Colombe d’oro, a Roma premiati la Croce Rossa e i giornalisti palestinesi
Stefano Leszczynski - Città del Vaticano
Si è svolta sabato 18 ottobre a Roma, presso la Sala della Protomoteca in Campidoglio la cerimonia di premiazione della 41.ma edizione del Premio Archivio Disarmo - Colombe d'oro per la pace, riconoscimento giornalistico assegnato annualmente dalla giuria dell’Istituto di ricerca Archivio Disarmo con l'obiettivo di ricordare, attraverso l’opera dei premiati, i conflitti che minacciano il mondo e la crescente disumanizzazione della guerra, evidente nel coinvolgimento sempre maggiore delle popolazioni civili e nelle ripetute violazioni del diritto internazionale umanitario.
Gaza chiama Roma
Il terrificante contesto di guerra e violenza che tutto il mondo ha visto dipanarsi nella Striscia di Gaza sarebbe rimasto al buio senza l’incessante opera e lo spirito di abnegazione dimostrato dagli operatori dell’informazione soprattutto palestinesi. Sulla base dei dati diffuse da reporter senza frontiere sono oltre 210 i giornalisti uccisi a Gaza in quasi 23 mesi di conflitto. E sono proprio tre giornalisti gazawi a ricevere quest’anno il riconoscimento delle Colombe d’oro per la pace. Sono: Aya Ashour, nota in Italia per le sue corrispondenze su Il Fatto Quotidiano; Fatena Mohana, fotoreporter di Gaza City, che ha documentato la devastazione e le condizioni estreme in cui vive la popolazione civile; Alhassan Selmi, videomaker palestinese che ha documentato la vita dei civili della Striscia sotto assedio.
Il premio internazionale alla Cicr
A ritirare la Colomba d’oro internazionale è stata la presidente del Comitato Internazionale della Croce Rossa, Mirjana Spoljaric, prima donna alla guida dell’organizzazione umanitaria. La Croce Rossa internazionale da oltre un secolo e mezzo opera in maniera neutrale, imparziale e indipendente per proteggere le vittime dei conflitti armati e promuovere il rispetto del diritto internazionale umanitario. "In Medioriente, e a Gaza in particolare, - spiega Mirjana Spljaric - il Comitato Internazionale della Croce Rossa opera da decenni ed ha sempre mantenuto un dialogo costante con tutte le parti. Questo ci ha permesso di condurre un’operazione molto complessa a sostegno del cessate il fuoco, che spero sinceramente regga, perché non vedo alternative ad esso. Nel frattempo, - assicura la presicente del Cicr - continueremo a rafforzare la nostra assistenza umanitaria, soprattutto nel campo medico. Ma proseguiremo anche il nostro lavoro per sostenere la resilienza, riparando le infrastrutture, in particolare nel settore idrico. Forniamo inoltre assistenza umanitaria in qualunque area la popolazione abbia bisogno del nostro sostegno, ma al momento la nostra principale attenzione è rivolta al supporto medico, all’acqua e all’elettricità".
I diritti violati
I vincitori delle Colombe d’oro 2025 appartengono a due categorie particolarmente colpite negli ultimi anni a livello internazionale dalla violazione di diritti fondamentali, come quelli che garantiscono il diritto ad essere informati e quelli che garantiscono ai civili di essere tutelati nei contesti di guerra. “Uno degli aspetti più mortificanti della guerra a Gaza – dichiara Fabrizio Battistelli, presidente di Archivio Disarmo - è il superamento di ogni confine, di ogni linea rossa di natura morale e giuridica. Il diritto internazionale umanitario è stato brutalmente violato, da Hamas con l’eccidio del 7 ottobre 2023, da Israele con la spropositata reazione militare nei due anni successivi. Abbiamo visto la fame trasformata in arma, l’isolamento e la completa assenza di corridoi umanitari. Non meno grave la proibizione per tutti i giornalisti e corrispondenti di guerra internazionali di entrare nella Striscia di Gaza per documentare ciò che stava accadendo. Le prime informazioni e immagini sono arrivate grazie a giovani, soprattutto palestinesi, improvvisatisi giornalisti sul campo”.
Una nuova minaccia dall' IA
Se nel contesto della guerra nela Striscia di Gaza si è assistito a una disumanizzazione senza precedenti nella condotta del conflitto, molto è dovuto anche al sempre maggiore utilizzo delle nove tecnologie applicate alle operazioni militari. "L’intelligenza artificiale - spiega la presidente della Croce Rossa internazionale - ha il potere di aumentare enormemente l’impatto della guerra sui civili. Il Cicr si oppone chiaramente ai sistemi d’arma autonomi che eliminano la responsabilità umana nel decidere chi viene colpito e chi no. Chiediamo che il controllo e la responsabilità umani rimangano sempre effettivi, e che le armi progettate oggi siano conformi al diritto internazionale umanitario tanto quanto dovevano esserlo 10 o 20 anni fa. Le operazioni cibernetiche non sono esenti dagli obblighi legali derivanti dalle Convenzioni di Ginevra".
Prigionieri della guerra
Dei tre giornalisti premiati solo Aya Ashour è in presenza. Dopo mesi di mobilitazione internazionale, nel giugno di quest’anno ha lasciato Gaza grazie all’intervento del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale italiano e all’invito come visiting researcher presso l’Università per stranieri di Siena. “Gli altri due nostri premiati – nota Fabrizio Battistelli – Fatena Mohanna e Alhassam Selmi purtroppo non hanno avuto l'autorizzazione per venire in Italia e presenziare alla premiazione. Come Archivio Disarmo avevamo chiesto al Ministero di prendere in considerazione il diritto all’informazione oltre al diritto allo studio, anch’esso un’innovazione rispetto ai criteri “storici” del ricongiungimento familiare e della cura sanitaria. Purtroppo non siamo stati ascoltati, né noi né i 32 professori di diritto di 21 università italiane che avevano scritto a Tajani”.
Uscire dall’indifferenza
“L’obiettivo del premio istituito da Archivio Disarmo più di 40 anni fa – spiega ancora Battistelli - è quello di contribuire al consolidamento di un'informazione motivate e competente sui temi della pace. In contesti di cambiamento come quello che stiamo vivendo a livello globale è fondamentale provare a spiegare all’opinione pubblica perché nascono e si sviluppano le guerre, ma soprattutto in che modo si possono immaginare sviluppi di pace. Tuttavia è incoraggiante notare – conclude Battistelli – che qualcosa sta cambiando nell’opinione pubblica soprattutto grazie all’impulso e alla spinta dal basso da parte dei più giovani”.
L'appello alla comunità internazionale
"Ciò che vediamo in Medio Oriente, in alcune parti dell’Africa oggi, ma anche in altri contesti di violenza armata, - dichiara la presidente Spoljaric - è una strategia militare o una condotta delle ostilità che ignora completamente l’obbligo delle parti di proteggere i civili, le infrastrutture civili e, in particolare, gli ospedali. Al contrario, ciò che osserviamo è l’uso deliberato del diritto internazionale umanitario e dell’assistenza umanitaria come strumenti di guerra. E questo è qualcosa contro cui gli Stati devono opporsi e che deve essere invertito".
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