Prosegue l’attacco a Gaza City, crisi umanitaria sempre più drammatica
Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
Prosegue a Gaza City l’offensiva sul terreno dell’esercito israeliano, e si aggrava il bilancio delle vittime civili: 56 nella giornata di ieri, secondo fonti ospedaliere palestinesi (e 15 in altre zone della Striscia), e almeno 14 questa mattina. Dopo l’attacco avviato la sera del 15 settembre, la popolazione è allo stremo, a causa dei bombardamenti, ma anche per la carestia e la scarsità di acqua potabile. Nei pochi ospedali ancora operativi scarseggiano medicinali, macchinari, personale. Più di 450 mila persone, è una stima dei media internazionali, sono in fuga dalla città, in auto o a piedi. Per accoglierli, secondo le autorità israeliane, ci sarebbe una zona umanitaria a sud di Khan Younis: circa 42 chilometri quadrati, che secondo Medici Senza Frontiere non sono però sufficienti per ospitare più di 2 milioni di persone che dovrebbero abbandonare la Striscia.
L' avanzata delle Forze di difesa israeliane
Le Forze di difesa israeliane (Idf) dichiarano di aver smantellato numerosi siti di infrastrutture terroristiche, tra cui cunicoli, strutture trappolate, “edifici da cui operavano i terroristi di Hamas e postazioni di cecchini che rappresentavano una minaccia per i militari”. Sarebbero stati eliminati diversi membri di Hamas, come il fratello del direttore dell'ospedale Shifa di Gaza in un attacco aereo sul campo di Shati a Gaza City, accusato di essere “un cecchino dell'ala militare di Hamas”. Secondo i media palestinesi, l'attacco ha ucciso almeno altri due membri della famiglia di Abu Salmiya e distrutto la loro casa.
Mattarella per il Capodanno Ebraico
Questa mattina, in occasione del Capodanno Ebraico, il Rosh Hashanah, il presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, ha inviato i suoi auguri più intensi “ai concittadini delle comunità ebraiche italiane”, sottolineando che la ricorrenza “richiama ai valori di una convivenza basata sul rispetto reciproco, la solidarietà, la pace”. Un messaggio “di speranza e rigenerazione” che nella situazione attuale invita “a respingere con fermezza ogni forma di violenza, intolleranza, discriminazione, che colpisca la dignità delle persone, la libertà, la vita umana e ignori le ragioni e le necessità altrui”.
La Cina chiede il cessate il fuoco a Gaza
Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha espresso al suo omologo marocchino, Nasser Bourita, l'urgenza di promuovere un “cessate il fuoco globale a Gaza” per porre fine il prima possibile all'”attuale catastrofe umanitaria”, nel contesto dell'offensiva israeliana contro l'enclave palestinese. Secondo il ministro cinese “I Paesi che hanno un'influenza speciale su Israele devono assumersi seriamente le proprie responsabilità, e anche il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e le agenzie umanitarie devono adempiere ai propri obblighi”.
Londra e il riconoscimento dello Stato palestinese
E nel pomeriggio il premier britannico Starmer annuncerà, secondo la Bbc, il riconoscimento dello Stato della Palestina da parte del Regno Unito, mentre un numero crescente di Paesi si apprestano a fare un passo simile, in occasione dell'Assemblea generale dell'Onu e del vertice ad alto livello a New York dedicato proprio a Gaza.
Trump: il genocidio è quello del 7 ottobre
Nel frattempo, il presidente degli Stati Uniti Trump si dice in disaccordo con le conclusioni della commissione delle Nazioni Unite secondo cui Israele si sta macchiando di un genocidio a Gaza. Il genocidio, ha dichiarato, è “quello commesso da qualcuno il 7 ottobre”, in riferimento alla strage compiuta da Hamas e Jihad Islamica in Israele nel 2023, con quasi 1200 vittime.
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