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La forza del segno, la sacralità del metallo in “Gaudium”

Dal 24 al 26 ottobre, alle Corsie Sistine del Complesso Monumentale dell’antico ospedale di Santo Spirito in Sassia, sarà esposto il ciclo di gioielli d’ispirazione sacra “Gaudium”, creati dall’artista veneto Alberto Zorzi. Dodici opere in oro e argento – otto croci, due collane e due bracciali – compongono l’esposizione organizzata nell’ambito della Roma Jewelry Week, curata dall’architetto Monica Cecchini

Maria Milvia Morciano – Città del Vaticano

“Il segno è sacro”: con queste parole l'artista orafo Alberto Zorzi sintetizza la propria ricerca, che affonda nella materia per restituirle nuova forma e significato. Le superfici metalliche dei suoi gioielli diventano spazi di incisione e di scavo, campi di una scrittura interiore. “Il segno e i simboli hanno dei riferimenti ben precisi”, afferma l’artista, che considera la traccia come un linguaggio personale, dove l’oro e l’argento si fanno specchio di luce e di pensiero.

Una croce in argento della mostra "Gaudium"
Una croce in argento della mostra "Gaudium"

La mostra Gaudium, allestita dal 24 al 26 ottobre presso le Corsie Sistine del Complesso monumentale di Santo Spirito in Sassia, presenta un ciclo di dodici opere – otto croci, due collane e due bracciali – realizzate in oro e argento. L’esposizione, curata dall’architetto Monica Cecchini nell’ambito della Roma Jewelry Week, nasce dal desiderio di indagare il valore del segno nella sua dimensione sacra e nella sua capacità di esprimere spiritualità attraverso la materia. In Gaudium, il segno inciso sul metallo diventa gesto di rivelazione: un linguaggio che unisce rigore e spiritualità, materia e silenzio, nel luogo stesso dove la storia e la fede si incontrano.

Ascolta l'intervista ad Alberto Zorzi

Docente di progettazione orafa e di design del gioiello per decenni, Zorzi ha formato generazioni di artisti tra Padova, Firenze, Ravenna e Venezia. Le sue opere, presenti nelle collezioni di istituzioni come il Victoria and Albert Museum di Londra, il Musée des Arts décoratifs di Parigi,  il Museum of Art & Design di New York, il Museo degli Argenti di Palazzo Pitti a Firenze e il LACMA di Los Angeles, raccontano un percorso coerente e rigoroso, fondato sul dialogo tra gesto e idea, forma e concetto.

La croce come forza e simbolo

Le opere di Gaudium nascono da un’idea plastica e scultorea. Croci, collane e bracciali non sono concepiti come ornamenti ma come oggetti di pensiero. Opere che “hanno questa impostazione scultorea – spiega Zorzi – e sono lavori in riferimento al mio pensiero, legato alle problematiche che esistono oggi”. La croce, segno di fede, è anche luogo di tensione tra gioia e dolore, tra luce e fragilità dell’uomo contemporaneo.

Una croce nella mostra "Gaudium"
Una croce nella mostra "Gaudium"

Gioia e sofferenza del metallo

Il titolo Gaudium richiama la gioia, in sintonia con l’anno giubilare in corso, ma per l’artista non è un sentimento disgiunto dalla ferita: “Questo discorso l’ho espresso attraverso lavori dove c’è il segno, la traccia, il percorso all’interno delle superfici metalliche, molto forti, molto potenti. Da un lato rappresentano la gioia, dall’altro la sofferenza che l’uomo sta vivendo adesso”. Il metallo, inciso e scavato, sabbiato o satinato, si fa superficie di meditazione, spazio di riflessione sulla condizione umana e sulla possibilità della luce. Le due collane hanno forma quadrangolare e sono segnate in ogni parte, "tracciando un percorso, una strada, un sentiero".  I due bracciali, infine, esprimono "una scrittura immaginaria, un linguaggio, un esemplificare e portare alla luce un possibile dialogo con l’altro, attraverso un segno proprio e personale che intende collocarsi nello spazio", spiega l'artista.

L’esposizione e il contesto

La scelta del luogo – le Corsie Sistine dell’antico Ospedale di Santo Spirito in Sassia – amplifica il significato delle opere. “È stata un’idea dell’architetto Monica Cecchini – spiega Zorzi - che ha ritenuto che le mie opere potessero rappresentare concetti in sintonia con il tema Gaudium”. In un ambiente che ancora oggi custodisce la memoria dell’accoglienza e della cura, i gioielli-scultura di Zorzi trovano una risonanza naturale, dialogando con lo spazio e con la dimensione spirituale del Giubileo.

Pezzi unici, linguaggio universale

Ogni creazione è un unicum. “Non realizzo opere in serie – precisa – quando disegno e lavoro, l’opera la penso sempre come unica”. Questa fedeltà al gesto originario accompagna tutta la sua ricerca, oggi aperta a un nuovo orizzonte: “La differenza rispetto ai miei lavori precedenti è nel carattere religioso, ecumenico. Sono opere inedite che presento per la prima volta a Roma”.


 

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23 ottobre 2025, 10:33