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2025.10.29 Popoli indigeni

Popoli indigeni "incontattati" a rischio estinzione

L'allarme è stato lanciato da Survivor International che ha pucclicato il primo rapporto mondiale sulle comunità e i gruppi di incontattati in dieci diversi Paesi, tra Sud America, Asia e Pacifico

Francesco Ricupero - Città del Vaticano

Sono almeno 196 i popoli e gruppi incontattati nel mondo e la metà di essi potrebbe scomparire entro 10 anni se governi e aziende non interverranno.  È quanto emerge dal primo rapporto “Popoli indigeni incontattati: frontiere di resistenza”  ("Uncontacted Peoples at the edge of survival") realizzato dalla Ong Survival International. 

Violenze, soprusi, malattie

Secondo l’organizzazione, che si occupa dei diritti dei popoli indigeni, questo “genocidio silenzioso” è già in corso, ed è causato dal contatto forzato, dalle violenze, dalle malattie introdotte dall’esterno e dal furto di terra. È alimentato per la maggior parte dall'attività di industrie estrattive e del legname (una minaccia per il 64 per cento dei popoli e gruppi incontattati) e dell’agrobusiness. "Per quanto tempo ancora noi, nel mondo industrializzato, continueremo a considerare i popoli incontattati solo degli sfortunati danni collaterali, mentre saccheggiamo le loro terre per le nostre automobili, le nostre case, il nostro fabbisogno energetico, i nostri gioielli e il nostro intrattenimento?" ha dichiarato l’attore Richard Gere intervenuto alla presentazione del rapporto insieme ai  leader indigeni brasiliani Lucas Manchineri del popolo Manchineri, e Maipatxi Apurinã del popolo Pupīkary, Herlin Odicio leader kakataibo dalla regione di Ucayali, in Perù, e Caroline Pearce, direttrice generale di Survival International.  

Lottano per la loro foresta

Il rapporto  è ricco di storie personali, studi e voci dalle foreste, con cui molti testimoni indigeni svelano le dinamiche del primo contatto e i traumi che ne conseguono. Sono anche storie di resilienza e di resistenza perché il rifiuto del contatto è una scelta attiva e continua dettata dalle circostanze, per questa ragione Lucas Manchineri chiama gli indigeni incontattati, “popoli diffidenti”. "Dobbiamo sostenerli raccontando le loro storie e mostrando al mondo che i popoli incontattati non sono scomparsi. Sono qui. Stanno lottando nella loro foresta, a volte silenziosamente. Abbiamo l’obbligo spirituale e politico di proteggerli  — ha affermato  Manchineri — non vogliamo che la storia del contatto che abbiamo sofferto noi si ripeta". "Non riconoscere l'esistenza dei popoli incontattati — ha aggiunto Maipatxi Apurinã — è una grave violazione dei loro diritti. Il loro diritto di essere protetti non deve esistere solo sulla carta, ma anche nella realtà".  Alla vigilia della Cop30, questo messaggio assume ancora più rilevanza: proteggere i loro territori è anche una condizione essenziale per fermare la crisi climatica globale. Il rapporto sottolinea che rifiutare il contatto è una scelta consapevole e dimostra che, quando non sono sotto attacco, i popoli indigeni incontattati non solo sopravvivono ma prosperano.

L'appello urgente

Con questo rapporto, che si basa su oltre 50 anni di esperienza e ricerca, Survival International lancia, dunque, un appello urgente e potente, diretto a governi, aziende e opinione pubblica affinché rispettino i diritti e i territori di queste persone. "I popoli incontattati — ha concluso Pearce —  non sono passivi e sono ben consapevoli del mondo esterno. Scelgono attivamente di rifiutare e resistere al contatto, hanno il sostegno dei loro vicini indigeni e la legge internazionale è pienamente dalla loro parte".

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29 ottobre 2025, 11:23