Connessioni invisibili, dove l’universo incontra la cultura
Mara Miceli - Città del Vaticano
Bergamo torna capitale della divulgazione scientifica con la ventitreesima edizione di BergamoScienza, in programma dal 3 al 19 ottobre. Il festival, che ogni anno coinvolge studenti, scuole, famiglie e istituzioni, si presenta quest’anno con una novità importante: l’associazione che lo ha animato per due decenni è diventata fondazione. "Dopo vent’anni – spiega il direttore generale Nicola Quadri' – l’associazione è diventata fondazione lo scorso luglio, proprio al suo 'compleanno'. È un passaggio che consolida un’esperienza ormai radicata nel tessuto cittadino e ne garantisce il futuro. La fondazione, presieduta da Andrea Moltrasio, nasce come istituzione aperta, in dialogo con la città, e segna una transizione importante. Ogni anno il festival è reso possibile grazie al contributo di università, enti come Confindustria e Camera di Commercio, e oltre settanta scuole. Con Telmo Pievani alla guida del Comitato Scientifico, guardiamo ai prossimi anni con rinnovata energia".
Dai quanti alla vita
Il titolo scelto per il 2025 è In-formazione. Dai quanti alla vita. Una scelta che parte dalla ricorrenza dei cento anni della formalizzazione della meccanica quantistica. "Il 1925 segna la nascita ufficiale di questa disciplina – ricorda Quadri – ed è stato dichiarato anno internazionale della fisica quantistica. Ci è sembrato il momento giusto per proporre riflessioni sui computer quantistici, sulla crittografia e sull’informazione quantistica. Ma BergamoScienza non si limita a un solo ambito: il tema dell’informazione attraversa tutta la scienza, dal DNA che regola i processi vitali, alle neuroscienze, ai sistemi di intelligenza artificiale. Persino il giornalismo scientifico, che dà senso alla realtà, è parte di questo filo rosso. È un concetto che collega discipline lontane, rendendole comprensibili e condivisibili". Nel programma spicca anche una conferenza con Paolo Villoresi dell’Università di Padova, dedicata proprio ai nuovi scenari dell’informazione quantistica.
Clima e consapevolezza
Tra gli ospiti di quest’anno figurano lo scrittore americano David Quammen, maestro della divulgazione, e Carlo Buontempo, direttore del programma europeo Copernicus sul cambiamento climatico. "Non basta leggere i dati – osserva Quadri – serve incontrare chi lavora ogni giorno con le verità difficili del riscaldamento globale. È diverso ascoltare un climatologo che vive quotidianamente il problema: genera consapevolezza più profonda. I dati fanno paura, soprattutto a chi li studia. Noi abbiamo il lusso di dimenticarli finché non accade un evento che ci scuote. Per questo affianchiamo alle conferenze anche spettacoli teatrali e strumenti narrativi diversi, perché conoscere non è lo stesso che capire".
Il dialogo con l’arte
La forza del festival è anche nella contaminazione con altre discipline. Concerti, letture, omaggi letterari mostrano che la scienza non vive separata dalla cultura umanistica. La Rassegna Musicale Internazionale, curata da Alessandro Bettonagli, porta sul palco grandi musicisti internazionali con progetti sperimentali. "Non si tratta di nomi da cartellone – spiega Quadri – ma di esperienze musicali nuove, che dialogano con la scienza e con la matematica, e che arricchiscono lo sguardo di chi ascolta". Accanto alla musica, l’omaggio a Italo Calvino ricorda la straordinaria capacità dello scrittore di parlare di scienza in chiave letteraria. "È la dimostrazione – sottolinea Quadri – che cultura scientifica e umanistica possono arricchirsi a vicenda. Gianvito Martino, presidente onorario e neuroscienziato, parla spesso di una 'terza via': un incontro che supera le separazioni tradizionali e apre nuove prospettive".
I giovani protagonisti
Anche quest’anno grande spazio è riservato alle scuole, con decine di laboratori scientifici ideati e realizzati dagli studenti, che diventano protagonisti della divulgazione e animano il centro della città con esperimenti e attività.
Il messaggio finale
Il festival guarda lontano, tra satelliti, fusione nucleare, missioni lunari e nuove frontiere dell’intelligenza artificiale. Ma il messaggio che vuole lasciare è semplice: "Che un futuro migliore è possibile – conclude Quadri – se impariamo a costruirlo insieme. La speranza non basta da sola: significa rendersi conto che dobbiamo partecipare, con responsabilità e desiderio di cambiamento. Vorremmo che chi esce da BergamoScienza lo faccia con strumenti nuovi e con la voglia di contribuire in prima persona".
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui