Perù, stato d’emergenza a Lima dopo le proteste
Stefano Leszczynski – Città del Vaticano
Il neo presidente del Perù, José Jeri, ha rifiutato di dimettersi dopo la morte di un manifestante durante una massiccia protesta guidata da attivisti della Generazione Z. Secondo le autorità circa 100 persone sono rimaste ferite, tra cui 80 agenti di polizia e 10 giornalisti. Il comandante della polizia nazionale peruviana, Óscar Arriola, ha ammesso la responsabilità di uno degli agenti in servizio per la morte del manifestante Eduardo Ruiz Sanz. Nonostante l’agente abbia dichiarato di aver agito per legittima difesa, la Procura di Lima ha aperto un’inchiesta.
Le proteste contro corruzione e povertà
Le proteste sono iniziate un mese fa, con richieste di migliori pensioni e salari per i giovani, e si sono ampliate includendo il malcontento dei peruviani per il dilagare di criminalità, corruzione e sfiducia nei confronti delle autorità pubbliche. I manifestanti chiedono le dimissioni di Jerí, entrato in carica solo il 10 ottobre, e quelle del Parlamento. Dopo un incontro con i parlamentari, Jerì, rifiutando di lasciare l’incarico, ha dichiarato alla stampa: “La mia responsabilità è mantenere la stabilità del Paese; questo è il mio impegno” ed ha aggiunto che intende chiedere poteri speciali per affrontare l’ondata di criminalità che sta colpendo il Paese.
La rabbia della Generazione Z
Le manifestazioni in Perù si inseriscono in una più ampia ondata di proteste giovanili a livello mondiale, con mobilitazioni in Nepal, Filippine, Indonesia, Kenya e Marocco, spesso contraddistinte da bandiere nere con il simbolo dell’anime One Piece, un teschio con cappello di paglia diventato emblema della ribellione giovanile. La cosiddetta generazione Z, composta da persone nate a cavallo tra gli anni Novanta e il primo decennio del Duemila, è la prima generazione cresciuta interamente nell’era di Internet, degli smartphone e dei social media, strumenti che utilizza per dare voce al proprio attivismo. Secondo Omar Coronel, sociologo dell’Università Cattolica del Perù, “le proteste riflettono un profondo malessere generazionale legato all’insicurezza, alla corruzione e all’erosione della capacità dello Stato”.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui