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Un'operazione di soccorso nel Mediterraneo Un'operazione di soccorso nel Mediterraneo

Unhcr e Oim: inaccettabile strage di migranti nel Mediterraneo

Le Nazioni Unite tornano a denunciare la mancanza di iniziative concertate per impedire le morti in mare: sono almeno 1600 le vittime dall’inizio dell’anno. La Libia resta il luogo più pericoloso per i migranti, conferma la direttrice dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni

Stefano Leszczynski – Città del Vaticano

L'Unhcr, l'Agenzia Onu per i rifugiati, esprime sconcerto e profonda tristezza per la tragica ed evitabile perdita di circa 80 vite umane in mare, tra cui quelle di alcuni rifugiati, in diversi incidenti avvenuti al largo del Nord Africa nei giorni scorsi. Le tragedie si sono verificate quando alcune imbarcazioni in partenza dalla Tunisia e dalla Libia hanno incontrato difficoltà al largo delle coste tunisine.

Politiche e risorse insufficienti

Quest'anno, nota l'Agenzia, oltre 1.600 persone sono morte o sono scomparse sulle rotte del Mediterraneo e dell'Africa occidentale, dopo le 3.530 dell'anno scorso. Ma l'impegno internazionale per potenziare la capacità di ricerca e soccorso al fine di evitare queste tragedie risulta del tutto insufficiente. L'Unhcr chiede da tempo maggiori risorse, un impegno internazionale più forte e la creazione di percorsi sicuri e regolari per coloro che fuggono da guerre e persecuzioni.

La trappola libica

La Libia continua a rimanere il Paese del Nord Africa più pericoloso per i migranti. Lo ha dichiarato Amy Pope, direttrice generale dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni, in un'intervista concessa al settimanale "Arab Weekly", edito a Londra e specializzato in politica e società del mondo arabo. "Riceviamo regolarmente segnalazioni di migranti rapiti, detenuti per riscatto, sottoposti ad abusi e violenze in Libia", ha affermato Pope. La responsabile dell'Oim ha spiegato che la maggior parte dei migranti morti nel Mediterraneo era partita dalla Libia. Secondo i dati delle autorità libiche, nel Paese si trovano fino a quattro milioni di migranti irregolari. Una moltitudine che è aumentata anche a causa dell'intensificarsi degli sforzi europei per limitare i flussi migratori. La direttrice dell'Oim ha inoltre collegato l'aggravarsi della crisi migratoria al conflitto in Sudan, scoppiato nel 2023, che ha costretto milioni di persone a fuggire. Secondo i dati dell'Alto commissariato Onu per i rifugiati, oltre 357 mila sudanesi sono arrivati ​​in Libia da aprile 2023 ad agosto 2025.

Molte partenze dalla Tunisia

L'Oim richiama l'attenzione anche sulla Tunisia, altro punto di partenza dei flussi migratori verso l'Europa. Le partenze dal Paese sono diminuite dopo l'accordo da 290 milioni di dollari siglato con l'Unione europea nel 2023, ma migliaia di persone restano bloccate senza alcuna prospettiva se non quella di tentare comunque la traversata. E proprio dalla Tunisia arrivava l'imbarcazione affondata mercoledì scorso con a bordo 70 persone. I 30 sopravvissuti, provenienti principalmente dal Camerun, dalla Costa d'Avorio e dalla Guinea, sono stati soccorsi dalla Guardia Costiera tunisina. Un'altra imbarcazione in partenza da Zouara, nella Libia occidentale, con a bordo 72 persone, è affondata al largo della Tunisia e 40 persone sono morte. Secondo quanto riferito dai 32 sopravvissuti sull'imbarcazione viaggiavano rifugiati e migranti provenienti da Yemen, Bangladesh, Ghana, Pakistan, Sierra Leone, Gambia e Guinea.

Nuovi sbarchi in Sardegna

A riprova dell'intensità dei flussi attraverso il Mediterraneo c'è da registrare una nuova onda di sbarchi lungo le coste del sud Sardegna, con 76 migranti arrivati ​​tra sabato sera e domenica mattina in diversi punti del litorale. Tutti i migranti, in buone condizioni di salute, sono stati accompagnati nel centro di accoglienza sardo di Monastir per le procedure di identificazione e assistenza. Altri 106 migranti sono, invece, giunti a Lampedusa dopo due diversi interventi di soccorso. Le motovedette di Frontex hanno intercettato un barcone partito da Zouara, in Libia, con a bordo 96 persone di nazionalita' bengalese, egiziana, marocchina e siriana, e un natante di 6 metri salpato da Jebiniana, in Tunisia, con 10 migranti originari di Sudan e Ciad.

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27 ottobre 2025, 14:40