La Russia e le sanzioni Usa contro Rosneft e Lukoil. Putin: atto ostile
Marco Guerra – Città del Vaticano
Un atto ostile nei confronti della Russia. Definisce così il presidente russo Putin la decisione di Donald Trump di imporre sanzioni contro i due principali produttori di idrocarburi russi, Rosneft e Lukoil. Una scelta che ha fatto sì che la Cina sospendesse gli acquisti di petrolio russo trasportato via mare e che anche le raffinerie indiane, il principale acquirente di petrolio russo trasportato via mare, si dicessero pronte a ridurre drasticamente le importazioni di greggio da Mosca, per conformarsi alle sanzioni imposte dagli Stati Uniti.
Trump: tra sei mesi gli effetti
L'impatto sull'economia “lo vedremo tra sei mesi”, spiega Trump in un incontro con i giornalisti. L’inquilino della Casa Bianca ritiene che “da parte russa non c'è abbastanza interesse e azione verso la pace". Intanto, su alcuni listini i prezzi del petrolio sono aumentati di quasi il 5%. Secondo gli analisti, le sanzioni statunitensi significano che le raffinerie in Cina e India, principali acquirenti di petrolio russo, dovranno cercare fornitori alternativi per evitare l'esclusione dal sistema bancario occidentale.
L’Ue colpisce il gas russo
Si muove anche l’Unione europea, via libera dei 27 al diciannovesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia, senza alcuna obiezione da parte di Paesi membri. Le nuove sanzioni vanno a colpire l'export di Gnl (gas naturale liquefatto) russo, fulcro delle nuove misure Ue. Nel pacchetto anche un meccanismo che limita la libertà di movimento dei diplomatici russi di stanza nei Paesi Ue. L'Unione europea ha inoltre confermato il suo impegno a garantire il sostegno finanziario all'Ucraina fino al 2027 incluso.
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