Cisgiordania, l'esercito israeliano prende d'assalto città e villaggi
Roberto Paglialonga - Città del Vaticano
Diventano di ora in ora più intense le operazioni militari israeliane in Cisgiordania. Le truppe dell’Idf hanno preso d’assalto la città di Tubas e i villaggi di Tamun e Aqaba, nel nord, con bulldozer per distruggere edifici e l’utilizzo di elicotteri. A riferirlo la Wafa, dopo che Israele proprio ieri mattina aveva annunciato una nuova operazione, definita di "antiterrorismo", nella zona. Fonti locali hanno dichiarato che i soldati hanno fatto irruzione in diverse abitazioni vandalizzandole e chiuso diverse strade nel governatorato di Tubas per istituire posti di blocco.
Arresti e feriti in molte città della Cisgiordania
Nell’area, aggiunge l’agenzia di stampa, le autorità del posto sarebbero state costrette a chiudere le scuole pubbliche e gli asili nido per motivi di sicurezza. Intanto, gli arrestati sarebbero già oltre 100 — dichiara il direttore locale dell’associazione dei detenuti palestinesi, Kamal Bani Odeh —, mentre 25 risultano essere i feriti. In diversi sarebbero stati "picchiati violentemente", scrive sempre la Wafa, e alcuni di loro portati in ospedale per le necessarie cure mediche.
A Gaza ancora morti per i raid israeliani
Nella Striscia di Gaza, invece, due persone sono state uccise e altre sono rimaste ferite in un raid israeliano a Beit Lahiya, nell’area sotto il controllo di Hamas, nel nord del territorio palestinese. Lo riportano media sia palestinesi che israeliani. In precedenza l’Idf aveva comunicato di aver "colpito" un cecchino del gruppo islamista «che stava pianificando un attacco contro le truppe israeliane», sempre nell’area settentrionale, ma senza precisare se lo stesso sia poi deceduto. Un membro della Jihad islamica sarebbe invece stato ucciso a sud.
Israele consegna 15 corpi di palestinesi
Ieri Israele ha consegnato i corpi di 15 palestinesi, dopo che Hamas ha restituito i resti di un ostaggio israeliano. Questo è l’ultimo scambio nell’ambito del cessate-il-fuoco, raggiunto il mese scorso, la cui prima fase sta volgendo al termine, nonostante la violenza continui senza sosta. I resti di due ostaggi, un israeliano e un cittadino thailandese, rapiti nell’attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre 2023, devono ancora essere restituiti.
Al Cairo mediatori di Qatar, Egitto e Turchia
Sul piano diplomatico, mediatori turchi, qatarioti ed egiziani si sono incontrati al Cairo per discutere la seconda fase della tregua. Questa dovrebbe includere l’invio di una Forza internazionale di stabilizzazione (Isf), incaricata di garantire il disarmo di Hamas, e la creazione di un organismo internazionale per governare Gaza e supervisionare la ricostruzione.
Il ministro degli Esteri israeliano minaccia una nuova operazione militare in Libano
La situazione, infine, continua a essere estremamente tesa in Libano, dove Israele ha ripreso gli attacchi nel sud contro Hezbollah. L’Idf "interverrà con la forza" se i miliziani non saranno disarmati "entro la fine dell’anno". La minaccia arriva dal ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, in un discorso alla Knesset. "Non credo che Hezbollah si disarmi volontariamente. Gli Usa hanno richiesto che si sciolgano entro la fine dell’anno e non vedo che questo sta accadendo", ha aggiunto.
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