Vite che fioriscono: il progetto "Gioia", un percorso di autonomia
Maria Milvia Morciano – Città del Vaticano
Tra le strade di Ostiense, quartiere romano in continuo fermento, la vita scorre tra officine riconvertite, murales, caffè affollati e il profilo leggero del Gazometro che sembra dissolversi nella luce del pomeriggio. La lunga via che attraversa il quartiere ospita musei, accademie, architetture industriali reinventate, spesso scelte dal cinema come sfondo per narrazioni contemporanee. È un paesaggio urbano ricco di energia creativa, un terreno fertile in cui la presenza di molti giovani trova un ambiente spontaneo, vivo, capace di accogliere e far crescere.
Un laboratorio di autonomia e accoglienza
Al centro di questo contesto urbano, il progetto “Gioia” dell’Ordine di Malta si sviluppa con discrezione e tenacia. Giovani adulti con disabilità imparano a costruire il proprio futuro attraverso un percorso che unisce vita autonoma e formazione professionale. “L’idea è un percorso”, racconta Sabina Zanardi Landi, coordinatrice del progetto, “non per stabilizzarli qui, ma perché possano imparare competenze spendibili nel mondo del lavoro”. Nei quattro appartamenti concessi dal Gran Priorato di Roma dell’Ordine di Malta, due sono dedicati alla formazione e alla vita autonoma: qui i ragazzi sperimentano gradualmente l’esperienza di vivere fuori casa, prima per pochi giorni, poi per periodi più lunghi. Gli altri due appartamenti, ristrutturati come case vacanza accessibili, sono gestiti direttamente dai partecipanti, affiancati da tutor professionisti della cooperativa Diversa Arte. Il nome “Gioia” non è casuale: è un acronimo - giovani, impegno, occupazione, inclusione, accoglienza - e racchiude l’orizzonte che questo percorso cerca di aprire ogni giorno, offrendo a ciascun ragazzo la possibilità di scoprire il proprio valore e di trovare un luogo in cui sentirsi accolto.
Il valore di una casa che accoglie
L’origine del progetto nasce da un gesto semplice: “Gli appartamenti erano vuoti”, ricorda Antonio Zanardi Landi, ambasciatore dell’Ordine di Malta presso la Santa Sede, “e abbiamo pensato di chiederli in comodato decennale”. Da quella disponibilità è nato un modello che intreccia accoglienza, crescita e solidarietà concreta. La formazione dei ragazzi comprende la cura degli spazi, la gestione delle prenotazioni, la risposta alle mail, i corsi di inglese, l’apprendimento delle norme di sicurezza, la creazione di piccoli manuali per gli ospiti. Conoscere il quartiere è parte integrante del percorso: gli itinerari e i vademecum preparati da loro raccontano musei, trattorie, luoghi accessibili, scorci da visitare. “Vogliamo che siano loro ad accogliere”, spiega Sabina Zanardi, “e che gli ospiti si sentano veramente benvoluti”.
Crescere insieme
Il percorso formativo è calibrato sulle possibilità di ciascuno. “Quando parliamo di disabilità cognitiva, parliamo di un mondo vasto”, ricorda Sabina Zanardi Landi. “Il tutor si adatta e trova la modalità per insegnare”. Il lavoro di squadra amplifica le competenze: c’è chi preferisce la cura delle stanze, chi la relazione con gli ospiti, chi si appassiona al lavoro digitale, chi mantiene un’attenzione scrupolosa all’ordine. Rosa Maria Bianco, presidente della Cooperativa sociale integrata "Diversa arte", ente responsabile della formazione, racconta la crescita del dialogo con il vicinato: mostre fotografiche, incontri, scambi reciproci. “È stato un modo per ringraziare il condominio che ci ha accolto”, ricorda.
Il mio nuovo quartiere - Vicini di casa
Nel dialogo con il quartiere si inserisce anche “Il mio nuovo quartiere - Vicini di casa”, un’iniziativa nata per favorire una reale integrazione nel contesto di Ostiense. I ragazzi del progetto hanno realizzato ritratti fotografici dei loro vicini, incontrandoli, intervistandoli, condividendo racconti e piccoli frammenti di vita quotidiana. Sono nati momenti di confronto spontaneo e relazioni nuove, capaci di rafforzare il senso di appartenenza al condominio e al quartiere, valorizzando la comunità che accoglie e sostiene il progetto.
Le voci dei protagonisti
“La mia specializzazione è occuparmi della casa… e vorrei vivere da solo”, confida un partecipante. Una ragazza, universitaria, aggiunge: “Spero di trovare presto la mia via lavorativa”. Un giovane sorride: “Io imparo… e mangio”. C’è chi ha alle spalle un’esperienza in hotel e vuole riprenderla: “Voglio continuare controllando documenti. Il percorso qui mi aiuta a costruire il mio futuro”. Sono parole luminose, dirette. “È una comitiva”, dicono. “Siamo diventati amici”. E qualcuno, con ironia, definisce il suo andare e venire tra impegni e quartieri: “Faccio come una pallina da flipper”.
Una scintilla che genera futuro
Per l’Ambasciatore Zanardi Landi, la motivazione è chiara: “Il problema dei ragazzi che hanno difficoltà a ottenere una vita autonoma è molto sentito. Questo percorso serve all’espansione della loro personalità”. L’esperienza suscita interesse anche all’estero, perché il modello è replicabile: “È un prototipo che può funzionare a Palermo come a Torino”. Intanto, a Ostiense, le case vacanza accolgono famiglie con ridotta mobilità, offrendo una risposta preziosa in una città con ancora pochi alloggi realmente accessibili.
Le radici: il progetto agli inizi
Lo scorso anno l’Ordine di Malta e la cooperativa "Diversa arte" inauguravano la prima casa vacanze con finalità sociale, unendo vita autonoma e formazione nel settore turistico. In quell’occasione, il gran maestro dell’Ordine di Malta, Fra’ John Dunlap, ricordava: “Servire il Signore con il nostro lavoro, la nostra serenità, il nostro spirito di fratellanza”. Un seme che oggi si è trasformato in una comunità viva, fatta di gesti quotidiani e impegno condiviso.
La voce della cooperativa
Rosa Maria Bianco sottolinea così il senso del lavoro svolto: “Noi della Cooperativa sociale Integrata "Diversa arte onlus" siamo felici di essere parte di questo importante e innovativo progetto, che rappresenta una preziosa opportunità di crescita personale e professionale per giovani adulti con disabilità e che promuove l’inclusione, l’autonomia e lo sviluppo delle competenze, offrendo a ciascuna persona la possibilità di esprimere il proprio potenziale in un contesto stimolante e rispettoso delle diversità”.
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