Iraq, il patrimonio culturale come segno di unità
Joseph Tulloch - Città del Vaticano
Su un lungo tavolo appena fuori dal monastero di Mar Behnam, nella piana di Ninive, in Iraq, un gruppo di giovani sta dipingendo. Realizza piccoli quadri raffiguranti simboli della cultura irachena: un bicchiere di tè alla menta, un oud (uno strumento musicale, ndr), una moschea, una chiesa, la Ziggurat di Ur. Si tratta di uno degli eventi organizzati dal “Mesopotamia Heritage Truck”, iniziativa itinerante lungo tutto l’Iraq che offre lezioni e laboratori sulla cultura e sulla storia del Paese. «Il nostro obiettivo è aiutare le persone a capire quanto sia diversificato l’Iraq», afferma Muthana al-Khoury, responsabile del progetto Heritage Truck, incontrando i media vaticani. «Sono così tanti e diversi i gruppi che hanno vissuto qui insieme per così tanto tempo e siamo ancora qui oggi».
Un viaggio lungo tutto l'Iraq e in particolare nel nord
Il convoglio ha viaggiato in tutto l’Iraq, ma la maggior parte dei villaggi che visita si trova nel nord del Paese, l’area che nel 2014 è stata improvvisamente conquistata dal sedicente stato islamico (Is). I membri delle numerose minoranze dell’Iraq — cristiani, curdi, yazidi, shabak e altri — sono stati costretti a fuggire dai terroristi e i loro luoghi sacri sono stati profanati. Ora, a circa otto anni dalla sconfitta dell’Is, alcune di queste minoranze hanno iniziato a tornare. Il compito di ricostruire il tessuto sociale iracheno, tuttavia, rimane difficile. «Quando entriamo in un villaggio con diversi gruppi religiosi, incoraggiamo tutti a partecipare», dice Al-Khoury. «Cerchiamo di farli interagire tra loro, partecipando insieme alle attività». Tali iniziative sono sia teoriche sia pratiche e spaziano dalle lezioni di storia e archeologia irachena ai laboratori di scultura e pittura. Pascal Maguesyan, direttore di Mesopotamia Heritage, l’organizzazione francese che ha istituito il progetto Heritage Truck nel 2024, spiega che «l’obiettivo è quello di interessare sia i bambini sia gli adulti al patrimonio del Paese, per garantire che le generazioni future lo preservino».
Storia e cultura
L’Iraq, che occupa gran parte dell’antica Mesopotamia, è spesso definito la “culla della civiltà”. Sumeri, accadi, babilonesi e assiri vi prosperarono e questa terra diede anche origine alla scrittura cuneiforme, il primo sistema di scrittura al mondo, sviluppato verso la fine del IV millennio a.C.. Tra le lezioni offerte dagli operatori itineranti del patrimonio culturale ci sono corsi introduttivi all’antica scrittura. «La gente ama questo tipo di lezioni», dice Al-Khoury. «Nelle scuole tradizionali in Iraq non si ha la possibilità di studiare arte, musica o cose simili».
Oltre a offrire ai partecipanti nuove esperienze, i corsi del “Mesopotamia Heritage Truck” mirano anche a trasmettere loro un senso della varietà e della profondità della storia irachena. E, vedendo l’entusiasmo degli studenti mentre completano i loro dipinti, è difficile non condividere la convinzione che, quando si tratta di ricostruire e riconciliare una nazione, la cultura è fondamentale tanto quanto l’economia o la politica. «Qui in Iraq abbiamo avuto la prima scrittura al mondo», ricorda ancora Al-Khoury con un sorriso. «Vogliamo che le nuove generazioni ne siano consapevoli e orgogliose».
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