Sudan, El Fasher nelle mani dei paramilitari. L’Onu denuncia esecuzioni sommarie
Roberta Barbi – Città del Vaticano
Dopo mesi di assedio El Fasher è caduta ieri nelle mani dei paramilitari e, per ragioni di sicurezza, l’esercito si è ritirato dalla città in luoghi meno esposti: con queste poche parole ieri sera il presidente del Consiglio sovrano, Abdel Fattah Al Buhran, ha confermato la presa da parte delle Forze di supporto rapido (Rsf) della capitale del Darfur settentrionale, ultimo baluardo crollato insieme a Bara, nel Kordofan settentrionale. “I criminali saranno ritenuti responsabili – ha detto Al Buhran –: il Sudan risorgerà grazie alla forza del suo popolo e all’unità delle sue truppe”.
Un assedio lungo oltre un anno
Era dal 2024 che a El Fasher durava l’assedio da parte delle Rsf, guidate dal generale Mohamed Hamdan Dagalo, accusate di utilizzare mercenari provenienti dal Sud Sudan e dalla Colombia, armati di droni e artiglieria pesante. Le milizie avrebbero saccheggiato tutti gli ospedali causando il collasso del settore sanitario: la denuncia della Rete dei medici sudanesi è stata confermata da Medici senza frontiere, che opera a Tawila, a una sessantina di chilometri a sud-ovest.
L’allarme delle Nazioni Unite e dell'Unione africana
L’Alto Commissariato dell’Onu per i Diritti umani lancia l’allarme sul rischio di fame nel Paese, ma soprattutto sul pericolo di esecuzioni sommarie su base etnica che si starebbero già verificando nell’area dove al momento è impossibile fare una stima delle vittime civili. “Ricordo ai combattenti delle Rsf i loro obblighi ai sensi del diritto internazionale – ha dichiarato l’Alto Commissario, Volker Türk –garantire la protezione ai civili e il passaggio di rifornimenti essenziali e assistenza umanitaria, cosa che solo pochi giorni fa si sono nuovamente impegnati pubblicamente a fare”. Una denuncia alla quale si è associata l'Unione africana. Il presidente della Commissione dell'Unione africana, Mahamoud Ali Youssouf, "esprime profonda preoccupazione per l'escalation di violenza e le atrocità segnalate a El Fasher" e "condanna con la massima fermezza le gravi violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario, inclusi presunti crimini di guerra e uccisioni di civili per motivi etnici". L'UA, inoltre, chiede "l'apertura immediata di corridoi umanitari".
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