Piano Usa per Gaza, sì di Israele. Hamas prende tempo
Roberta Barbi e Marco Guerra – Città del Vaticano
Si chiama “Pace per il Medio Oriente” il piano in 20 punti elaborato per raggiungere la pace a Gaza, perché l’obiettivo è proprio quello di stabilizzare in via definitiva la regione nelle intenzioni del presidente americano Trump.
Le proposte del piano
Nel testo si parla del futuro della Striscia che non sarà annessa a Israele, il quale interromperà le operazioni militari e si ritirerà sulla linea concordata appena la proposta sarà accettata per agevolare il rilascio di tutti gli ostaggi, vivi e morti, entro 72 ore. Solo allora Israele libererà i 250 ergastolani e i 1700 cittadini di Gaza detenuti. Per i combattenti che deporranno le armi è prevista un’amnistia; Hamas non potrà avere alcun ruolo nella governance di Gaza che sarà smilitarizzata e governata da un comitato palestinese apolitico con la supervisione di un organismo internazionale di transizione di cui farà parte, tra gli altri, anche l’ex premier britannico Tony Blair, fino al completamento delle riforme interne.
Israele approva il piano
La Striscia sarà riqualificata a beneficio della popolazione che non sarà costretta a emigrare, sarà avviato un processo di dialogo interreligioso e verrà istituita una zona economica speciale per attrarre investimenti. Il piano ha già ottenuto il sì del premier israeliano, Binjamin Netanyahu. In caso di rifiuto, "Israele avrebbe il pieno sostegno statunitense per portare a termine il lavoro di distruzione della minaccia", ha dichiarato il presidente Trump.
Hamas esaminerà la proposta
E sono subito arrivate le reazioni della comunità internazionale che in gran parte apre al piano per Gaza dell’amministrazione americana, tuttavia non mancano anche le perplessità. Fonti diplomatiche riprese da media americani e arabi affermano che funzionari del Qatar e dell'Egitto hanno presentato la proposta statunitense di pace a Gaza ai negoziatori di Hamas. Il movimento islamista che controlla la Striscia ha assicurato che esaminerà il documento e darà una risposta tra qualche giorno che rappresenti tutto il popolo. Un funzionario del gruppo intanto ha detto che il piano "pende verso la prospettiva israeliana". Secondo altre fonti "Hamas è ansioso di fermare la guerra".
Aperture da Paesi arabi e europei
L'Autorità Nazionale Palestinese "accoglie con favore gli sforzi sinceri e determinati del presidente Trump per porre fine alla guerra a Gaza e – si legge in una nota - afferma la propria fiducia nella sua capacità di trovare una via verso la pace". Sul piano di Trump arriva una dichiarazione congiunta di otto Paesi arabi, tra cui Arabia Saudita, Giordania e Qatar. I firmatari accolgono con favore gli sforzi di Trump, dicendosi pronti a "cooperare positivamente". Un elemento cruciale per la loro apertura è l'impegno di Trump a non consentire l'annessione della Cisgiordania. Consenso al piano anche sul fronte europeo, espresso da Macron, Starmer, Meloni e Merz.
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