è connessa ad Hamas, che la sostiene", ha affermato il ministro degli Esteri israeliano, Gideon Sa’ar, in un’intervista al "Corriere della sera", precisando di "poter provare" le sue affermazioni e aggiungendo che il governo intende "fermarli. Non in modo violento, ma dobbiamo".

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23 settembre 2025, 13:28