Israele intercetta la Flotilla, attesa per la risposta di Hamas al piano Trump
Silvia Giovanrosa – Città del Vaticano
Nella serata di ieri, mercoledì 1 ottobre, intorno alle 21:00, ore italiane, le Forze di difesa israeliane hanno prima affiancato gli equipaggi per poi salire su alcune imbarcazioni della Global Sumud Flotilla, fermando gli attivisti che li hanno attesi senza reagire. La nave madre, Alma, è stata isolata dal resto della flotta e le truppe sono salite a bordo procedendo all’arresto dei membri dell’equipaggio. Con le prime manovre di abbordaggio si sono interrotte le comunicazioni con le imbarcazioni. Gli attivisti saranno dunque portati in vari porti, tra cui quello di Ashdod, quindi espulsi e rimpatriati in alcuni giorni. Il rientro in Europa dei membri della Flotilla dunque prenderà un tempo più lungo del solito, in quanto, attualmente, in Israele si sta celebrando lo Yom Kippur, la festa ebraica del giorno dell’espiazione. Molti governi ed organizzazioni hanno definito il blocco della Flotilla illegale, sostenendo che Israele non avesse il diritto di fermare le barche che si trovavano ancora in acque internazionali. Con un post su X il ministero degli Esteri israeliano ha reso noto che gli attivisti della Global Sumud Flotilla "stanno raggiungendo in modo sicuro e pacifico le coste israeliane", dove inizieranno "procedure di espulsione verso l'Europa". Attualmente sono 20 le navi intercettate, 22 invece proseguono verso Gaza.
L’approvazione del piano Trump
Sul fronte diplomatico, invece Hamas, ha richiesto alcune modifiche al piano di pace in Medio Oriente, proposto dalla Casa Bianca e attualmente accettato da Israele. Il gruppo islamista ha sottolineato il suo diritto di apportare modiche alla proposta che riguarderebbero garanzie internazionali, in particolare sul disarmo del movimento, il ritiro completo delle Idf dalla Striscia di Gaza e l’esilio all'estero della sua leadership. La Casa Bianca intanto ha confermato che resta di "tre o quattro giorni" il termine entro cui Hamas deve accettare il piano. Il presidente Usa, inoltre, tornando su quanto avvenuto a Doha tre settimane fa, quando un raid israeliano ha colpito una zona periferica della città durante una riunione dei capi di Hamas, ha stabilito che qualsiasi attacco al territorio o alla sovranità del Qatar sarà considerato una minaccia per sicurezza degli Stati Uniti.
La situazione a Gaza City
Prosegue l'esodo dei palestinesi dalla città di Gaza. Il ministro della Difesa israeliano ha ordinato a tutti i residenti rimasti di lasciare Gaza City, affermando che coloro che rimangono saranno considerati militanti. Circa 700.000 sono fuggiti, colpiti dalla carestia, da quando Israele ha lanciato il mese scorso una massiccia offensiva volta a occupare la città, ma altre centinaia di migliaia di persone rimangono, molte perché non possono permettersi di andarsene, sono malate, ferite o troppo deboli per raggiungere i campi tendati nel sud.
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