Voci in rete per un futuro senza mutilazioni genitali femminili
Vatican News
Unire le voci per costruire un futuro libero dalle mutilazioni genitali femminili. È questo l'obiettivo dell'evento organizzato nel pomeriggio di sabato 8 novembre presso il Palazzo delle Esposizioni di Roma, con il titolo “Voci in rete per un futuro senza Mgf”, dalla Rete romana per la prevenzione e il contrasto delle mutilazioni genitali femminili. Un incontro che ha riunito istituzioni, comunità, enti sanitari, accademici e organizzazioni del terzo settore per delineare un modello nazionale di prevenzione e contrasto a una pratica che, ancora oggi, rappresenta una delle più gravi violazioni dei diritti umani.
Una piaga globale, un impegno locale
Secondo il Rapporto globale sulle mutulazioni genitali femminili 2025, curato da End Fgm European Network, U.S. End FGM/C Network ed Equality Now, e presentato per la prima volta in Italia da Amref Health Africa, nel mondo sono almeno 230 milioni le donne e le bambine che hanno subito mutilazioni genitali femminili, un numero cresciuto del 15% rispetto al 2000. La pratica, ancora presente in 94 Paesi tra Africa, Asia, Medio Oriente, America Latina, Europa e Nord America, continua a rappresentare una sfida complessa, che richiede interventi integrati e approcci culturali sensibili. In Italia si stima che siano 88.500 le donne vittime di mutilazioni genitali, con un incremento dell’1% rispetto al 2019 (dati Università Bicocca e Università di Bologna). Le fasce d’età più anziane mostrano una maggiore incidenza, ma il rischio rimane concreto per circa 16.000 bambine sotto i 15 anni. Nel Lazio, ha spiegato Giancarlo Santone del Centro salute migranti forzati – SaMiFo della ASL Roma 1, su oltre 22 mila donne e bambine nate all’estero e residenti nella regione, circa 13.000 avrebbero subito mutilazioni genitali.
Il ruolo della rete e delle istituzioni
Nata nel 2023 al termine del Progetto Fami P-Aact, la Rete romana per la prevenzione e il contrasto delle Mgf coinvolge una vasta alleanza di soggetti: ASL Roma 1, Amref Health Africa, Roma Capitale, ActionAid Italia, Università Cattolica, Società Italiana di Pediatria, CPIA3, e numerosi altri enti del pubblico e del privato sociale. Durante la giornata, il professor Piero Valentini (Centro salute globale, Università Cattolica) ha sottolineato il ruolo cruciale della pediatria nella prevenzione, mentre un panel dedicato ha esplorato il dialogo intergenerazionale come motore del cambiamento, con gli interventi degli Youth Leaders Esraa Newir e David Agbonifo (Amref Italia) e delle Community Leaders Haby Bah e Edna Moallin Abdirahman (ActionAid Italia). “Il linguaggio è il primo ponte tra culture – ha affermato Abdirahman –. Le mutilazioni genitali femminili non si superano solo con le leggi, ma lavorando insieme. Serve ascolto, fiducia e accoglienza per accompagnare le donne verso un cambiamento reale.”
Un impegno condiviso per il cambiamento
“Roma Capitale – ha dichiarato Barbara Funari, assessora alle Politiche Sociali e alla Salute – ha voluto affrontare il fenomeno in sinergia con una rete operativa, costruendo un modello di prevenzione che coinvolga anche le comunità migranti. È fondamentale raccontare questa realtà con sensibilità, promuovendo consapevolezza senza giudizio.” Un concetto ribadito anche da Claudia Pratelli, assessora alla Scuola, Formazione e Lavoro di Roma Capitale: “La scuola è il luogo dove si pratica dialogo, si costruisce rispetto e si promuove uguaglianza di genere. È lì che può nascere il cambiamento.” Nel corso dell’incontro, l’assessora Funari ha guidato un confronto dedicato al ruolo delle istituzioni pubbliche nella prevenzione, mentre Giuseppe Quintavalle, direttore generale della ASL Roma 1, ha ricordato il percorso intrapreso negli ultimi due anni: “Abbiamo costruito una rete reale e operativa, fondata sull’inclusione e sulla consapevolezza condivisa. Il futuro delle bambine deve essere libero, fatto di cura, prevenzione e diritti.”
Cultura, testimonianze e arte
L’evento è stato arricchito da canti tradizionali, reading poetici, testimonianze e una video installazione della video artist Tiziana Barcaroli, a sottolineare come il linguaggio artistico possa diventare strumento di sensibilizzazione e incontro tra culture. Con la forza di una rete che cresce, “Voci in rete per un futuro senza mutilazioni genitali femminili” ha lanciato un messaggio chiaro: solo l’ascolto, la conoscenza e la collaborazione possono generare un cambiamento duraturo, restituendo dignità, libertà e diritti alle donne di oggi e di domani.
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