Cerca

A Gaza decine di tende di sfollati colpite e devastate dalle forti piogge e dal maltempo A Gaza decine di tende di sfollati colpite e devastate dalle forti piogge e dal maltempo  (AFP or licensors)

Gaza, decine di tende di sfollati colpite da maltempo e forti piogge

Peggiora la situazione umanitaria nella Striscia a causa anche dell'arrivo dell'inverno. L'Onu in un rapporto invita la comunità internazionale a intervenire "per la sopravvivenza" di Gaza. Sul terreno però continuano gli attacchi dell'Idf. Mentre la Jihad islamica dichiara di aver recuperato il corpo di un ostaggio nei pressi di Nuseirat. In Libano non si spegne la tensione nelle aree meridionali del Paese

Roberto Paglialonga - Città del Vaticano

È di nuovo il maltempo ad aggravare la situazione a Gaza. Le forti piogge cadute nelle ultime ore, riferisce la Wafa, hanno allagato decine di tende che ospitano gli sfollati nella zona di Al-Mawasi, a Khan Younis, nel sud della Striscia: famiglie e bambini si trovano ora nelle pozzanghere e nel fango.

Distrutto dalla guerra oltre il 90% degli edifici residenziali nella Striscia 

Le operazioni militari israeliane dal 7 ottobre 2023, del resto, hanno provocato la distruzione totale o parziale del 92% degli edifici residenziali nella città della Striscia, e gran parte della popolazione vive ormai per strada e nei campi profughi.

Onu: è in gioco la sopravvivenza di Gaza, serviranno 70 miliardi di dollari per la ricostruzione

"È in gioco la stessa sopravvivenza di Gaza", hanno avvertito le Nazioni Unite in un rapporto nel quale si invita la comunità internazionale a elaborare "senza indugio" e in modo coordinato un "piano di ripresa globale". I raid dell’Idf "hanno eroso tutti i pilastri della sopravvivenza", dal cibo agli alloggi all’assistenza sanitaria, "minando la governance e facendo sprofondare" l’enclave "in un abisso", si dice ancora nel dossier della Conferenza Onu sul commercio e lo sviluppo (Unctad). Gaza è ora, a causa degli attacchi militari israeliani, "in uno stato di rovina totale", prosegue l'Unctad, che stima in circa 70 miliardi di dollari la somma per ricostruire il territorio palestinese. Intanto, anche la contestata e discussa Gaza Humanitarian Foundation (Ghf), sostenuta da Israele e Usa per portare aiuti dopo il blocco imposto da Tel Aviv, ha annunciato la fine delle proprie attività. Note sono le accuse secondo le quali i suoi responsabili per la sicurezza abbiano a più riprese aperto il fuoco sui civili in coda per il cibo.

Ancora raid dell'Idf: uccisi due presunti "terroristi"

Sul terreno continuano i raid. Una persona è rimasta vittima stamattina di un attacco dell’Idf a Bani Suheila, est di Khan Younis. Lo affermano fonti sanitarie citate da «The Times of Israel». Ma l’esercito israeliano ha annunciato di aver ucciso anche «due terroristi» che avevano oltrepassato la “Linea gialla”. Mentre la Jihad Islamica in una nota ha confermato di aver ritrovato il corpo di un ostaggio, durante lavori di scavo nella parte centrale, a nord di Nuseirat.

Media israeliani: probabile ripresa delle operazioni militari

Hamas "non intende lasciare la Striscia di Gaza e le Forze di difesa israeliane (Idf) si starebbero già preparando a tornare a operare". Ad affermarlo Noam Amir, analista militare dell'emittente israeliana "Channel 14", secondo il quale anche i vertici politici di Israele considerano la ripresa delle operazioni militari l'opzione "con le maggiori probabilità di successo al momento". Secondo Amir, "l'impressione diffusa a Tel Aviv è che nessun Paese sia disposto a inviare i propri soldati per gestire il disarmo di Hamas", motivo per cui l'Idf avrebbe addirittura fissato un termine di "due o tre settimane" per il rilascio delle ultime tre salme degli ostaggi ancora trattenute e per verificare la possibilità di un disarmo "pacifico" del movimento islamista.

Nuovi attacchi israeliani sul sud del Libano

Proseguono, poi, i raid dell’Idf nelle aree meridionali del Libano. Secondo l’agenzia di stampa statale libanese National News Agency (Nna) colpi di artiglieria delle forze armate israeliane sono stati sparati intorno al “Chilometro Nove”, tra i villaggi di Airatoun e Bilda. Secondo l'Alto commissariato Onu per i diritti umani, sono almeno 127 i civili uccisi negli attacchi sul Paese dei cedri da quando è entrato in vigore il cessate-il-fuoco quasi un anno fa, il 27 novembre 2024.

Israele: congedati alti ufficiali per gli errori del 7 ottobre

Tutto questo succede mentre in Israele sale la tensione politica attorno alle indagini circa la responsabilità dei fatti del 7 ottobre 2023. E il capo di Stato maggiore dell'Idf, Eyal Zamir, ha congedato una serie di alti ufficiali per il loro ruolo negli errori che hanno portato all'attacco di Hamas. Nelle scorse settimane, Zamir aveva dichiarato di voler prendere "decisioni personali" nei confronti dei comandanti, sulla base dei risultati di un'indagine condotta da un gruppo esterno di esperti. Tuttavia, come riporta il quotidiano "The Times of Israel", la maggior parte dei comandanti congedati si era già dimessa dalle Idf, rendendo di fatto le mosse del capo di Stato maggiore in gran parte simboliche.

 

(Ultimo aggiornamento - ore 13.30)

 

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui

25 novembre 2025, 11:08