Cerca

Un momento della campagna elettorale in Camerun Un momento della campagna elettorale in Camerun

Camerun, il presidente Biya punta all’ottavo mandato

Domani, 12 ottobre, circa otto milioni di elettori andranno alle urne per scegliere il capo dello Stato. L’uscente, da 43 anni al potere, si presenta al voto mentre si alzano gli interrogativi sulla sua salute e le ong internazionali sollevano dubbi sulla “credibilità del processo elettorale”

Pietro Piga – Città del Vaticano

Paul Biya è uno dei soli due presidenti della Repubblica che il Camerun ha eletto da quando ha ottenuto l’indipendenza nel 1960. L’attuale capo di Stato è in carica dal 1982, quando divenne il successore di Ahmadou Ahidjo e dopo essere stato, dal 1975 al 1982, il primo ministro del Paese dell’Africa equatoriale. A 92 anni, dei quali 43 al potere, sta terminando il settimo mandato di fila e punta a conquistare l’ottavo. Ognuno dura sette anni e non c’è più il limite dei due perché Biya l’ha eliminato, con un emendamento costituzionale, nel 2008. Il suo nome, dunque, sarà ancora sulle schede nelle elezioni presidenziali che si svolgeranno domani, 12 ottobre, e alle quali dovrebbero votare circa otto milioni di camerunesi.

La sfida

Biya è sfidato da altri 11 candidati, gli unici degli 83 ammessi dalle autorità elettorali. Alla guida del Raggruppamento democratico del popolo camerunese, l’uscente si presenta al voto dopo aver partecipato a un solo comizio durante la campagna elettorale. Da anni, le sue rare apparizioni pubbliche sollevano gli interrogativi dei concorrenti sul suo stato di salute, che lui ha liquidato come “falsi presagi, calunnie e invenzioni”. L’anti-Biya, a detta degli analisti, è Issa Tchiroma Bakary, che si è dimesso dagli incarichi di portavoce e ministro del Lavoro del governo di Joseph Ngute, nominato proprio dal capo di Stato. “Il loro fallimento è ovunque - ha sostenuto l’oppositore - Tutti i camerunesi sono stufi della loro gestione”.

I dubbi sul processo elettorale

A contendere la presidenza a Biya, però, non sarà un’opposizione unita e solida, ma indebolita da diversi arresti - documentati e denunciati dalle Nazioni Unite, da Human Rights Watch e da Amnesty International - e orfana di Maurice Kamto, guida del Movimento per la Rinascita del Camerun, che lo sfidò l’uscente nel 2018 e contestò l’esito ufficiale. La Commissione elettorale, infatti, l’ha estromesso dalla competizione perché il suo partito appoggerebbe anche un altro candidato oltre a lui. Una decisione che, per Human Rights Watch, “solleva dubbi sulla credibilità del processo elettorale”. “Un contesto sicuro e favorevole ai diritti umani è essenziale per elezioni pacifiche, inclusive e credibili. Purtroppo, sembra che questo non sia il caso del Camerun”, ha affermato l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, Volker Türk.

Le presidenze in ballo

Le elezioni presidenziali in Camerun fanno da apripista alle tornate elettorale di quest’ottobre in cui i cittadini di diversi Paesi africani si recheranno alle urne per scegliere il prossimo capo di Stato. Il 25, infatti, si voterà in Costa d’Avorio, dove l’uscente Alassane Ouattara si candida per il quarto mandato; il 29, invece, i seggi si apriranno in Tanzania, dove la presidente in carica dal 2021 cerca il bis.

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui

11 ottobre 2025, 12:08