Gli 80 anni della Fao, Martina: la pace prerequisito per combattere la fame
Valerio Palombaro - Città del Vaticano
La celebrazione degli 80 anni della Fao che coincide domani, 16 ottobre, con la Giornata mondiale dell’alimentazione «per noi non è solo un momento di ricordo ma, anche con la grande e gradita presenza di Papa Leone XIV, una giornata di riflessione sulle nostre responsabilità attuali di fronte ai numeri della fame del mondo che purtroppo non stanno diminuendo». È quanto afferma Maurizio Martina, vice direttore generale della Fao, parlando ai media vaticani della Giornata dell’alimentazione sul tema “Mano nella mano per un cibo migliore e un futuro migliore”.
Il rapporto tra Fao e Santa Sede
La visita di Papa Leone alla Fao si inserisce nel solco di quelle dei suoi predecessori, da ultimo Papa Francesco nel 2017, e di un rapporto consolidato forte del fatto che quella con sede a Roma è stata la prima organizzazione intergovernativa con cui la Santa Sede ha istituito regolari rapporti diplomatici. «Sarà una grandissima occasione – riflette il vice direttore generale della Fao - per ragionare insieme su come lavorare meglio, con gli strumenti del multilateralismo, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, per aiutare queste comunità ad affrontare i nodi della malnutrizione, della fame e dell’insicurezza alimentare».
Il legame tra guerre e fame
Nella sede romana della Fao domani, alla presenza del presidente italiano Sergio Mattarella, sarà inaugurato il Museo e la rete dell’alimentazione e dell’Agricoltura Fao. Uno sviluppo non solo simbolico, ma volto a sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi della sostenibilità di fronte alla grande sfida di sradicare la fame nel mondo. Gli ultimi dati ufficiali della Fao parlano di 673 milioni di persone nel mondo che soffrono la fame, un dato in lieve diminuzione a livello globale ma aggravato dalle tante guerre. «Il legame tra guerre e fame purtroppo è riesploso negli ultimi anni», osserva Martina, indicando che le guerre insieme al cambiamento climatico sono la sfida più impegnativa: «Non ci sarà mai la fine della fame con la guerra; la pace è un prerequisito fondamentale per risolvere la questione alimentare. Sono che anche la presenza del Santo Padre qui domani sarà importante per sottolineare come senza pace non ci può essere una reale lotta alla fame».
L'obiettivo "fame zero"
L’obiettivo fondamentale, anche se ancora lontano, rimane quello della “fame zero”. «Dobbiamo crederci – afferma Martina -. Dobbiamo essere consapevoli che la sfida è ancora grande: in questo ultimo periodo sicuramente, in alcune aree, la situazione si è aggravata. Anche se globalmente osserviamo una diminuzione dei numeri, sappiamo che ad esempio l'Africa rimane il grande continente della lotta alla fame, insieme a diverse parti dell'Asia. Ma dobbiamo credere nella possibilità che si possano costruire migliori condizioni di sicurezza alimentare soprattutto per le comunità più fragili e questo è il senso del nostro lavoro quotidiano».
Il ruolo del multilateralismo
Martina si concentra poi sull’agricoltura familiare, «spina dorsale dei modelli agricoli». «Dobbiamo dare a queste famiglie che ancora vivono di agricoltura il supporto necessario – afferma -. E dobbiamo cercare di lavorare sui produttori per dare loro più forza anche nelle dinamiche di mercato». A fronte di progressi in alcune parti dell’America Latina e dell’Asia, «ci sono situazioni che si aggravano e qui non possiamo che essere molto attenti al grande continente africano». Secondo il vice direttore generale della Fao, infine, il multilateralismo ha ancora un ruolo cruciale: «E’ molto importante, oltre alla celebrazione, lavorare per i prossimi 80 anni: capire come, in questo mondo multipolare, il multilateralismo può avere ancora un significato utile e concreto per milioni di persone».
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