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Gerusalemme, su un muro le foto degli ostaggi catturati da Hamas Gerusalemme, su un muro le foto degli ostaggi catturati da Hamas  (AFP or licensors)

Gaza, in Egitto il secondo round dei negoziati. Trump: "Clima positivo"

I negoziati sul piano di pace proposto dagli Usa proseguono a Sharm El-Sheikh, mentre in tutto Israele si commemorano le vittime del 7 ottobre

Stefano Leszczynski - Città del Vaticano

A due anni dall'attacco del movimento islamista palestinese Hamas in Israele e dal successivo lancio delle operazioni militari israeliane a Gaza, proseguono oggi per il secondo giorno in Egitto i colloqui sul piano di pace del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. I negoziati a Sharm el Sheikh dovrebbero durare alcuni giorni, alla presenza di mediatori provenienti da Usa, Qatar, Egitto e Turchia.

La soddisfazione degli Usa

Secondo quanto dichiarato da Trump, le trattative stanno andando "molto bene" e "Hamas sta acconsentendo a una serie di cose molto importanti". Parlando ai giornalisti nello Studio Ovale, il presidente Usa ha ribadito ieri sera di essere fiducioso in merito alla possibilità di raggiungere un accordo definitivo per mettere fine alla guerra a Gaza, dove dal 7 ottobre 2023 sono state uccise oltre 67 mila persone. 

La commemorazione delle vittime del 7 ottobre

Nel sud di Israele, si stanno svolgendo eventi commemorativi nei luoghi vicino al confine con Gaza dove Hamas e altri gruppi islamisti hanno compiuto il loro attacco il 7 ottobre di due anni fa, uccidendo circa 1.200 persone e prendendone in ostaggio più di 250. Quel giorno, i primi a essere colpiti dall'attacco furono i giovani che stavano partecipando al festival musicale Supernova, nell'area della comunità di confine di Reim. Cartelli con i nomi e le foto delle vittime dell'attacco, insieme a fiori, sono stati eretti sul posto, dove si prevede che un gran numero di visitatori arriverà per ricordare i due anni dalla tragedia, in concomitanza con l'inizio della festività ebraica di Sukkot.

I negoziati in Egitto

I colloqui indiretti tra Israele e Hamas, in corso da ieri in Egitto, si concentrano soprattutto sulle modalità logistiche per la liberazione degli ostaggi israeliani. Il fallimento nel riportare a casa gli ostaggi in questi due anni di guerra ha lasciato Israele profondamente diviso, con proteste di massa settimanali contro il governo Netanyahu. Secondo i dati ufficiali israeliani, sono 48 gli ostaggi rimasti a Gaza, di cui 20 ancora in vita. Il piano di Trump per la pace nella Striscia richiede che Hamas rilasci tutti gli ostaggi mentre Israele dovrebbe liberare i prigionieri palestinesi e ritirare lesue forze da Gaza, secondo linee concordate in base a un calendario programmato. Hamas chiede invece garanzie precise sui meccanismi di controllo e un calendario per il ritiro delle forze armate israeliane da Gaza, oltre all'inclusione del leader di Fatah, Marwan Barghouti, tra i prigionieri da liberare nell'ambito dell'accordo di scambio.

Onu e Croce rossa pronti ad intervenire

Le Nazioni Unite hanno dichiarato che le squadre di aiuti a Gaza sono "pronte a partire" per consegnare rifornimenti se il piano di cessate il fuoco di Trump verrà approvato. Inoltre, la Croce rossa internazionale ha fatto sapere di essere pronta ad agire come intermediario umanitario per aiutare a far tornare gli ostaggi israeliani detenuti a Gaza e i detenuti palestinesi in Israele.

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07 ottobre 2025, 08:57