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La manifestazioni nella capitale Tbilisi La manifestazioni nella capitale Tbilisi

Georgia, elezioni municipali e proteste: cinque attivisti anti-governativi arrestati

Durante e dopo la tornata elettorale, nella quale si è imposto il partito di maggioranza Sogno Georgiano, le opposizioni sono scese nelle strade di Tbilisi per la “rivoluzione pacifica” che denuncia autoritarismo e avvicinamento alla Russia da parte del governo K’obakhidze, che ha interrotto il processo per l’adesione all’Unione Europea

Pietro Piga – Città del Vaticano

Le elezioni municipali in Georgia si sono tenute sabato 4 ottobre, ma la loro coda è lunga. Le manifestazioni, gli arresti e le incriminazioni si sono verificati durante e dopo l’esito della tornata elettorale che ha messo in palio l’incarico di sindaco nelle cinque principali città del Paese, incluso quello della capitale Tbilisi, oltreché i capi e i membri di oltre 50 consigli municipali. Nelle urne si è imposto Sogno Georgiano, il partito della maggioranza che esprime il primo ministro, Irak’li K’obakhidze, e sostiene il presidente della Repubblica, Mikheil Q’avelashvili. Ma la sfida elettorale è stata boicottata dalle forze d’opposizione, che hanno organizzato una protesta a Tbilisi – che definiscono “rivoluzione pacifica” – per denunciare l’autoritarismo e l’avvicinamento alle posizioni della Russia da parte del governo.

Il post-elezioni

Stamattina, 6 ottobre, cinque attivisti, arrestati nel corso della mobilitazione alla quale avrebbero partecipato settemila persone, sono stati accusati di aver “incitato al rovesciamento violento del governo e aver organizzato, guidato e partecipato a violenze di gruppo”, riporta l’Associated Press, citando il ministero dell’Interno georgiano. Avrebbero anche tentato di assaltare il palazzo presidenziale, ma sarebbero stati bloccati dalla polizia antisommossa con i gas lacrimogeni, lo spray al peperoncino e i cannoni ad acqua. Un’azione che, secondo il premier K’obakhidze, rappresenta “il tentativo di rovesciare l’ordine costituzionale”, si legge su Reuters, “in questo contesto, l’ambasciatore dell’Unione europea in Georgia ha una responsabilità speciale. Dovrebbe esporsi, prendere le distanze e condannare severamente tutto ciò che sta accadendo per le strade di Tbilisi”. L’Alto rappresentante dell’Ue per gli affari esteri, Kaja Kallas, e il Commissario europeo per l’allargamento e la politica di vicinato, Marta Kos, hanno respinto e condannato “fermamente la disinformazione riguardante il ruolo dell’Ue in Georgia e denuncia gli attacchi personali contro l’ambasciatore dell’Unione europea in Georgia”.

Il fronte aperto

Il rimpallo di accuse tra Tbilisi e Bruxelles, però, non è una novità, proprio come le manifestazioni dei partiti di minoranza, che accusano il governo di repressione e avvicinamento alla Russia. Lo scontro ruota attorno all’adesione o meno dello Stato all’unione politica ed economica. Dal 2022, l’anno in cui la Georgia si è candidata all’ingresso nell’Ue, il processo ha subìto degli scossoni per la proposta da parte di Sogno Georgiano, in due occasioni, della cosiddetta “legge sull’influenza straniera”, volta – secondo il governo – a limitare gli attori stranieri (media, organizzazioni non-profit) che destabilizzerebbero la Nazione. Nel 2024, la Georgia ha confermato la sua non partecipazione ai negoziati con Bruxelles, pur senza rinnegare l’intenzione di diventarne membro, a detto del capo di governo, K’obakhidze.

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06 ottobre 2025, 12:44