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Una veduta aerea di Gaza City dopo la tregua Una veduta aerea di Gaza City dopo la tregua  (AFP or licensors)

Stati Uniti: “A Gaza la situazione è complessa, ma la tregua è reale”

Si è detto ottimista sul clima nella Striscia il vicepresidente Usa JD Vance ora in visita in Israele per consolidare il cessate-il-fuoco. “Hamas dovrà disarmarsi” ha ribadito. Il gruppo islamico assicura il rispetto degli accordi e la fine delle esecuzioni dei collaborazionisti di Israele, ma Trump lo minaccia: “Se non farà la cosa giusta sarà la fine”. Sul campo, intanto, la calma resta fragile

Paola Simonetti – Città del Vaticano

Mentre sul terreno Israele e Hamas si rimpallano le responsabilità per le violazioni della tregua nella Striscia di Gaza che hanno fatto registrare decine di vittime negli ultimi giorni, gli Stati Uniti cercano di scongiurare che l’esecutivo di Benjamin Netanyahu stralci gli accordi siglati in Egitto e riprenda l’offensiva nell’area.

Gli Usa ottimisti sul futuro nella Striscia 

Vede positivo il vicepresidente statunitense JD Vance, in visita in Israele insieme all’inviato Usa, Steve Witckoff e il consigliere di Trump, Jared Kushner. Vance è convinto che la tregua reggerà, sollecitando però Hamas a disarmarsi e garantendo clemenza ai suoi combattenti, ma esorta anche Israele ad evitare un’escalation e a rispondere in modo proporzionato alle eventuali provocazioni. Ben più duro con il gruppo islamico il presidente statunitense, Donald Trump: “Se non si comporterà bene la sua fine sarà rapida e brutale”. Il capo della Casa Bianca ha anche alluso ai grandi alleati in Medioriente e nelle aree circostanti che sarebbero "lieti di entrare a Gaza e mettere in riga Hamas".

La posizione di Hamas

La fazione palestinese, che ieri ha riconsegnato i resti di altri due ostaggi deceduti, non senza difficoltà per le criticità dovute all' individuazione ed estrazione dei corpi dalle macerie, assicura il suo rispetto alle intese concordate e la fine delle esecuzioni sui collaborazionisti di Israele, di cui fonti locali hanno documentato le brutalità nelle ultime settimane.

Il rischio mine nell’area

Sul campo, intanto, la situazione della popolazione resta drammatica con il persistere di carenze alimentari e ora anche il rischio legato agli ordigni inesplosi di cui è disseminato il territorio. A lanciare quest’ultimo allarme il capo del servizio di azione contro le mine delle Nazioni Unite, Luke David Irving, che dichiara come nell’area “i civili di Gaza affrontano una minaccia incredibilmente elevata a causa degli ordigni esplosivi”. Stando alle informazioni rilasciate ad Al Jazeera, la scorsa settimana cinque bambini palestinesi sono rimasti feriti a causa di queste armi, sepolte tra le macerie dei bombardamenti israeliani. “E questa - ha aggiunto Irving- è solo una delle centinaia di segnalazioni giunte”.

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22 ottobre 2025, 08:26