Nucleare, Putin: ripresa dei test se Usa li farà
Roberta Barbi – Città del Vaticano
Fare tutto il possibile per “raccogliere informazioni” e in caso “presentare proposte coordinate sul possibile avvio per la preparazione a test di armi nucleari”: così il presidente russo Putin, durante una riunione del Consiglio di sicurezza di Mosca, ha dato istruzioni alla propria intelligence di indagare su quanto annunciato nei giorni scorsi dall'omologo statunitense Donald Trump.
L’annuncio di Trump
Il numero uno della Casa Bianca ha annunciato la scorsa settimana che gli Stati Uniti riprenderanno a condurre test nucleari “perché altri li stanno effettuando” con chiaro riferimento a Russia e Cina che, però, hanno smentito. In seguito Trump ha precisato che tali test non comporteranno esplosioni nucleari ma coinvolgeranno “altre parti di un’arma nucleare” per garantirne il funzionamento.
I test nucleari nella storia
L’ultima volta che Washington ha testato la propria capacità con detonazioni di testate nucleari, risale al 1992; per Mosca si parla, invece, del 1990, proco prima della caduta dell’Unione Sovietica. Oggi la Russia testa regolarmente – come altri Paesi – vettori con capacità nucleare quali il sottomarino Poseidon e il missile Burevestnik: “Mosca ha sempre rispettato scrupolosamente i suoi obblighi ai sensi del Trattato sulla messa al bando totale degli esperimenti nucleari – fa sapere il Cremlino – ma se gli Usa o altri Paesi parte del Trattato dovessero condurre tali test, la Russia sarebbe costretta ad adottare misure di ritorsione appropriate”.
La guerra in Ucraina
Intanto in Ucraina continuano gli attacchi di droni russi su varie regioni: a Sumy si contano un morto e tre feriti che viaggiavano a bordo di un veicolo civile centrato in pieno nella località Seredyna-Buda. Dall’altra parte, Kyiv concentra i bombardamenti sugli impianti di raffinazione del petrolio in profondità nel territorio russo: a Volgograd si registra una vittima e si è scatenato un incendio in una zona industriale. A Kupyansk e Pokrovsk, infine, secondo il Ministero della Difesa russo, la “situazione si sta rapidamente deteriorando”: ipotesi smentita dai vertici ucraini.
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