Perù, destituita la presidente Dina Boluarte
Sara Costantini -Città del Vaticano
Dopo diversi giorni di manifestazioni organizzate dalla Generación Z per chiedere la fine del mandato della presidente Dina Boluarte, il Parlamento del Perù ha approvato il suo impeachment con 122 voti favorevoli su 130. I giovani sono scesi in piazza in diverse città per denunciare disoccupazione, corruzione, violenza crescente e mancanza di opportunità, attirando l'attenzione nazionale e catalizzando la decisione parlamentare. Studenti e giovani lavoratori hanno organizzato cortei, sit-in e manifestazioni pubbliche, chiedendo esplicitamente la fine del governo di Boluarte.
La fine del mandato
Il Parlamento ha avviato la procedura di destituzione e il presidente è stata accusata di “incapacità morale permanente”, soprattutto per non aver frenato l'aumento della criminalità e della violenza nel Paese. La mozione è stata approvata con il consenso trasversale di tutti i partiti, inclusi quelli che fino a quel momento avevano sostenuto Boluarte. Convocata per difendersi, il presidente ha rifiutato di partecipare alla sessione plenaria. Il suo avvocato, Juan Carlos Portugal, ha dichiarato con un post su X che i soli cinquanta minuti tra notifica e udienza rappresentavano “una violazione della procedura”.
Un paese tra violenza e protesta
Boluarte è stata la prima donna a guidare il Perù, ma durante il suo mandato ha mantenuto bassi livelli di consenso tra la popolazione: secondo un recente sondaggio, oltre il 93% dei peruviani disapprovava la sua gestione. Dal suo insediamento nel dicembre 2022, dopo la destituzione di Pedro Castillo, il Paese ha registrato un aumento della violenza legata alla criminalità organizzata. Tra gennaio e agosto 2025, almeno 180 conducenti del trasporto pubblico sono stati assassinati per essersi rifiutati di pagare estorsioni, mentre piccoli imprenditori sono stati vittime frequenti di racket e minacce. Anche artisti e gruppi musicali, come la band di cumbia Agua Marina, sono stati colpiti: durante un concerto cinque persone sono rimaste ferite e migliaia di spettatori sono fuggiti nel panico.
Verso le nuove elezioni
Con la sua destituzione, il presidente del Parlamento, José Jeri, 39 anni, ha prestato giuramento come presidente ad interim, guidando il Paese fino alle elezioni generali previste per aprile 2026. Con questa nomina, il Perù registra il suo settimo presidente negli ultimi nove anni, confermando un periodo di forte instabilità politica in cui dal 2016 nessun presidente è riuscito a completare il mandato. Il Paese si prepara ora a un nuovo turno elettorale, mentre la popolazione osserva attentamente l'operato dell'esecutivo ad interim guidato da Jeri. Nel frattempo, sicurezza, criminalità organizzata e situazione economica restano al centro delle discussioni pubbliche e delle mobilitazioni giovanili.
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