Il presidente russo, Vladimir Putin Il presidente russo, Vladimir Putin  (ANSA)

Cessione dei territori occupati, Mosca detta le condizioni

A pochi giorni dai colloqui con i mediatori statunitensi, la Russia torna a sottolineare le sue richieste per la fine delle ostilità. Il presidente Zelensky dal canto suo chiarisce che i negoziati proseguiranno nel fine settimana per la necessità di mettere nero su bianco garanzie di pace e sicurezza per il suo Paese

Paola Simonetti – Città del Vaticano

Il piano in 28 punti del presidente Usa, Donald Trump, è una buona base di partenza, ma il ritiro delle truppe di Kyiv dai territori del Donbass, con le regioni del Donetsk e del Lugansk, o anche quelle di Kherson e Zaporizhzhia, oltre che il riconoscimento dell’annessione della Crimea, è condizione non negoziabile per giungere alla cessazione delle ostilità in Ucraina. E’ netto il presidente russo Vladimir Putin a ridosso del tavolo diplomatico che si aprirà a Mosca con gli Stati Uniti nei primi giorni della prossima settimana, precisando che una “questione chiave” sarà la richiesta che i territori ceduti siano riconosciuti legalmente come zone russe da parte della comunità internazionale. “Se non se andranno – ha aggiunto Putin- ci prenderemo i territori con la forza”.

Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, dal canto suo ha chiarito che il negoziato proseguirà nel finesettimana per il perfezionamento della bozza di intesa, già più volte modificata. "La nostra difesa delle posizioni, la nostra resistenza in prima linea e il nostro lavoro congiunto con i partner per garantire una migliore posizione diplomatica sono importanti – ha scritto su Telegram il capo dello Stato ucraino-. Già questa settimana il nostro team, insieme ai rappresentanti americani – ha aggiunto-continuerà a tradurre i punti che abbiamo raggiunto a Ginevra in una forma che ci metta sulla strada verso garanzie di pace e sicurezza”.

La validità della firma ucraina

Il capo del Cremlino, ha già fatto sapere di voler mettere in discussione il potere di Zelensky e, dunque, la sua sottoscrizione all’eventuale piano di pace concordato: il mandato del presidente ucraino, infatti, è scaduto lo scorso anno, la sua carica è rimasta operativa per l'impossibilità di nuove elezioni a causa della legge marziale in vigore in Ucraina.

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui

28 novembre 2025, 08:49