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Il luogo dell'attentato Il luogo dell'attentato

Manchester, proseguono le indagini sull’attacco alla sinagoga

È stato individuato l'autore dell'attacco alla sinagoga della città inglese, con tre vittime, tra le quali il terrorista. La polizia indaga sul movente e sui possibili legami con reti di radicalizzazione. La solidarietà di Chiesa cattolica e Chiesa anglicana alla comunità ebraica colpita. Il cordoglio internazionale

Sara Costantini - Città del Vaticano

Continuano le indagini nella città di Manchester che resta sotto shock dopo l’attacco mortale di giovedì mattina davanti alla sinagoga ortodossa Heaton Park, durante le celebrazioni dello Yom Kippur, il giorno più sacro del calendario ebraico. L’attentatore ha investito con un’auto i fedeli in arrivo, per poi cercare di entrare armato di coltello.

Individuato l'aggressore 

La polizia ha identificato l’aggressore, ucciso dalla polizia, si tratta di Jihad Al-Shamie, 35 anni, cittadino britannico di origine siriana. Di Manchester le altre due vittime: Melvin Cravitz e Adrian Daulby. È stato inoltre confermato che la cintura esplosiva che sembrava indossasse l’attentatore era in realtà falsa. Le autorità hanno classificato l’episodio come un attacco terroristico. Tre persone sono state arrestate, due uomini e una donna, accusati di preparazione e commissione di atti terroristici. Le indagini si concentrano ora sul movente dell’aggressore e sull’eventuale esistenza di complici o sostenitori, mentre gli investigatori analizzano dispositivi elettronici e comunicazioni per comprendere il percorso di radicalizzazione dell’autore dell’attacco. Il rabbino capo della Gran Bretagna, Ephraim Mirvis, ha sottolineato che l’attacco è il risultato di “un’incessante ondata di odio”. Sul piano politico il ministro degli Interni Shabana Mahmood ha ribadito la necessità di sospendere eventuali manifestazioni pro-Palestina in segno di rispetto per le vittime, invitando alla responsabilità civile. 

La solidarietà della Chiesa

Cordoglio dalle Chiese cattolica e anglicana.  Il cardinale Vincent Nichols, arcivescovo di Westminster, ha espresso la propria profonda vicinanza alla comunità ebraica, definendo i gesti compiuti come “atti di profondo odio che non devono essere tollerati in questo Paese”. Il cardinale ha ricordato che “ebrei e cristiani sono uniti dalla comune fede in Dio” e ha sottolineato come, nella tradizione cattolica, gli ebrei siano considerati “i fratelli maggiori” nella fede della famiglia cristiana. “Le mie preghiere e quelle della comunità cattolica, sentite e profonde, sono per chi è morto, per i loro parenti, per i feriti e per chiunque si sente meno sicuro in questo momento”, ha aggiunto, ribadendo il dovere di tutti di lavorare insieme per costruire una società più unita e rispettosa, nella quale atti di violenza come questo non vengano tollerati. Anche l’arcivescovo di York Stephen Cottrell, ha espresso solidarietà alla comunità ebraica britannica. In un messaggio diffuso via social, ha assicurato: “Non siete soli” e ha invitato tutti a combattere l’odio in ogni modo possibile.

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03 ottobre 2025, 13:20