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Il "Roman Woman Ambassador" 2025 Il "Roman Woman Ambassador" 2025 

“Donne in Vaticano”, la presidente insignita del “Rome Woman Ambassador 2025”

Nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, Margherita Romanelli è stata tra le premiate con il riconoscimento istituito dal Centro Europeo di Studi Culturali

Marina Tomarro - Città del Vaticano

Alcune si sono distinte nel mondo dello spettacolo, altre nell’imprenditoria, nella cultura, nell’arte, nel giornalismo o nel settore accademico o sanitario. “Filo rosso” che lega queste protagoniste, una forma di impegno che incide in molti modi nel tessuto sociale e umano di Roma. Anche quest’anno il “Rome Woman Ambassador 2025” ha insignito venti donne per la loro attività benemerita in molti settori della capitale. Istituito dal Centro Europeo di Studi Culturali, il riconoscimento è stato attribuito nel corso della cerimonia svoltasi oggi pomeriggio, 25 novembre, a Palazzo Valentini. A riceverlo anche Margherita Romanelli, presidente dell’Associazione “Donne in Vaticano”.

Presidente, qual è stata la sua reazione nel sapersi tra le persone scelte quest’anno per il “Rome Woman Ambassador?  

Io esprimo tutta la mia gioia nell'accogliere questo riconoscimento inaspettato dalla città di Roma, che intende riconoscere il lavoro delle donne nella capitale. Nonostante Roma sia una città metropolitana piena di persone di varia nazionalità, attraverso la nostra Associazione - con la quale rappresentiamo donne di tutti i Paesi e di tutti i continenti - vogliamo anche essere grate a questa città che ci ha accolto e dove viviamo, dove passiamo tutto il nostro tempo, non solo come donne, ma come famiglie, come comunità.

Quanto è importante la presenza femminile nella Città del Vaticano e cosa si può fare per valorizzarla maggiormente?

Come Associazione “Donne in Vaticano”, che nasce nel 2016 sotto il pontificato di Papa Francesco, siamo state sollecitate anche da lui stesso a far sì che le donne siano valorizzate e possano esprimere i loro talenti e i loro doni, possano trasformare il lavoro dove si trovano e la società stessa e dunque anche tutto il contesto nel quale vivono. Nel nostro lavoro possiamo essere una presenza molto efficace anche nel donare quello che noi siamo, il saper prenderci cura, il valorizzare anche la nostra peculiarità femminile all'interno di un ambiente ecclesiale come quello vaticano.

Quali sono le attività svolte dall'Associazione?

Abbiamo un nostro obiettivo, che è quello di creare una rete di sostegno, di amicizia, di solidarietà tra tutte le donne che lavorano nella Santa Sede, una rete che aiuta a non sentirsi sole anche nei momenti di bisogno o di difficoltà, sia sul lavoro che in famiglia, e a dare come detto visibilità alla nostra presenza all'interno della Curia Romana, dove la donna ha una grande capacità di comunione.

Ricevere questo premio in una giornata particolare come quella del 25 novembre in cui ricorre la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne cosa vuol dire e quanto un'Associazione come quella delle “Donne in Vaticano” può aiutare a combattere questo terribile fenomeno?

È un fenomeno molto vasto, molto complesso, che riguarda vari aspetti non solo della vita delle donne ma di tutta l'umanità. Noi possiamo essere certamente un segno importante, con la nostra femminilità che è una ricchezza, rispetto al rapporto con la parte maschile della società. Possiamo contribuire a un giusto equilibrio per migliorare la realtà di oggi, per creare un mondo fatto di rispetto, di dignità e di bene per tutti.

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25 novembre 2025, 17:42