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Giornata mondiale contro la pena di morte Giornata mondiale contro la pena di morte  (2021 Getty Images)

Abolire le esecuzioni, un cammino trasversale in lotta contro la retorica

Nella Giornata mondiale contro la pena di morte, l’intervista con Krisanne Murphy, direttore esecutivo di Cmn. Nonostante nel 2024 più di due terzi dei Paesi abbiano abolito la pena di morte, il numero di esecuzioni registrate a livello globale è aumentato. Il caso Usa

Francesca Sabatinelli - Città del Vaticano

Nel 2024, più di due terzi dei Paesi hanno abolito la pena di morte, 145 sono stati i Paesi che l'hanno cancellata nella legge o nella pratica. Nonostante ciò, il numero di esecuzioni registrate a livello globale è aumentato, raggiungendo 1.518 nel 2024, il dato più alto dal 2015. Paesi come la Cina, l'Iran, l’Arabia Saudita, l’Iraq e anche gli Stati Uniti sono responsabili della maggior parte delle esecuzioni registrate. 

Ascolta l'intervista in inglese a Krisanne Vaillancourt Murphy direttore esecutivo di Catholic Mobilizing Network

La giornata mondiale contro la pena di morte

L’odierna ‘Giornata mondiale contro la pena di morte’ è un importante momento di valutazione di quanto successo stia incontrando l’impegno portato avanti per mettere fine alle esecuzioni in tutto il mondo. “Negli Stati Uniti – spiega Krisanne Vaillancourt Murphy direttore esecutivo di Catholic Mobilizing Network (CMN), organizzazione impegnata negli Usa in una azione di sensibilizzazione contro la pena di morte – siamo nel bel mezzo di un importante sforzo per arrivare all’abrogazione di questa pratica. Circa la metà degli Stati degli Usa ha la pena di morte, circa la metà l'ha abrogata eliminandola dai codici. Purtroppo, al momento, si registrano molte esecuzioni capitali, c'è stato un aumento e si vive una retorica politica molto difficile. È una lotta molto difficile, ma molto importante, che vuole riaffermare l’importanza di ogni persona indipendentemente dal male che ha causato. Dobbiamo valorizzare la dignità di ogni essere umano, compresa quelle di chi si trova nel braccio della morte. Non rinunceremo a questa sfida e ai progressi che abbiamo ottenuto con tanta fatica. Nonostante i passi indietro andremo avanti fino all’abolizione”.

La situazione negli Stati Uniti

Anche oggi, 10 ottobre, negli Stati Uniti, nello Stato dell’Indiana, si assisterà ad una esecuzione. Il mese di ottobre negli Usa è il “Respect Life Month”, Il mese del Rispetto della Vita, periodo promosso dalla Chiesa cattolica per sensibilizzare e promuovere la difesa della vita. Nonostante questo, a ottobre, “assistiamo ad un aumento delle esecuzioni capitali, ne sono previste otto - aggiunge Krisanne – questo è un affronto alla dignità dell’essere umano, ma non significa che non vi sia attenzione, non significa che la vita umana, e quindi lo stop alle esecuzioni, sia questione ignorata o sminuita dai cittadini Usa”. La Chiesa, a cominciare dai vescovi della Florida, lo Stato che quest’anno ha registrato il maggior numero di esecuzioni, ha espresso da tempo la propria posizione contraria alle esecuzioni: “Si è creato un fronte unito per opporsi, si ripetono gli appelli al governatore della Florida affinché commuti la pena o conceda la grazia. Vediamo molta attenzione da parte della Chiesa su questo tema. Non c’è silenzio da parte cattolica”.

Un cambiamento che parte dal basso

Murphy indica i progressi compiuti dal Network negli ultimi 15-20 anni, che hanno segnato un dimezzamento delle esecuzioni annuali, un successo raggiunto non solo negli Stati Uniti ma anche in altri Paesi. “La tendenza è a favore degli abolizionisti, la società Usa sta diventando meno tollerante nei confronti della pena di morte e questo ci incoraggia. Nonostante l’attuale aumento, nonostante alcuni Stati abbiano ricominciato, dopo anni, ad eseguire le condanne a morte, penso che la tendenza sia ancora a nostro favore”. A conforto della convinzione di Murphy vi è l’esito dell’ultimo sondaggio Gallup che rileva come il sostegno pubblico alla pena di morte sia al minimo storico dagli anni ’70. “Questo aumento episodico è preoccupante – ammette Murphy – continuiamo a combatterlo, ma sappiamo che farà parte del percorso, che ci saranno alti e bassi mentre ci avviciniamo alla definitiva abolizione della pena di morte”.

Quanto pesa la retorica dell'attuale amministrazione Usa

Il direttore di CMN si sofferma sulla “forte retorica dell’attuale amministrazione Trump, che ha chiarito molto bene nel suo ultimo mandato la volontà di perseguire le condanne a morte e le esecuzioni a livelli federale”, a questo tuttavia corrisponde una tendenza che va a favore degli abolizionisti, partendo anche dall’importante dato che rileva un aumento sia delle commutazioni delle esecuzioni, sia delle assoluzioni, il che “è un incoraggiamento”. Nonostante questo, ammette che si sta vivendo “un momento molto difficile per gli Stati Uniti, con tutto ciò che riguarda la dignità umana messo in discussione. Il popolo degli Stati Uniti deve esprimere chiaramente la propria volontà di mettere fine alle esecuzioni. È un momento difficile sì, ma non dobbiamo lasciarci prendere dallo sconforto, poiché il coraggio negli Usa è visibile. Ce ne accorgiamo perché la pena di morte non è più una questione di parte. Entrambi gli schieramenti stanno cominciato a capire che si tratta di una questione di vita, che va perseguita. Non è più convinzione di un solo partito, e non è più considerata questione progressista o liberale, è qualcosa di universalmente accettato. Guardiamo al coraggio dei vescovi della Florida, che hanno indetto una novena a causa dell’aumento delle esecuzioni. Guardiamo al Texas dove anche lì i vescovi hanno lanciato un appello. Il Papa ha parlato di una questione di vita, dicendo che dire “sono contro l’aborto” ma “a favore della pena di morte”, non è davvero pro-vita. Ci vorrà ancora più audacia, ma guardiamo a questi atti di coraggio che continuano ad essere intrapresi negli Stati Uniti”.

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10 ottobre 2025, 11:26