Nel Golfo di Taranto un rifugio per i delfini del Mediterraneo
Alessandro Guarasci - Città del Vaticano
Un esperimento unico nel Mediterraneo. A Taranto sta per nascere il primo progetto per reinserire in mare i delfini che arrivano dai parchi acquatici o che comunque sono vissuti in cattività. Il rapporto tra questa città e i delfini è millenario, ma ora guarda al futuro, e questa iniziativa si basa sulla collaborazione tra la Jonian Dolphin Conservation, organizzazione che si occupa appunto di tutela e far conoscere il patrimonio acquatico del Golfo di Taranto, la Fondazione con il Sud, e le istituzioni locali.
Il progetto del San Paolo Dolphin Refuge
In un’area di sette ettari protetta dall’isola di San Paolo, la più piccola delle isole Cheradi, nasce allora il San Paolo Dolphin Refuge, frutto della collaborazione con un team internazionale di esperti. Nel mare dove nuotano liberi Tursiopi, Stenelle, Grampi e Capodogli, i delfini provenienti da strutture zoologiche e centri di ricerca saranno accolti in un ambiente marino controllato, dove potranno gradualmente riadattarsi a condizioni naturali, vivere in sicurezza. Questi mammiferi poi saranno monitorati attraverso le tecnologie più innovative dalla control room all’interno dei nuovi spazi del Centro Ketos al primo piano di Palazzo Amati.
Uno spazio nelle acque nel Golfo di Taranto
Saranno presenti delle grandi vasche naturali in mare, 40x40m, formate da banchine galleggianti per ospitare i delfini a cui si aggiunge una vasca veterinaria, con sistema di sorveglianza h24 attraverso telecamere e sensori per monitorare parametri ambientali. Un nuovo modo di studiare e tutela i delfini, affinché la cattività non diventi un destino per tutta la vita di questi splendidi ma mammiferi. Il centro Ketos, nato nella città vecchia di Taranto, ha proprio lo scopo di far conoscere al grande pubblico le meraviglie di questa parte di Mediterraneo. Questo in una città che troppo spesso è stata conosciuta solo per l’ex Ilva, e che in qualche modo, ha legato la propria immagine al degrado ambientale e alle morti per inquinamento.
I delfini del Golfo di Taranto elemento significativo della città
Il percorso è stato avviato nel 2015, dopo che il Comune di Taranto ha messo a disposizione una parte dell’immobile candidandolo al bando “Il bene torna comune”, promosso dalla Fondazione con il Sud per il recupero di beni dal valore storico-artistico e culturale di proprietà di enti pubblici o privati. La valorizzazione dell’immobile è stata in seguito affidata, tramite lo stesso bando, alla Jonian Dolphin Conservation. Sono migliaia gli avvistamenti di cetacei nel Golfo di Taranto, segno di una buona salute delle acque, nonostante il passaggio di petroliere e la vicina ex Ilva. Per Carmelo Fanizza, fondatore della Jonian Dolphin Conservation, "L''obiettivo principale è un modello di gestione degli animali in cattività, in un ambiente naturale sempre controllato. Un modello che quindi ci consentirà di scrivere, in stretta collaborazione con gli enti coinvolti nel progetto, con le strutture zoologiche che sinora hanno gestito questi animali, un nuovo futuro per gli animali e per la cattività”. Il fatto che continuino a nasciere cuccilio, spiega la veterinaria Monica Barbava "significa che il mare è in buona salute. Per me rimanere qua a Taranto è importante, perché è la mia città e penso che il mare possa essere un motore di sviluppo per tutto il territorio”.
L'economia del mare di Taranto e il Mediterraneo
La Puglia esce dal doppio shock della crisi finanziaria e della pandemia con una crescita economica significativa: dal 2015 al 2023 il Pil pro-capite è aumentato di quasi il 13%, più della media nazionale e del Mezzogiorno, mentre il tasso di disoccupazione e quello dei Neet si riducono in maniera sostanziale. Tuttavia, questa dinamica macroeconomica poggia su basi fragili: la produttività del lavoro è stagnante e la crescita occupazionale è concentrata in settori a basso valore aggiunto, come turismo, commercio e ristorazione, a scapito dell’industria manifatturiera. Fondazione con il Sud ha creduto fIn dall’inizio alla possibilita di investire sull’economia del Mare. Il direttore generale Marco Imperiale spiega: "Crediamo nella possibilità di valorizzare in maniera innovativa, creativa, a volte anche imprevedibile tutto ciò che il Sud possiede. Il Sud possiede un territorio meraviglioso, un mare altrettanto meraviglioso, ma soprattutto competenze e capitale umano".
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